Dalla “fredda” Spagna alla vivace Bari: benvenuto Alberto de la Lama Carbajo!

Un programma europeo, un viaggio, la passione per l’insegnamento e un legame indissolubile che nessuna latitudine può spezzare, quello con la famiglia lontana.
Questi gli elementi della storia di Alberto, dalla “fredda” Spagna alla vivace Bari.
Una valigia vuota che si riempie di nuove opportunità. Ben arrivato a Sud!

Per quale motivo hai scelto il Sud?
“Erasmus. Ho scelto il sud, in particolare Bari, per il mare.”

La valigia che hai portato con te è piena di…
“Ho portato con me una valigia vuota e piano piano si è riempita di tante cose fantastiche.”

Di cosa ti occupi: lavoro, hobby, passioni?
“Dopo essermi “stra-formato”, sono diventato insegnante di spagnolo. Lavoro come professore di conversazione al Liceo Linguistico di Bitonto e il pomeriggio faccio corsi di preparazione alla certificazione di lingua spagnola in diversi licei e scuole medie. Sono anche esaminatore presso l’Ente Certificatore “Instituto Cervantes”.

La mia più grande passione è viaggiare. Ogni mese cerco di fare un piccolo viaggio per staccare della routine (anche se in questo periodo non possiamo). Poi, ascolto musica (spagnola e italiana), leggo e vedo la tv quasi sempre in spagnolo, vado a ballare, esco con i miei amici…”

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi della scelta fatta?
“Oggi posso dire che è positivo perché ho un lavoro che mi soddisfa, ho buoni amici che sono diventati la mia famiglia “barese”, e vivo in una città che sento mia. Ci sono state anche delle difficoltà, la più importante trovare un lavoro. Dopo essermi laureato in “Investigazione e tecniche di mercato”, feci un master in Marketing qui a Bari che prevedeva un tirocinio ma nel 2014 trovare un tirocinio, in piena crisi economica, era quasi impossibile. Dopo 6 mesi senza risultati, pensavo di tornare in Spagna, ma una persona speciale mi ha aiutato a indirizzare la mia carriera verso l’insegnamento della lingua spagnola. Non nego di aver provato molta paura perché non ero pronto per l’insegnamento (essere madrelingua non significa poter insegnare la propria lingua) ma iniziai a formarmi per poter insegnare lo spagnolo agli stranieri e piano piano iniziai ad avere grandi soddisfazioni finché nel 2017 vinsi il concorso a cattedra ed entrai di ruolo. A conseguire tutto questo mi ha aiutato molto il fatto che ho sempre voluto insegnare e per questo non è stato così difficile cambiare “strada”. Chi avrebbe mai detto che avrei comprato una casa a Bari e che mi sarei laureato in Lingue in Italia!!”

La cosa che più ti mancherà della tua città precedente?
“Della mia città precedente mi manca la mia famiglia e i miei amici.”

Quali sono le differenze più importanti tra la tua città precedente e quella attuale al Sud?
“Io vengo da Villalpando, nella provincia di Zamora, una città del centro nord della Spagna, quindi, una città molto fredda d’inverno e molto calda d’estate ma a parte il clima, lì funziona tutto: l’autobus arriva in orario, le strade sono pulite, i bidoni non si vedono (sono sottoterra), gli uffici pubblici funzionano. È stato molto difficile abituarmi alla burocrazia italiana, ai ritardi… potrei scrivere un intero libro di “Avventure a Bari”.”

Alla luce dell’attuale momento storico legato all’emergenza COVID come consideri la tua scelta?
“Mi manca molto la mia famiglia, anche se ogni giorno faccio una videochiamata ed è come se fossi con loro. Non mi pento della mia scelta, perché questa emergenza poteva capitarmi in una qualsiasi città spagnola comunque lontana da loro. Non vi nego che l’ansia per voler andare a trovarli più spesso e non potere è forte.”

Cosa può fare la rete BaS per chi si trasferisce al Sud?
“Aiutare alle persone che voglio tornare al Sud, soprattutto nelle pratiche burocratiche e creare un sito in altre lingue per aiutare a persone che, come me, vengono dal estero.”

Se hai dell’altro da condividere, anche un solo pensiero per BaS, questo spazio è tutto per te!
“Continuate a scoprire storie di persone che sono venute o tornate qui. Sono sempre esperienze di vita che possono aiutare altre persone che vogliono prendere questa decisione.”

Bentornati al Sud

Asuncion Yanutolo Fernandez

Asuncion Yanutolo Fernandez, Laurea in Scienze della Formazione. A 27 anni si trasferisce in Calabria, da León in Spagna, per amore.

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Perché hai scelto il Sud?
“Io in realtà non ho scelto il Sud, ho scelto mio marito! E’ stato lui a scegliere il Sud, dalle Marche, per lavoro. Poi insieme abbiamo convenuto che sarebbe stato il posto adatto per creare una famiglia.”

La “valigia” che hai portato con te è piena di…
“Piena di esperienze lavorative e di vita da Nord a Sud della Spagna. Piena di illusione per l’inizio di una nuova avventura in una terra della quale poco tempo prima non avevo sentito quasi parlare. Non sapevo niente della Calabria tranne quello che mi raccontava il mio ragazzo, e le deliziose cose che avevo già assaggiato nella sua casa di studente, come la parmigiana della nonna…”

Ad oggi, il bilancio è positivo o negativo? Ci puoi spiegar il perché?
“Positivo.
Perché ho fatto delle scelte drammatiche delle quali sono totalmente soddisfatta: andare a vivere in campagna quando avevo sempre vissuto in città, lasciare la mia vecchia professione e dedicarmi per intero al nostro progetto, che mi dà tante soddisfazioni.
Perché ho un mare, una natura e un clima da sogno.
Perché abbiamo creato una famiglia, con due figli nati in Calabria.
Perché sono cresciuta come persona mettendomi sempre in gioco e confrontandomi per apportare del mio qua, e mi sono creata una mia “vita di spagnola” in Calabria.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà?
“Le difficoltà sono tante, quelle legate ad un sistema non troppo funzionante e le difficoltà legate al fare impresa. All’inizio la difficoltà maggiore era soprattutto quella di trovare la propria dimensione, questa si è risolta man a mano che passava il tempo. Davanti alle difficoltà, consiglierei di mettersi in gioco, cercare le persone che condividono le tue passioni, girare, muoversi, conoscere gente, provare a rompere insieme barriere e preconcetti e andare oltre, per trovare il proprio posto nella nuova terra.”

Di cosa ti occupi?
“Siamo imprenditori, mio marito ha un’azienda agricola e un agriturismo, Calabrialcubo. Io sono una delle socie del birrificio artigianale ‘A Magara.

Ho tante passioni legate al nostro lavoro: il cibo, la ristorazione, le birre artigianali, l’olio extravergine, il vino, i viaggi… In più lo yoga, ho organizzato un piccolo gruppo con un insegnante nel paese dove viviamo, da ormai quattro anni.”

Quali sono le differenze che reputi più importanti, tra la tua precedente città e quella attuale nel meridione?
La vita sociale nel meridione, almeno da queste parti, è molto legata alla famiglia e a gruppi abbastanza strutturati da tempo. Si esce poco per strada e si sta più a casa in famiglia. In Spagna la vita sociale è molto più attiva e si fa di fuori, si sta di fuori, per strada, nei parchi, nelle piazze, si vive di più la strada.”

Quale sarà la cosa che più ti mancherà?
“Ci sono momenti nei quali ovviamente mi manca la mia famiglia e mi manca la Spagna in generale, il casino, la gente…. a volte mi manca la città, la scelta culturale.. ma per fortuna vivo molto vicina all’aereoporto!”

Suggeriresti ai tuoi amici la tua città al Sud?
“Non potrei, ma perché è una scelta di vita la mia, non potrei consigliare a nessuno di farla. Ma certamente sì la suggerirei per farsi delle bellissime vacanze, e di fatto lo suggerisco a tutti quanti!”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Grazie al mio lavoro, io spagnola, sono diventata un buon ospite del Sud per le persone di tutte le nazionalità e del Nord d’Italia che scelgono di trascorrere le sue vacanze nel nostro agriturismo. Aiuto loro a scoprire le meraviglie di questa terra. E porto anche la Calabria e Nocera Terinese (CZ) in giro per il mondo, durante le fiere e i viaggi di lavoro, con i nostri prodotti e con i premi che riceviamo con le nostre birre.”

Una rete tra tornati e benvenuti al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi si trasferisce?
“Sì. Moltissime delle persone con le quali mi relaziono abitualmente sono tornate o trasferite, sono un appoggio costante nella mia vita per i tanti punti in comune.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Creare un gruppo dove poter conoscere persone in condizioni simili alla propria, e scoprire che sono anche vicine fisicamente. Lanciare degli argomenti di interesse generale per tutti i tornati e benvenuti.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Mi hanno, da poco, fatto notare che se sono qua da 12 anni sarà perché ho fatto la scelta giusta, in effetti non ci penso spesso, ma è così. Ho scelto il Sud e il Sud ormai è la mia casa. Non sono più una straniera in terra lontana, ma la straniera di casa. Per vivere bene scelte di questo tipo bisogna trovare la propria dimensione, prendere tutto il positivo che il nuovo paese ci può dare, e tirare fuori il meglio di se stessi se si pensa che qualcosa potrebbe migliorare, apportando la propria esperienza.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Benvenuti al Sud?
Tamara Marques Casey. Ares Guasch. Ana Benitez. Esperanza Martin Garcia.

Bentornati al Sud

Marta Tardáguila del Castillo

Marta Tardáguila Del Castillo, 29 anni. Laureata in Storia dell’Arte, a 25 anni lascia Madrid e si trasferisce a Bari per iniziare una nuova vita.

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Perché hai scelto il Sud?
“Ho conosciuto Bari nel 2010 grazie ad una borsa di studio Erasmus. Sono sincera, non era stata la mia prima scelta. Non sapevo nemmeno dove fosse. Però il destino ha voluto che io mi trovassi qui, ed è stata una piacevolissima sorpresa. Ho trovato una realtà completamente diversa da quella in cui sono cresciuta. Penso che ogni persona cerchi sempre l’opposto di quello che già conosce, perché si sa, non ci accontentiamo mai. Per questo motivo, per me che sono nata a Madrid e ho sempre vissuto lì, trovare una realtà piccola e a misura d’uomo dove ci vuole molto poco per avere tanto, è stato molto importante. Poi è stata anche la città che all’età di 21 anni mi ha regalato quel pezzettino di “indipendenza” che significa l’Erasmus, e questo non si dimentica mai. Dopo essere stata per circa dieci mesi in questa città, sono tornata in Spagna anche se non me ne sono mai andata completamente perché a Bari ho anche trovato quello che è ancora oggi l’amore della mia vita. Quindi insieme ci siamo trasferiti a Madrid, io a malincuore e lui molto volentieri, ma le cose non sono andate come ci aspettavamo e alla fine nel 2013 siamo tornati qui.”

La “valigia” che hai portato con te è piena di…
“Potrei dire vuota. Vuota perché per me tornare qui è stato come una rinascita. Dopo aver provato a costruirci una vita a Madrid, ma senza successo, dopo due anni di continua lotta per poi ritrovarci sempre a mani vuote, quando finalmente abbiamo deciso di tornare mi sono lasciata tutto alle spalle per andare incontro a quello che più volevo: vivere serenamente la mia indipendenza, la mia vita. E sapevo bene che Bari mi avrebbe dato quello di cui avevo (avevamo) bisogno. Un attimo di respiro. So che molti penseranno che sono pazza (“da Madrid a Bari!”) ma a quel punto della mia vita avevo bisogno di questo.”

Ad oggi, il bilancio è positivo o negativo?
“Positivo ovviamente, altrimenti non sarei rimasta tutto questo tempo. Quando parti da zero non può che andare bene perché puoi soltanto crescere. Non avevo grandi pretese quando sono venuta. L’unico mio obiettivo era quello di vivere. Purtroppo o per fortuna io, come molti miei coetanei, sono cresciuta senza pensieri né preoccupazioni, e questo spesso ha portato a una certa mancanza di identità. Ecco cosa cercavo io: la mia identità. E l’ho trovata.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà?
“Le difficoltà ci sono state, soprattutto all’inizio, ma non più di tanto. Per fortuna non sono mai stata sola. Sia la mia famiglia che la famiglia del mio fidanzato ci hanno sempre sostenuti ed aiutati in tutti i modi e questo ha contribuito a rendere tutto più facile.”

Di cosa ti occupi?
“Ho avuto la fortuna di incontrare Antonella Sardelli (Antonella è una #BaS che abbiamo intervistato lo scorso anno: qui la sua storia), amante dello spagnolo nonché responsabile del Centro de Estudios Lingüísticos e presidente di DICUNT e dell’Associazione Italo-Spagnola (denominata ACIS BARI). Ho iniziato a collaborare con lei quasi da subito e attualmente mi occupo delle lezioni di spagnolo per italiani. A parte questo, sono sempre impegnata nelle diverse attività che organizziamo per la diffusione della cultura spagnola. Sono anche socia fondatrice dell’associazione culturale DICUNT, membro del suo coro, insomma, un sacco di belle cose. Poi nel mio tempo libero c’è sempre qualche vestito da cucire, qualche sciarpa da finire, o qualcosa da creare…”

 

Quali sono le differenze che reputi più importanti, tra la tua precedente città e quella attuale nel meridione?
“Innanzitutto le dimensioni. Io sono di Madrid, una grande città dove tutto è grande, lontano, impersonale. Per quanto sia una bella città, queste sono le cose che più mi rendevano difficile la vita lì, soprattutto dopo aver vissuto in una città come Bari, piccola, a misura d’uomo, dove tutti si conoscono, o quasi (anche se devo dire, a questa cosa non mi sono ancora abituata!!!). A Bari, lo dico e lo dirò sempre, la vita è più facile.”

Cosa ti manca maggiormente?
“Evidentemente la famiglia e gli amici, quelli più vicini. Anche se la maggior parte degli amici sono anche loro fuori dalla Spagna. Insomma, mi manca non avere vicino le persone più care, ma per il resto, non mi manca proprio niente.”

Suggeriresti ai tuoi amici la tua città al Sud?
Io sì, la suggerirei, a chi come me non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Credo che questo sia un bel posto da dove iniziare, un bel punto di partenza. Poi qui c’è il mare, qualcosa che per noi madrileni è veramente un lusso. Anziché prendere la metro per andare in centro, ti fai una passeggiata sul lungomare. Cos’altro vuoi?”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Che dire, la mia storia a Bari è molto personale e capisco che non tutti la pensino come me. Ognuno di noi cerca cose diverse dalla vita, e quello che cercavo io l’ho trovato qui. Ciò non toglie che un domani ci siano altre domande ed altre città pronte a darmi una risposta… ¡Nunca se sabe!”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Bellissima iniziativa che ci dà l’opportunità di raccontare e condividere le nostre esperienze personali.”

Una rete tra tornati e benvenuti al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi si trasferisce?
“Per quanto mi riguarda, condividere le esperienze può fornire un sostegno morale a chi arriva, la prova che ce la si può fare.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe mettere in contatto gli stranieri che vivono stabilmente a Bari e questo potrebbe essere l’inizio di tante belle cose.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Benvenuti al Sud?
Alberto De La Lama Carbajo

Grazie Marta!

Bentornati al Sud

 

 

Antonella Sardelli

Antonella Sardelli, all’età di 25 anni lascia San Vito dei Normanni (BR) e si trasferisce a Madrid per completare il suo percorso formativo.  A 32 anni torna in Puglia. A Bari.

La sua passione: la Spagna e la sua cultura. Il suo hobby, dopo la lettura, il suo lavoro: “Perché quando lo si fa con passione, non è più solo un lavoro, ma la vita stessa.” Il suo ritorno è legato non solo ad un forte desiderio di tornare a casa ma ad un’opportunità lavorativa sfumata che le farà prendere un’importante decisione…

antonella5Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Mi sono trasferita a Madrid per completare la mia formazione. E mentre finivo di redigere i due tomi della mia tesi dottorale ho cominciato a lavorare come docente di italiano per stranieri presso il Dipartimento di Filologia Italiana della Facultad de Filología della Universidad Complutense de Madrid. Anche se il lavoro e la ricerca mi davano immensa soddisfazione, sono sempre rimasta legata alla mia terra. Ragion per cui, non appena mi si è presentata l’occasione, ho deciso di tornare. E nel mio caso, galeotto è stato un concorso per ricercatore bandito dall’Università degli Studi di Bari. Concorso che credevo di vincere, anche se poi così non è stato.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia del ritorno è piena di nostalgia per una università, la UCM, che funziona benissimo, in cui la didattica ruota intorno alla figura dello studente, ed in cui si può fare ricerca seria su un ramo della linguistica che in Italia viene ignorato dai più: la Fraseologia e la Paremiologia.
Ma la mia valigia è piena anche di tanti insegnamenti e tante conoscenze eredità della mia esperienza madrilena, insegnamenti e conoscenze che ho cercato di trasmettere ai miei studenti dell’ex Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari nel periodo in cui ho prestato servizio tra le sue mura. Certo non è stato facile adattarsi ad un sistema la cui impostazione è totalmente diversa rispetto a quella in cui mi sono formata e sono cresciuta professionalmente. Non sono quindi mancati momenti di scoramento e protesta in linea con un modo tutto spagnolo di affrontare gli ostacoli e ribellarsi contro quelle che si considerano ingiustizie. La valigia del ritorno è quindi piena di voglia di fare e di lottare per un sistema migliore.

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Uno dei proverbi che ho imparato a ripetermi da quando sono rientrata a Bari è QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA, SI APRE UN PORTONE. La mia esperienza universitaria a Bari non è stata delle più rosee. Sono rientrata nell’ottobre 2011 credendo di aver vinto un concorso di ricercatore e mi sono ritrovata a coprire delle vacanze con dei contratti di collaborazione, che purtroppo in ambito universitario sono una prerogativa tutta italiana, per poi essere riconvocata e scartata qualche anno dopo. La delusione è stata forte. Ma quando si chiude una porta, si apre un portone. Ed è lì che ho deciso di abbandonare quella che non era più una carriera universitaria per aprirmi un’attività in proprio e fare quello che so fare meglio: insegnare lo spagnolo. Oggi, dopo tre anni, il CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS è diventato un punto di riferimento per chi studia spagnolo su Bari e dintorni, sinonimo di professionalità e competenza. Dal 2014 poi, l’associazione DICUNT, di cui sono presidente, si occupa di promuovere e diffondere la cultura spagnola sul territorio e lo fa soprattutto attraverso due dei suoi fiori all’occhiello: 1) il CORO DICUNT, formazione giovane ed innovativa, diretta dal Maestro Leonardo Grittani, che si dedica essenzialmente allo studio e riscoperta di repertorio spagnolo dal Rinascimento ai giorni nostri; 2) BARI VALE, il primo ed unico programma radiofonico di diffusione della cultura spagnola in Italia, che si avvale del patrocinio morale del Consolato Onorario di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia. Da pochissimo abbiamo anche fondato, con la collaborazione ed il supporto del Consolato di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia, l’associazione  italo-spagnola ACIS-BARI, che si propone di continuare il lavoro di diffusione della cultura spagnola dedicandosi nello specifico alla cultura artistica spagnola.

In definitiva, non si può che parlare di un ritorno positivo, anche se ha implicato un “giro di vita” sostanziale.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Sono state numerose le difficoltà del rientro.È stato difficile abituarsi ad un sistema diverso da quello spagnolo, per molti versi meglio organizzato e più funzionale. Per superare queste difficoltà, ho sempre cercato di fare il mio lavoro con passione e dedizione. Quando non è più bastato, non mi sono persa d’animo. E mi sono creata una nuova opportunità di lavoro. E devo ammettere che sono stata fortunata. Il segreto è crederci e non arrendersi mai.

Di cosa ti occupi?
“Come accennato, da qualche anno sono la responsabile del CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS, l’unico centro dedicato esclusivamente alla didattica dello spagnolo e dell’italiano per stranieri. Dal 2014 sono anche la presidente di DICUNT, un’associazione che si occupa essenzialmente di Diffusione della cultura spagnola. Ma non solo. DICUNT è anche sede d’esame PLIDA e porta avanti e fomenta studi ricerca di Dialettologia, Fraseología e Paremiología in collaborazione con il Grupo de Investigación UCM 930235 FRASEOLOGÍA Y PAREMIOLOGÍA. Da quest’anno sono anche presidente dell’associazione italo-spagnola ACIS-BARI, che da poco ha presentato in conferenza stampa la sua I STAGIONE ARTISTICA sotto la direzione di Leonardo Grittani, che ricopre anche l’incarico di vicepresidente dell’associazione. Una stagione che si fonda sulla sinergia delle arti e in cui si spazia dalla musica al teatro, dal baile alla poesia.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Grazie di questa meravigliosa possibilità!!! È importante poter lasciare questa testimonianza. È stato facile andar via e cominciare a costruirmi un futuro fuori. La cosa più difficile è  tornare e rimboccarsi le maniche per offrire qualcosa di nuovo ed utile nel nostro territorio!!

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Creare rete e far conoscere chi ha vissuto esperienze simili è un gran aiuto.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Sono tanti coloro che decidono di tornare ma spesso è difficile ricominciare. BaS potrebbe essere d’aiuto in questo senso, dando supporto e facendo conoscere realtà interessanti e innovative che si muovono sul territorio.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La cosa che più mi mancava della mia terra è il mare. E la cosa che più mi mancherà della Spagna? …… La Spagna!”

Grazie Antonella, la tua storia sprigiona amore per la Spagna in ogni singola parola… e siamo contenti  che tanta passione tu l’abbia investita nella nostra terra!

 Marianna per BaS