Carlo Rollo

Quando arrivo in ufficio e mi siedo davanti al pc per iniziare la giornata lavorativa, quello che vedo è un monitor e parte di una testa che si muove indaffarata. Bene, quella testa è di Carlo Rollo!

Quando dai un nome ed un volto alla testa, significa che il semplice rapporto tra colleghi viene accantonato, mutato, si diventa amici, si parla delle proprie esperienze, delle proprie prospettive e come sempre tra noi meridionali… di cosa fare per il Sud o per la propria comunità. Carlo ha talento ma soprattutto ha vitalità da vendere e amore per il proprio paese, Veglie. Da qui, il connubio con BaS.

Buona lettura!

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Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Perché il richiamo della propria terra è troppo forte, perché ho reputato di aver maturato la giusta esperienza per provare a cambiare qualcosa.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Tante belle esperienze, tanti amici che sono diventati la mia famiglia a 700 km dalla quella di origine. Tanti ricordi e tanti buoni propositi. Abbastanza forza e coraggio per capire che nel mio paese d’origine ci sono tante belle cose ma ancora troppe cose brutte che però, possono essere cambiate. Cambiamento possibile grazie alle persone che come me, hanno avuto il coraggio di confrontarsi col mondo, di aprire la mente per capire che bisogna necessariamente collaborare per vincere, che bisogna aiutarsi per restare a galla. L’unione fa la forza, sembra una frase fatta ma racchiude il segreto per vivere meglio.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo? Ci puoi spiegare perché?
“Il ritorno è stato molto positivo, perché mi ha permesso di riabbracciare un paese che ho sempre portato nel cuore. Positivo perché sono tornato molto maturato, con l’esperienza e i mezzi quindi, per fare qualcosa di socialmente utile. Infatti, dal primo giorno in cui ho rimesso piede a “casa”, mi son dato da fare per provare a costruire quella fabbrica di coscienze che tanto ho sognato. Dopo sette anni di lavoro, con la costituzione dell’associazione Elos (www.elosassociazione.it), molti dei miei progetti stanno prendendo forma.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?
“Difficoltà molte, tutte derivanti dalla chiusura mentale di chi non ha mai messo il naso fuori dalla propria porta di casa. Difficoltà dovute alla teoria del “fotti compari”, “chi prima arriva prima alloggia” ecc.. E’ stata dura, ma pian piano, cercando persone che come me hanno imparato cosa vuol dire lavorare per obiettivi comuni, sono riuscito a diffondere la cultura della collaborazione… ora il gruppo cresce e io mi sento orgoglioso del mio contributo.”

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Raccontaci la tua attività.
“L’idea della fabbrica di coscienze è forse cablata nel mio DNA. Per metterla in pratica, ho dovuto fare i conti con diversi fallimenti, perché non è facile portare una cultura che contrasta con quella radicata nei secoli. Poi, il tempo è sempre il miglior giudice, ha fatto si che io conoscessi, quasi per caso a dire il vero, professionisti seri, affermati e affamati di cambiamento, quel cambiamento che ho sempre cercato, un cambiamento che migliorasse i rapporti logorati in un paese alla deriva. Così nasce l’associazione Elos, con il suo sito internet, la sua app, la sua webradio e una miriade di iniziative che mirano a coinvolgere tutti. Ci stiamo riuscendo… e questo ci rende felici.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Raccontare le difficoltà attraverso le esperienze è, allo stesso tempo, un modo per aiutare a superarle.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Organizzare dei seminari con i “Ritornati” che hanno avuto il coraggio di provare e la fortuna di riuscire.”

Forza Carlo e forza Elos, siamo sicuri che entrerete di diritto nel museo della memoria di Veglie insieme a tutte le attività che state realizzando.

Giuseppe Rusciano per BaS