Vito Sanitate

Vito Sanitate, Laurea Magistrale in Informatica. A 20 anni lascia Palagiano (TA) e si trasferiesce a Bologna per studiare. Torna a 30 anni nel suo paese natale. Attualmente, vive e lavora a Bari.

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Per quale motivo sei tornato al Sud?
“Per trovare lavoro al Sud.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“E’ colma di tantissime cose la mia valigia del ritorno. Sicuramente è ricca di ricordi. Dieci anni sono tanti, Bologna è un po’ come una mia seconda casa. Ho conosciuto tantissime persone eccezionali e con molti di loro continuo a sentirmi e a vedermi. Sono quelle amicizie vere, quelle che ci si ritrova a ridere e scherzare in un attimo anche se non ci si vede da anni. Ma la mia valigia del ritorno è piena anche di esperienza, di maturità, di professionalità. Bologna è stata una maestra di vita.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Tornare a casa è sempre stato emozionante. Ogni volta che il treno tagliava in due le vaste campagne foggiane, sul mio volto compariva un sorriso. Ecco la mia terra. Poi quando sono tornato per non ripartire più, ho avuto finalmente tutto il tempo di esplorare la Puglia, i suoi borghi, i suoi mari, le sue foreste. Ho iniziato a fare il turista della mia terra.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“E’ stata sicuramente dura. I ritmi di Bologna non esistevano più, nel mio paese di origine tutto era più lento. Bisogna ricominciare da zero qualsiasi cosa, anche le amicizie. I vecchi amici, quelli che non ti abbandonano mai erano lì che ti aspettavano, ma bisognava rifarsi comunque una vita. Una delle prime cose che ho fatto, entrare attivamente nella vita del paese, Associazioni, Politica, ecc. Dovevo riscoprire il mio paese da un punto di vista sociale e culturale in maniera più approfondita.”

Di cosa ti occupi?
“Sono un programmatore informatico, un creativo e un sognatore, e dopo un pò di esperienze lavorative in aziende multinazionali ho deciso anche di diventare imprenditore. Ho avviato la mia attività nel 2011, la “TOCODE” – www.tocode.it , e sin da subito ho creduto nel Cloud Computing e quindi ho iniziato a sviluppare software gestionali fruibili tramite internet. L’attività è iniziata a crescere e in poco tempo ho deciso di spostare l’ufficio a Bari, dove attualmente vivo. Credo tantissimo nell’innovazione tanto da portarmi a ideare e sviluppare un software gestionale Cloud per l’agricoltura “AGRI” – www.tocode.it/agri; uscirà a breve e sarà totalmente gratuito. Inoltre quest’anno sono diventato amministratore delegato di un’altra società, “SHOUZZ s.r.l.” Qualche anno fa ho avuto un’idea a cui hanno creduto altri due amici (Luigi Notarnicola e Crispino Lanza). Shouzz è una piattaforma social dedicata alla MUSICA LIVE con la quale i musicisti trovano nuove opportunità di lavoro e pubblicizzano i loro eventi live, e i fan vengono costantemente informati grazie ad un sistema che analizza i gusti musicali e la geolocalizzazione. L’obbiettivo è non perdersi mai un evento live 😊 – www.shouzz.live

Le mie passioni sono la musica, amo ascoltarla e in particolar modo adoro frequentare i locali dove suonano dal vivo. Amo tantissimo il contatto con la natura, per questo quando posso torno nelle mie terre a fare l’agricoltore. Adoro lo sport, ho riscoperto la passione per il Basket a Bari. Faccio anche tanta Mountain Bike, corsa e trekking. Odio stare fermo, diciamo cosi. 🙂 “

 

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La cosa che più mi mancava era la mia famiglia. Siamo una famiglia numerosa, io e 3 sorelle, e siamo molto uniti. Quando sono andato via mia sorella piccola aveva solo 3 anni. Non ho vissuto la sua infanzia e mi dispiace tantissimo.

Mi mancherà la vita universitaria, il tempo trascorso ad oziare con gli amici, a vivere una vita abbastanza spensierata, sapendo che l’unico obbiettivo era andare avanti con gli studi e laurearsi.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
C’è una cosa in particolare che ha alimentato la mia voglia di tornare al Sud e decidere di investire nella mia terra. E’ qualcosa che vedevo tutti i giorni a lavoro, negli uffici di Milano, di Bologna. Erano i “meridionali” che lavorano al Nord, come me. Eravamo tantissimi. Uffici pieni di informatici, laureati con il massimo dei voti che programmavano davanti ad un computer, portando avanti progetti internazionali e per lo più milionari. Ragazzi pieni di sogni nei cassetti costretti a vivere lontano da tutto, dai familiari, dal sole, dal mare, dalla terra. Ho raccolto tante storie di loro, e guardandoli mi veniva in mente solo una cosa: ma perché, dato che la maggior parte siamo Pugliesi, Siciliani, Lucani, Campani, ecc, le aziende non le aprono al SUD. Perché? Poi ho iniziato a capire. Poi ho iniziato a studiare la storia. Ma questa è un’altra storia.”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Si. Sicuramente. Può convincere altri a tornare. Infonde coraggio. Aiuta a  credere che un futuro al Sud, anche se difficile, è possibil e sicuramente regala tante emozioni, gioie e soddisfazioni.”

Cosa può fare la rete BaS?
“La rete BaS ha già fatto tanto e sta già facendo tantissimo. Una delle cose più interessanti da proporre e creare eventi dove ci si può incontrare, conoscere e condividere a tu per tu le proprie esperienze. Conoscere gente, fare rete, può solo far del bene.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Vi ringrazio tantissimo per l’opportunità che mi avete dato. Vi stimo tantissimo per quello che fate.”

Grazie Vito, noi siamo felici felici che una risorsa come te sia tornata al Sud!!

Marianna per BaS

Anna Laura Orrico

Anna Laura Orrico, Laurea in Scienze Politiche, lascia Cosenza a 23 anni. Varie esperienze lavorative:  Roma al MAE, Lituania, Bologna e infine Burundi. Torna  a 29 anni nella sua città natale, poi si sposta a Pizzo nella provincia di Vibo Valentia.

Non vi sveliamo altro, possiamo solo dirvi che le parole chiave della sua storia sono: innovazione, cultura, tecnologia, cooperazione, condivisione. Il resto lo scoprirete leggendo le sue risposte…

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Per quale motivo sei ritornato al Sud?
Per costruire qualcosa nella mia terra con le competenze e le esperienze realizzate fuori e all’estero soprattutto.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Certamente piena di esperienze e di una maggiore capacità di adattamento alle situazioni diverse per cultura e per approccio, una capacità di osservare il contesto che mi circonda con occhi critici ma propositivi. Un senso di vuoto perché la mia Calabria sembra apparentemente condannata all’isolamento e all’oblio.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Non so fare una scelta netta tra positivo e negativo perché ogni giorno quando inizio a lavorare penso agli aspetti negativi del restare in Calabria e subito dopo li rivolto in motivazione per restare provando a generare qualcosa di diverso, di migliore rispetto a quanto vedo. Ritornare è stato positivo perché mi ha permesso di iniziare a costruire il mio progetto di impresa, ma è stato anche negativo perché la distanza della Calabria dal resto del Paese e dell’Europa si percepisce ogni giorno…siamo ultimi e considerati tali, riuscire a far venire in Calabria anche un esperto a tenere un workshop formativo è difficilissimo perché le persone trovano non agevole venire da noi a causa della carenza di collegamenti e da noi non trovano “mercato”; così come è difficile spostarsi dalla Calabria per andare ad aggiornarsi in altre città: scarsi collegamenti e costi allucinanti. Ma tutto questo si trasforma in motivazione a cambiare queste cose e in desiderio di supportare chi prova a costruire nuove idee in questa regione.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
La difficoltà principale del rientro è stata quella di farsi capire quando provavo a costruire progetti con altre persone, mettendo insieme competenze ed esperienze diverse. Lavorare insieme, condividere idee e competenze è la cosa più difficile in una terra dove l’individualismo è portato all’estremo, dove il “non fidarti che ti rubano l’idea” è praticato come un mantra, dove tutti si lamentano ma non decidono mai di lavorare insieme per risolvere il problema. Diciamo che il problema non si supera ma per affrontarlo non ho smesso mai di ricercare in giro per la Calabria persone ed esperienze che avessero voglia di cooperare su obiettivi comuni. Dal mio punto di vista uno dei modi migliori per cambiare questa mentalità di chiusura è lavorare sulle nuove generazioni, a partire dalle scuole spingere i ragazzi a costruire progetti insieme, a non aver paura di condividere le proprie idee sperimentandole in progetti sul territorio e non solo tra le mura scolastiche.”

Di cosa ti occupi?
Sono un Project Manager in ambito sociale e culturale, mi occupo anche di organizzazione e gestione di eventi per aziende ed organizzazioni che desiderano promuovere i propri valori, prodotti e servizi. Sono imprenditrice e, quindi, co-founder di Talent Garden Cosenza Srl, il primo spazio di coworking in Calabria dedicato all’innovazione digitale. La mia passione più grande è la progettazione partecipata. I miei hobby sono il teatro, la danza. Amo viaggiare e scrivere: ho un blog che è anche il mio sito web, annalauraorrico.it

Ci lasci un pensiero per BaS…
E’ molto importante raccontare le storie di chi è tornato al Sud, lo trovo un buon modo per osservare un fenomeno che la nostra generazione e quelle successive vivranno ancora per molto tempo, ovvero la presa di coscienza che l’altrove spesso è sotto i nostri occhi.

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
Si. Lo scambio di esperienze è sempre positivo purché si dica sempre la verità e ci sia onestà nel confronto.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Organizziamo gli Stati generali di chi torna o resta al Sud per far emergere una nuova classe dirigente provando a collaborare tra di noi.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
Credo che andare via o restare a Sud non debba essere una “costrizione” ma una libera scelta perché andare via arrabbiati con un territorio dove non c’è meritocrazia o dove crediamo di non avere possibilità è tanto grave quanto restare senza sentire il dovere/diritto di provare a cambiare in meglio il nostro status e il contesto nel qualche viviamo. Andare via non è il male assoluto, anzi bisogna viaggiare e lavorare fuori per capire il potenziale che c’è in noi ampliando i nostri orizzonti mentali; restare non è sempre un bene se vuol dire arrendersi al destino e lamentarsi solo di ciò che non funziona.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Quando stavo fuori non mi mancava nulla della Calabria perché adoro viaggiare e scoprire nuovi mondi, ma avevo sempre un senso di vuoto perché capivo che la differenza avrei potuto farla nella mia terra dalla quale tutti vanno via prima o poi.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Vi suggerisco una persona che è veneta ma si è innamorata della Calabria e da diversi anni lavora all’osservatorio sulla ‘ndrangheta realizzando progetti davvero interessanti. Lei si chiama Stefania Ziglio e secondo me rappresenta il meglio del Nord che incontra il meglio del Sud per costruire una Italia migliore.”

Grazie Anna Laura, la tua storia che parla di innovazione sociale è lo stimolo migliore per iniziare il 2017!!

Marianna per BaS

Elio Enrico Palumbieri

Elio Enrico Palumbieri, a 19 anni lascia Barletta per motivi di studio. Si trasferisce a Trento, dove si laurea in Giurisprudenza. A 25 anni torna in Puglia. Innamorato della sua terra, per farne emergere le potenzialità crea NIDOnet, associazione dedicata a tutti gli innovatori Bari e BAT.

Tifosissimo del Bari, ci racconta con grande entusiasmo il suo ritorno…

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Per quale motivo sei tornato al Sud?
Per tentare, per provare. Perché sono profondamente convinto delle possibilità della mia terra. Ma, ammetto, non sono l’unico a crederci: il supporto di uno studio associato trentino mi ha aiutato molto. Ora, insieme allo Studio Palumbieri a Barletta, proviamo a creare qualcosa di bello nella mia Puglia.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Voglia di fare e di impegnarsi, di portare a casa quanto di bello e importante visto altrove.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Positivo. Ho trovato persone nuove, che hanno davvero voglia di impegnarsi per inseguire un’idea, un progetto e anche un’ideale nuovo. Ho trovato curiosità e tanta bellezza.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Bisogna superare le apparenze e puntare alla sostanza. Bisogna imparare ad affrontare la cultura della concorrenza inconcludente e fine a se stessa e cercare di fare sistema. Il futuro credo risieda in questo, sia tra i professionisti che tra le imprese.”

Di cosa ti occupi?
Sono praticante avvocato, specializzando in diritto agroalimentare europeo, diritto dell’innovazione e internazionalizzazione d’impresa. Inoltre, grazie al lavoro di un fantastico team, ho portato in Puglia il progetto NIDOnet: laboratorio di opportunità in cui vogliamo coinvolgere tutti i giovani motivati e interessati al mondo dell’innovazione.”

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Ci lasci un pensiero per BaS…
Non bisogna avere paura del ritorno. Ci vuole molto coraggio e intraprendenza…il Sud non è un posto per chi non sa rimboccarsi le maniche e lavorare.

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
Parliamo di professioni e di opportunità. Servono per far capire che chi torna non è solo.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Creare una mappa di chi torna, le sue competenze, i suoi progetti.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Il mare! Mi mancava il mare. Mi mancherà la serenità e la gentilezza del popolo trentino.”

Grazie Elio, BaS e NIDOnet hanno molti punti in comune per… fare “sistema”!!

Marianna per BaS

Stefania Pastore

Stefania Pastore, lascia Canosa di Puglia (BAT) per studiare Lettere presso L’Università Sapienza di Roma. Obiettivo: diventare giornalista. Cambia idea e dopo varie esperienze di lavoro, Roma inizia a non dare più risposte adeguate alle sue domande. Dopo 7 anni, a gennaio, torna in Puglia. Da marzo lavora per Atres Factory, per loro realizza reportage raccontando “paesi a modo mio”.

Qui, il suo racconto….

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“Il ritorno. Credo ci siano letterature infinite su i ritorni, reali, immaginati, sperati, auspicati, mancati, negati. Le radici. Si dice che un albero sia più forte quanto più siano forti e ben aggrappate al suolo le sue radici. Con una base solida l’albero riesce con più facilità ad espandersi, ad allungare le sue chiome, a crescere. Se non ci fossero quelle radici l’albero potrebbe tirare avanti per un po’, con l’inganno, l’illusione che l’aria possa bastargli. Ma non durerebbe molto. Quella tra l’albero e l’aria sarebbe una storia superficiale, destinata a fallire. Le radici, quelle si, belle, grosse, contorte, stravaganti, portanti. Alcune volte capita che però la terra si ammali, si distragga per un po’, troppi pensieri, troppe preoccupazioni. – Dai non ho tempo per pensare a te, dice all’albero. E l’albero che fa? L’albero se ne va, prova a trapiantarsi. -Si adesso sto con quest’altra, pensa l’albero. Niente di serio eh, però ci provo. E quello ci prova davvero a farsela andare bene la terra nuova, la sistema un po’ perché assomigli il più possibile alla sua. – Tanto la terra è terra ovunque, così pensa. -Niente, non va, prova a capirmi, ma niente. Mi manca la mia terra, l’odore, il colore, il modo in cui posso affondare le mie radici, mi manca arida, asciugata dal sole, mi manca morbida, quando piove. L’albero ci pensa un po’ su, pensa a quanta fatica deve fare per far si che possa dire: è la mia terra e ne vado fiero. Poi pensa che quella terra è sua madre, che è suo padre anche, sua sorella, sua nonna, sua nipote, sua zia, suo nonno. È sua e quando una cosa è tua devi occupartene. Ci devi almeno provare. L’albero decide di tornare, lui e la sua terra sono andati a convivere. I primi tempi, si sa, sono complicati. Discutono molto. Ma l’amore c’è. Tutto l’amore che c’è.

Questo, riassumendo, è quello che è successo a me e a tanti altri. Guardate, io proprio non me lo ricordavo che volesse dire sentirsi parte di un luogo. È strano, sai che non gli devi spiegazioni. Il tuo luogo se ne sta lì come un vecchietto dietro la vetrina in attesa dei nipotini. Parliamoci chiaro, quando si parla di ritorno e quando questo ritorno riguarda un paesino del Sud Italia, le cose si fanno complicate. Sapete qual è la cosa che più temo, la domanda che più mi mette a disagio, mi disorienta, mi disarma? E tu? Ecco, questo “e”, congiunzione, con “tu”, seconda persona singolare, seguito da punto interrogativo insinuante, è una di quelle cose che mi provoca dolore fisico quasi. Perché in quel -e tu- c’è un sacco di roba: e tu perché sei tornata? E tu il lavoro? E tu il fidanzato? E tu il matrimonio? E tu i figli? E tu la famiglia? E tu? Tu! Proprio tu, quando ti muovi? Eppur si muove! Diceva quello là. E io? Io ritorno e ci provo. Ci provo a dare un senso, a fidarmi dell’istinto, della mia natura. – Sei una tosta, con le palle. Così mi dicono. Ebbene cari, le palle non mi servono. E tu? Chi, io? Io voglio essere una femmina pugliese, con la vagina. La Puglia, d’altronde, è un gran bel pezzo di gnocca.”

Stefania Pastore per BaS

Antonella Sardelli

Antonella Sardelli, all’età di 25 anni lascia San Vito dei Normanni (BR) e si trasferisce a Madrid per completare il suo percorso formativo.  A 32 anni torna in Puglia. A Bari.

La sua passione: la Spagna e la sua cultura. Il suo hobby, dopo la lettura, il suo lavoro: “Perché quando lo si fa con passione, non è più solo un lavoro, ma la vita stessa.” Il suo ritorno è legato non solo ad un forte desiderio di tornare a casa ma ad un’opportunità lavorativa sfumata che le farà prendere un’importante decisione…

antonella5Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Mi sono trasferita a Madrid per completare la mia formazione. E mentre finivo di redigere i due tomi della mia tesi dottorale ho cominciato a lavorare come docente di italiano per stranieri presso il Dipartimento di Filologia Italiana della Facultad de Filología della Universidad Complutense de Madrid. Anche se il lavoro e la ricerca mi davano immensa soddisfazione, sono sempre rimasta legata alla mia terra. Ragion per cui, non appena mi si è presentata l’occasione, ho deciso di tornare. E nel mio caso, galeotto è stato un concorso per ricercatore bandito dall’Università degli Studi di Bari. Concorso che credevo di vincere, anche se poi così non è stato.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia del ritorno è piena di nostalgia per una università, la UCM, che funziona benissimo, in cui la didattica ruota intorno alla figura dello studente, ed in cui si può fare ricerca seria su un ramo della linguistica che in Italia viene ignorato dai più: la Fraseologia e la Paremiologia.
Ma la mia valigia è piena anche di tanti insegnamenti e tante conoscenze eredità della mia esperienza madrilena, insegnamenti e conoscenze che ho cercato di trasmettere ai miei studenti dell’ex Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari nel periodo in cui ho prestato servizio tra le sue mura. Certo non è stato facile adattarsi ad un sistema la cui impostazione è totalmente diversa rispetto a quella in cui mi sono formata e sono cresciuta professionalmente. Non sono quindi mancati momenti di scoramento e protesta in linea con un modo tutto spagnolo di affrontare gli ostacoli e ribellarsi contro quelle che si considerano ingiustizie. La valigia del ritorno è quindi piena di voglia di fare e di lottare per un sistema migliore.

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Uno dei proverbi che ho imparato a ripetermi da quando sono rientrata a Bari è QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA, SI APRE UN PORTONE. La mia esperienza universitaria a Bari non è stata delle più rosee. Sono rientrata nell’ottobre 2011 credendo di aver vinto un concorso di ricercatore e mi sono ritrovata a coprire delle vacanze con dei contratti di collaborazione, che purtroppo in ambito universitario sono una prerogativa tutta italiana, per poi essere riconvocata e scartata qualche anno dopo. La delusione è stata forte. Ma quando si chiude una porta, si apre un portone. Ed è lì che ho deciso di abbandonare quella che non era più una carriera universitaria per aprirmi un’attività in proprio e fare quello che so fare meglio: insegnare lo spagnolo. Oggi, dopo tre anni, il CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS è diventato un punto di riferimento per chi studia spagnolo su Bari e dintorni, sinonimo di professionalità e competenza. Dal 2014 poi, l’associazione DICUNT, di cui sono presidente, si occupa di promuovere e diffondere la cultura spagnola sul territorio e lo fa soprattutto attraverso due dei suoi fiori all’occhiello: 1) il CORO DICUNT, formazione giovane ed innovativa, diretta dal Maestro Leonardo Grittani, che si dedica essenzialmente allo studio e riscoperta di repertorio spagnolo dal Rinascimento ai giorni nostri; 2) BARI VALE, il primo ed unico programma radiofonico di diffusione della cultura spagnola in Italia, che si avvale del patrocinio morale del Consolato Onorario di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia. Da pochissimo abbiamo anche fondato, con la collaborazione ed il supporto del Consolato di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia, l’associazione  italo-spagnola ACIS-BARI, che si propone di continuare il lavoro di diffusione della cultura spagnola dedicandosi nello specifico alla cultura artistica spagnola.

In definitiva, non si può che parlare di un ritorno positivo, anche se ha implicato un “giro di vita” sostanziale.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Sono state numerose le difficoltà del rientro.È stato difficile abituarsi ad un sistema diverso da quello spagnolo, per molti versi meglio organizzato e più funzionale. Per superare queste difficoltà, ho sempre cercato di fare il mio lavoro con passione e dedizione. Quando non è più bastato, non mi sono persa d’animo. E mi sono creata una nuova opportunità di lavoro. E devo ammettere che sono stata fortunata. Il segreto è crederci e non arrendersi mai.

Di cosa ti occupi?
“Come accennato, da qualche anno sono la responsabile del CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS, l’unico centro dedicato esclusivamente alla didattica dello spagnolo e dell’italiano per stranieri. Dal 2014 sono anche la presidente di DICUNT, un’associazione che si occupa essenzialmente di Diffusione della cultura spagnola. Ma non solo. DICUNT è anche sede d’esame PLIDA e porta avanti e fomenta studi ricerca di Dialettologia, Fraseología e Paremiología in collaborazione con il Grupo de Investigación UCM 930235 FRASEOLOGÍA Y PAREMIOLOGÍA. Da quest’anno sono anche presidente dell’associazione italo-spagnola ACIS-BARI, che da poco ha presentato in conferenza stampa la sua I STAGIONE ARTISTICA sotto la direzione di Leonardo Grittani, che ricopre anche l’incarico di vicepresidente dell’associazione. Una stagione che si fonda sulla sinergia delle arti e in cui si spazia dalla musica al teatro, dal baile alla poesia.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Grazie di questa meravigliosa possibilità!!! È importante poter lasciare questa testimonianza. È stato facile andar via e cominciare a costruirmi un futuro fuori. La cosa più difficile è  tornare e rimboccarsi le maniche per offrire qualcosa di nuovo ed utile nel nostro territorio!!

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Creare rete e far conoscere chi ha vissuto esperienze simili è un gran aiuto.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Sono tanti coloro che decidono di tornare ma spesso è difficile ricominciare. BaS potrebbe essere d’aiuto in questo senso, dando supporto e facendo conoscere realtà interessanti e innovative che si muovono sul territorio.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La cosa che più mi mancava della mia terra è il mare. E la cosa che più mi mancherà della Spagna? …… La Spagna!”

Grazie Antonella, la tua storia sprigiona amore per la Spagna in ogni singola parola… e siamo contenti  che tanta passione tu l’abbia investita nella nostra terra!

 Marianna per BaS

Antonio Cofano

Antonio Cofano, dopo la Laurea in Matematica lascia Taranto e si trasferisce a Torino per seguire un Master in Finanza Quantitativa. Torna a 28 anni.

La sua storia la racconta, per la prima volta nero su bianco, con un entusiasmo che tiene inchiodati ad ogni singola parola. Eppure, non sono le parole nè i numeri (tanto amati da laurearsi in matematica) lo strumento di comunicazione da lui preferito, bensì i video… E  tramite il cortometraggio: ARIA (premio come miglior montaggio al festival Corto Corrente Città di Fiumicino e finalista al festival Puglia in corto) che le nostre strade si sono incrociate…

foto-antonio-cofanoPer quale motivo sei tornato al Sud?
Sono sempre stato abbastanza indeciso se avere un lavoro stabile nell’ambito economico-finanziario o se fare della mia passione per il cinema e per i video il mio lavoro, rischiando però di non avere uno stipendio fisso e adeguato rispetto alle ore di impegno lavorativo.

Dopo il liceo decisi quindi, di intraprendere gli studi universitari in matematica a Bari, principalmente come sfida con me stesso, ma anche perché la matematica è sempre stata una delle mie materie preferite. Conseguita la laurea magistrale mi si è riproposto lo stesso interrogativo, proseguire con i miei studi o cambiare strada per dedicarmi a realizzare video.

Continuare con gli studi voleva dire per me seguire un Master in Finanza Quantitativa (matematica applicata alla finanza) a Torino, presso il Collegio Carlo Alberto. Mi dissi però, che solo in caso di vittoria della borsa di studio l’avrei frequentato. E così fu, partii per Torino, precisamente per Moncalieri e intrapresi questo corso di studi. Ma più tempo passava e più mi rendevo conto che non era la strada per me. La mia educazione però, mi ha sempre portato a terminare ogni percorso da me iniziato, così conclusi il master e partecipai ad una serie di colloqui per entrare in una delle banche più importanti d’Italia, con sede a Milano. Passai i primi due step ma una volta arrivato al terzo ed ultimo rifiutai la proposta, avevo capito che era arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita.

Benchè non avessi mai effettivamente lavorato con i video avevo già una discreta esperienza in questo campo e vario materiale da poter inserire nel mio CV: video musicali, cortometraggi e montaggi per spot pubblicitari.

Pensando che il Nord dell’Italia fosse il posto in cui i sogni possono avverarsi, se c’è impegno e dedizione, iniziai a mandare il mio CV in tutte le agenzie di comununicazione tra Milano, Torino, Bologna, Firenze, ecc… per la figura di videomaker di spot commerciali, figura apparentemente molto richiesta.

Prolungai la mia permanenza a Torino, sperando quantomeno di poter sostenere un colloquio presso qualcuna di queste agenzie. Il risultato però fu più che deludente, dopo ore ed ore spese ad inviare CV non ebbi nessuna risposta, e il risultato non cambiò quando cercai di inviare il CV anche all’estero. Ma non mi arresi, tornai a casa, a Taranto, per l’estate e continuai a lavorare ai miei video ed inviare CV.

L’unica cosa che riuscii a ottenere fu un lavoro come volontario, quindi con nessun tipo di compenso, in un’agenzia ad un’ora e mezza di auto da casa mia, in cui lavorava un mio ex collega di università. Dopo 9 mesi di lavoro con questa agenzia mi fu proposto un contratto con un salario molto basso che non mi permetteva neanche di ricoprire un terzo delle normali spese di sostentamento. Mi si ripropose quindi, il solito interrogativo se continuare nel cercare di fare il lavoro dei miei sogni o ripiombare, una volta per tutte, nel mondo della finanza e delle banche.

La svolta furono i miei amici di Taranto, Andrea e Michele, con storie di ritorno molto simile alla mia, che credevano nelle mie capacità ed erano pronti ad impegnarsi per creare qualcosa di creativo, innovativo. Qualcosa in cui lavorare fosse anche un piacere ed un divertimento. Da qui nacque “Aria“, cortometraggio su un ragazzo che si interroga sul restare o partire dalla propria città, che ci ha dato tante soddisfazioni, come il premio come miglior montaggio al Festival “Corto Corrente” di Fiumicino, ma anche l’incredibile visibilità su facebook.

Così, ha preso forma 88migliaorarie un’agenzia di video produzione e comunicazione con sede a Taranto. La fatica per portare avanti questa, per ora piccolissima, attività è molta ma le soddisfazioni sono tante e l’idea di aver creato qualcosa di così creativo e stimolante dal nulla e senza l’aiuto, finanziario e non, di altri ci riempie di fiducia e di speranza.

Quindi, sembra strano da dirsi ma tornare al Sud per me è significato avere la possibilità di realizzare i miei sogni lavorativi e realizzarli insieme a persone amiche, che credono nelle mie idee, e che mettono le loro idee e le loro esperienze a disposizione del progetto, restando sempre sincere ed entusiaste.

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Esperienza e determinazione per cercare di realizzare i miei sogni.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Positivo. Tornare, ci ha dato la possibilità di creare qualcosa dal nulla, esattamente come era nelle nostre idee.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Per me le difficoltà più grandi riguardano soprattutto gli eventi culturali. Nella mia città non ci sono molti cinema e purtroppo spesso il loro palinsesto è ristretto come genere. E’ difficilissimo inoltre che ci siano concerti musicali di grandi o meno artisti o anche giovani sperimentazioni. Purtroppo anche per quanto riguarda gli eventi culturali in generale la situazione non cambia, a meno che non si parli di sagre di paese, purtroppo anche questi organizzati non troppo bene. Cosa consiglio per superare questi problemi? Fare  gruppo e cercare di organizzarsi in maniera indipendente ed entusiasta, sono certo che come me tanti altri ragazzi sarebbero contenti di partecipare, attivamente, ad eventi culturali di alto livello nella mia citta, se ce ne fossero.”

 Di cosa ti occupi?
Del mio lavoro ho già parlato in precedenza. La mia maggior passione, mi sembra intuibile, è quella per il cinema. Sono sempre stato un attento e costante cinefilo e ultimamente mi occupo anche di scrivere recensioni per una piccola rubrica ne “La voce di Manduria”.

Per il futuro, la nostra idea è quella di svilupparci dal punto di vista delle video produzioni a scopo puramente artistico. Mentre dal punto di vista commerciale vogliamo continuare ad espanderci valicando i confini tarantini, come già facciamo in qualche caso.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Il team di 88migliaorarie rigrazia Bentornati al sud per aver inizialmente condiviso sulla propria pagina il nostro corto “Aria” e ora per averci dato la possibilità di raccontare la nostra storia.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Creando una rete di figure competenti e appassionate che vogliano unirsi per valorizzare il luogo in cui vivono.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe organizzare meeting tematici o eventi culturali.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Credo sia tutto, ho scritto praticamente tutta la mia storia, ed era la prima volta che mi capitava.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Le amicizie.”

Grazie Antonio, no, le nostre storie di ritorno lo dimostrano, non è strano realizzare i propri Sogni a Sud!! La tua storia di ritorno è bellissima. Ora aspettiamo anche quella di Andrea e Michele!! 🙂

Marianna per BaS

Sviluppatori e Analisti – Catania

Davide Pisasale, è tornato da Chicago a Catania. Decide di lasciare tutto, posto fisso, visto e stipendio americano per rientrare nella sua terra. Torna e cerca di realizzare il suo vero progetto di vita: generare innovazione ed occupazione in Sicilia. Nasce così AITHO, società di consulenza innovativa nel settore IT. Sede a Catania, opera nel Nord Italia e in Sicilia.

Qui, la sua intervista per La Nuvola del Lavoro – Corriere della Sera.

 

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Sviluppatori e Analisti con competenze Javascript, Java, Java SE – EE, sviluppo web.

Figure junior e senior da inserire in progetti di Web Applications nel settore finanziario, Web enterprise e in progetti innovativi (Big Data).

Requisiti: Laurea triennale o magistrale in Informatica o Ingegneria Informatica.
Buona conoscenza dei linguaggi sopra elencati.

Offerta: inserimento a tempo indeterminato.

Sede: Catania – (Possibilità di trasferte: Torino – Milano)

Segnalato da: Davide Pisasale
Per info e CV: davidepisasale@gmail.com oppure info@aitho.it
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Barbara Rosanò

Barbara Rosanò, lascia il suo paese natale a 18 anni, per motivi di studio, e si trasferisce a Roma. Torna al Sud a 30 anni.  Non sceglie il suo paese di origine, al centro dell’istmo di Catanzaro (il punto più stretto della penisola italiana), preferisce prendere una casa in affitto di fronte al mare.

Il suo è un ritorno deciso dal caso,  che le ha fatto capire che qui, più che altrove, poteva realizzare alcuni dei suo Sogni…

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Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Sono tornata quasi per caso. Sono partita da Girifalco (CZ) a 18 anni compiuti 3 mesi prima, Roma avrebbe potuto divorarmi ma non lo fece.  Nel maggio del 2012 l’azienda per cui lavoravo chiuse… ed io pensai beh almeno mi godrò l’estate, a settembre risalirò e cercherò altro.

Invece, sorpresa delle sorprese, quasi per caso feci un colloquio a Catania e per gran fortuna mi presero a lavorare per un progetto europeo: 9 mesi di lavoro assicurato nel CARA ( centro accoglienza richiedenti asilo) di Isola Capo Rizzuto. Un lavoro difficile ma meraviglioso.  Io ancora non l’avevo capito, ma ero tornata a casa.

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia trasborda! per mia fortuna è piena di progetti e castelli in aria! La cosa più divertente di questa mia esperienza è che sono andata a vivere a Roma perchè amo  il cinema e speravo in un futuro in questo campo nella città che consideravo simbolo del neorealismo, ed è stato proprio lì che mi sono arresa credendo che la cosa fosse impossibile. Tornata a casa realizzo in parte questo sogno… metto su un progetto con amici e do vita ad un docufilm “Uscirai Sano” sull’ex Ospedale Psichiatrico del mio paese!  Per la serie la vita è bella. Solo ora, rispondendo a queste domande, ho realizzato che soltanto facendo ritorno ho potuto essere ciò per cui ero andata via.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Sono andata via quasi fosse una tappa obbligata della vita, sono tornata a casa senza neanche rendermene conto scoprendo che Roma era bella…anzi bellissima ma mi portava via tanto tempo tra la fermata di un bus e l’altra. Lavoravo e mi mantenevo a stento… e quando organizzavo qualcosa nel mio quartiere era bello si ma c’erano almeno altre 20 proposte diverse in città.

Qui in Calabria è tutto o quasi tutto da costruire! ed è per questo forse che   ho avuto tantissime soddisfazioni lavorando nel sociale e credendo in quello che desideravo e più mi impegno più vengo premiata in modi sempre diversi.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà ci sono sempre in ogni cosa! ma molte volte il destino vuole  metterci alla prova, certo a volte esagera. Ritornare così come Partire a volte è un pò come essere lasciati… che fai stai a casa e ti deprimi? No! esci e provi a sorridere e divertirti un pò, a distrarti, ricominci, riprovi, ti riproponi, riscopri e scopri.”

Di cosa ti occupi?
“Ho diverse passioni: immaginare è la prima! immagino tutti i giorni per qualche ora 😀 .

Anche per questo ho voluto dar vita, insieme ad alcuni amici, a KINEMA, associazione culturale  in movimento che si occupa principalmente di quella cosa bella che si chiama audiovisivo. Kinema  ha in attivo due documentari prodotti e realizzati in Calabria, spot sociali, un cortometraggio sui migranti e  in cantiere nuovi progetti che mirano a cambiare la concezione del calabrese in Italia.

Per mia grande fortuna faccio anche parte di MEET Project che si impegna attivamente tutti i giorni nella progettazione di una provincia meno ottusa e più accogliente, facciamo grandi cose per un cambiamento vero e di qualità! Meet in un solo anno di vita ha già imparato a correre.

Altra passione è la grafica!  Dopo il lavoro, la pulizia della casa, i cani, la fit box mi occupo di riciclo creativo! E da un anno che compro attrezzi… questa del fai da te è stata una scoperta fantastica del ritorno in Calabria.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Vi auguro di crescere sempre di più, la vostra è una idea valida, la vostra valigia mette allegria e il vostro bentornato sa di speranza! di terra e mare! 🙂 spero di collaborare con voi in un modo o nell’altro.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Vedo Bentornati al Sud come ad un “comitato di bentornato” che fa sentire le persone meno sole, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci aiuti a capire dove ci troviamo anche se quel posto è la nostra casa, che metta in contatto la gente che vuole fare.

Rispondere a questo questionario è un pò come capire la direzione da prendere, una mappa delle persone presenti sul territorio con i loro progetti e con la voglia di mettersi alla prova.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe rendere il Sud più forte, più consapevole e anche più mobile! io ci spero !”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Mi sembra di aver già parlato troppo.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Mi mancava il mare visto dalla montagna, l’aria, il sapore dei pomodori, alcuni odori, mia nonna, il rumore della mia famiglia, “andare ad acqua”, i “quadri” che percorriamo spostandoci in macchina. L’estate, le ciliegie raccolte dall’albero, le lucciole…

Sono una nostalgica mi mancava un pò tutto… ma comunque non posso dire che a Roma stessi male, un po’ mi manca anche lei e vado spesso a trovarla ma era un pò come l’isola che non c’è, avevo dimenticato com’era casa.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Antonio Pintimalli che è tornato mollando il suo lavoro a Roma per lavorare in un “bar” all’interno del polivalente per i giovani di Catanzaro. La sua esperienza nasce dalla consapevolezza a differenza della mia… io devo solo ringraziare il caso.”

Grazie Barbara
per la bellezza delle tue parole,
per quelle riservate al nostro progetto,
per la tua “agguerritissima” testimonianza! 🙂

Marianna per BaS

Tutta colpa degli anni 80!! “U Sì capit?”

Venerdì 2 settembre la città di Taranto ha ospitato il celebre Sergio Rubini con un evento organizzato da BCC San Marzano allo Yachting Club di San Vito per i 60 anni di attività sul territorio. Non è la prima volta che l’attore, regista e sceneggiatore di Grumo Appula fa tappa nella nostra meravigliosa terra ma stavolta, il suo passaggio tocca il cuore più di ogni altra occasione perché protagonista del recital che ha conquistato più di 1000 spettatori è il nostro amato SUD.

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Un successo strepitoso per uno spettacolo che racconta il fascino, lo spirito e la cultura meridionali attraverso l’ appassionata lettura ed interpretazione di testi firmati da nomi importanti: da Eschilo a Matteo Salvatore, da Edoardo De Filippo a Giacomo d’Angelo.

Ad accompagnare le letture e intervallare i momenti dialogici a quelli recitati, le musiche originali eseguite dal vivo dal maestro Michele Fazio al pianoforte. 

Proseguendo la strada della riscoperta del passato, intrapresa già con i precedenti lavori, Rubini va oltre il recital “La guerra dei cafoni” prodotto nell’estate 2013 per realizzarne uno più ricco, con poesie e racconti commoventi sul Mezzogiorno d’Italia.

“Noi siamo in un momento storico – ha spiegato Sergio Rubini – in cui bisogna tornare ad osservare gli anni ’70, quando ancora non avevamo incontrato i rovinosi anni ’80. Erano anni di passioni, erano anni in cui si dava molta importanza ai giovani e dalla gioventù che ci si aspettava i cambiamenti. Questi pensieri si sono guastati negli anni ‘80, facendo nascere le delusioni, nelle quali si radica la crisi che stiamo vivendo in questi giorni. Quindi ricominciamo dagli anni ’70 e questo spettacolo è una maniera per ricordarli”.

Suddiviso in tre parti, il recital racconta le vicende di Matteo, un ragazzo che oggi avrebbe l’età di un “nonno di tutti noi”, narra la storia di Eduardo, immerso in un Sud che nonostante tutto riesce a tirarsi su fondando su miseria e fatica il quid portante della della sua dignità e della sua poetica culturale,  continua fonte di ispirazione nonché oggetto di divulgazione e riprende infine, stralci del libro di De Amicis.

“Troppo in fretta abbiamo dimenticato le nostre origini, quelle da cui veniamo. Però, secondo me, se non ci ricordiamo bene da dove veniamo, non sappiamo neanche dove dobbiamo andare”.

Grazie Sergio. Grazie di prestar voce ad ognuno di noi.

Floriana Maraglino

Evento: Cinema Sud

Venerdì  9 settembre, presso il Teatro Comunale di Torre Santa Susanna (BR), si è tenuto l’evento: “Cinema Sud”. L’incontro, nato dalla collaborazione tra il Comune di Torre Santa Susanna, Cine qua non, Idea Radio Nel Mondo, Erchieonline.it, il Barcollo Live e  Bentornati al Sud, ha raccontato il Cinema e i Ritorni a Sud.

Due le proiezioni della serata:

Il pluripremiato cortometraggio “Tutto su Madeleine” della regista di Erchie Sabina Andrisano incentrato su un tema molto vicino alla nostra quotidianità: il pettegolezzo.

Tre sono le cose difficili: custodire un segreto, soffrire le ingiurie e saper impiegare bene il proprio tempo. Madeleine come ogni donna ha dei segreti ma vive la sua vita alla luce del sole, serenamente e con gioia. Passa il suo tempo impastando dolci e godendosi la vita con Lara e René, molto più giovane di lei. La felicità di Madeleine suscita l’invidia di Vilma, una donna arrogante e superficiale che ha una giovane figlia, Alice. Vilma gode nel diffamarla e in occasione di the con le amiche, i pettegolezzi sulla pasticcera, mischiandosi alle fantasie delle donne, si fanno sempre più pesanti e peccaminosi. Storia della costruzione di un pettegolezzo fatto di dicerie, indiscrezioni e chiacchiere. Su uno sfondo tutto rosa contaminato dalle più graffianti competizioni femminili, un gruppo di pettegole scivoleranno inconsapevoli nel labirinto degli equivoci.

Il servizio realizzato dalla RAI e trasmesso lo scorso inverno su RAI1 per Speciale TG1: Cambio Vita di Federica Balestrieri per illustrare al meglio il progetto Bentornati al Sud illustrato, durante la serata, dalla fondatrice Marianna Pozzulo.

Non solo proiezioni, però, le due giovani donne hanno  raccontato le proprie esperienze al pubblico, intervistate dal sociologo Vincenzo Sardiello, mettendo in risalto aspetti inediti e potenzialità della nostra terra fondamentali per la crescita economica e culturale del territorio.

Locandina: Pier Paolo Ciccarese – erchieonline.it

Foto: Anna Fiore – BaS