Elio Lobello, dopo cinque anni a Bologna per motivi di studio, torna a Catanzaro sua città di origine. Si occupa di progettazione sociale, in particolare di progetti finanziati dall’Unione Europea in ambito sociale, cooperazione territoriale e impresa. Con alcuni amici, ha dato vita ad un progetto che si occupa di sviluppo locale partecipato. Strettamente legato a questo progetto è il suo Sogno di ritorno, che ben si riassume in questa frase: “Fornire nuovi occhi a chi vuole reinventare vecchie terre” che accoglie chi visita il sito dell’associazione.
Scopriamo insieme la Calabria progettata da Elio….
Per quale motivo sei ritornata al Sud?
“Perché trovo che il mio lavoro abbia meno senso fuori dalla Calabria.”
La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia per il momento è sempre a portata di mano. Sono ancora pendolare per l’Italia, in particolare da Roma, dove ho lavorato negli ultimi 2 anni e dove ancora ho degli incarichi.
La mia valigia a parte un kit da pendolare sempre pronto ha un sogno che si chiama MEET Project e che vuole unire i puntini sparsi per l’Italia e per il mondo che ho tracciato negli anni. E’ piena di amici che ora sono diventati anche colleghi, con i quali stiamo provando a darci una possibilità diversa, nuova e indipendente da chi fin ora nel bene o nel male ci ha sostanzialmente sfruttati.”
Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Mantengo ancora l’entusiasmo del rientro, anche se parziale, nonostante le mille difficoltà di rientrare in una terra in cui purtroppo i ritardi sono tantissimi, soprattutto quando vuoi avviare una nuova attività in ambito sociale. Sembra esserci un fermento, anche se ancora non molto forte ed evidente, ma si percepisce qualcosa e questo dà energia.”
Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà sono le più varie, dalla diffidenza delle persone, alla paura della competizione, ai problemi burocratici, alla corruzione, alle clientele. Per superarli si deve essere persistenti e perseveranti. Occorre una buona dose di autodisciplina e soprattutto avere una base di valori ed obiettivi comuni sempre presente.”
Di cosa ti occupi?
“Sono progettista europeo e mi occupo anche dell’organizzazione e gestione di eventi culturali. Con MEET Project mi piacerebbe riuscire ad avere un ruolo e incidere nell’ambito dell’accoglienza ai migranti e per l’apertura a culture alternative alla nostra. Vorrei che la Calabria fosse un laboratorio a livello Europeo in questo ambito, ne ha le capacità e le professionalità, questo è il mio obiettivo di lungo periodo.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Credo che il pensiero migliore da dare a chiunque oggi sia: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo insieme.”
Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Si. Dico si, ma non sono pienamente convinto in realtà. Ho paura che il tutto si riduca a qualche riunione piena di buoni propositi, ma che si conclude nel nulla. Bisogna sempre costruire reti e le occasioni per farlo sono sempre benvenute, ma soprattutto in Calabria penso che una rete debba nascere per un motivo altro dal semplice “fare rete”, si resta sempre troppo nella vaghezza quando si utilizza questo termine, bello ma troppo abusato. Bisogna dare alle reti una concretezza e una solidità in grado di saper resistere alla quotidianità.”
Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Dare visibilità, offrire occasioni di formazione e informazione, promuovere progetti congiunti, fare lobbing sulle autorità locali per una maggiore chiarezza nelle varie pratiche amministrative e burocratiche , ad esempio bandi e finanziamenti.”
La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Il mare.”
Grazie Elio…
…la rete tra tornati che suggerisci… è quella che noi vogliamo!
…la Calabria che tu sogni… è il Sud che noi sogniamo!!
Marianna per BaS
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