Ilaria Magagna, dal Veneto alla Puglia: un incontro un po’ danza e un po’ tarantella.

Ilaria Magagna

Ilaria donna, mamma e imprenditrice ha scelto di trasferirsi dal Veneto in Puglia circa quindici anni fa. E’ approdata ad Ostuni per un lavoro in ambito culturale. Da allora continua a trasformare la sua vita, i luoghi e le relazioni che ha scelto di abitare con un incontro che è “a volte una piacevole danza, altre una tarantella sfrenata che mi lascia senza fiato e con un po’ di vertigini”. Ci offre spunti di riflessione sul work-life balance e l’attenzione al bene comune come risorsa anche nei momenti di emergenza come quello che stiamo affrontando.

Da dove sei partita?  
Nata e cresciuta a Soave (VR), a 19 anni mi sono trasferita a Bologna per studiare.

Per quale motivo hai scelto il Sud?
Lavoro, sono approdata a Ostuni, al centro per le arti e il teatro La Luna nel Pozzo.

La valigia che hai portato con te è piena di…   
All’epoca era piena di “sogni, speranze, incertezze, curiosità”. Adesso è piena anche di “progetti, relazioni, opportunità”.

Di cosa ti occupi: lavoro, hobby, passioni?
Il mio lavoro è anche il mio hobby e la mia passione! Sono una facilitatrice e mi occupo di facilitare (rendere facile) le dinamiche di team, aiutare le persone a lavorare meglio insieme.
Dopo aver fondato e lavorato con Comunitazione (www.comunitazione.com)  sul tema della partecipazione e del community building ho deciso, insieme a Melania Bigi, di fondare TARA (www.tarafacilitazione.com ) che si occupa di accompagnare le imprese nei loro processi di trasformazione con un particolare focus sul teamwork, portando quindi la facilitazione e la partecipazione nel mondo aziendale.

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi della scelta fatta?
Ho sempre pensato che il Sud è una terra vergine, uno spazio dove se hai voglia, ingegno e anche un pò di fortuna è possibile inventarti un lavoro. Al nord, soprattutto in ambito culturale e teatrale che era il mio ambito di partenza era già stato fatto, inventato e detto tutto. In qualche modo avrei dovuto percorrere una strada già tracciata. Qui in Puglia ho potuto invece costruirmi il mio spazio. Provare, sbagliare e riprovare costruendo le opportunità a misura per me. Quelli negativi sono la lontananza dalla famiglia (soprattutto quando decidi di fare due figli a poca distanza l’uno dall’altra:)) e la mancanza di odori, colori, sapori che fanno parte delle mie radici. Sul piano culturale, invece, a volte è difficile l’incontro tra la cultura e i valori che ho introiettato dentro di me frutto della mia terra d’origine e quelli che ho incontrato trasferendomi in Puglia. A volte questo incontro è una piacevole danza altre una tarantella sfrenata che mi lascia senza fiato e con un pò di vertigini.

La cosa che più ti mancherà della tua città precedente?
Le montagne, i colori dell’autunno, un certo approccio al lavoro e all’imprenditorialità.

Quali sono le differenze più importanti tra la tua città precedente e quella attuale al Sud? In positivo la centralità delle relazioni. In negativo l’attenzione al bene comune.

Alla luce dell’attuale momento storico legato all’emergenza COVID come consideri la tua scelta?
Non bene credo…..Sono mamma oltre che donna e imprenditrice e mi ha pesato tantissimo una mancanza di confronto pubblico e di attenzione a certi temi. Qui la famiglia tiene ma questa è un coltello a doppia lama: ci si dimentica, a volte, che non si può crescere solo in seno alla famiglia. C’è bisogno di un’apertura alla sfera collettiva delle scelte private e personali. Per me, tra l’altro, che sono “senza famiglia” è stata ancora più dura…La crisi ha portato molti a chiudersi dentro i legami familiari e a cercare lì, nel privato, ciò di cui avevano bisogno dimenticandosi che non per tutti questo è possibile. Un esempio? Nel paese dove sono nata, nonostante la zona rossa, non hanno mai chiuso i parchi pubblici. Qui, a Ceglie, si. In un momento difficile in cui le scuole erano chiuse e i bambini (ma anche le loro famiglie) soffrivano l’isolamento c’era uno spazio pubblico, reso sicuro, dove ci si poteva incontrare, dove ai bambini era data la possibilità di giocare all’aria aperta insieme ad altri bambini e alle famiglie di sentirsi meno sole.

Cosa può fare la rete BaS per chi si trasferisce al Sud?
All’inizio, la cosa più difficile, è stata orientarmi. Capire dove e come trovare risposte a molte questioni logistiche e organizzative. Qui ci si affida molto al passa parola e alle conoscenze che una persona ha. Cosa molto difficile per chi è arrivat* da poco.

Se hai dell’altro da condividere, anche un solo pensiero per BaS, questo spazio è tutto per te!
Era da un pò che aspettavo che qualcun* mi facesse queste domande! Grazie.

Bentornati al Sud

Dalla “fredda” Spagna alla vivace Bari: benvenuto Alberto de la Lama Carbajo!

Un programma europeo, un viaggio, la passione per l’insegnamento e un legame indissolubile che nessuna latitudine può spezzare, quello con la famiglia lontana.
Questi gli elementi della storia di Alberto, dalla “fredda” Spagna alla vivace Bari.
Una valigia vuota che si riempie di nuove opportunità. Ben arrivato a Sud!

Per quale motivo hai scelto il Sud?
“Erasmus. Ho scelto il sud, in particolare Bari, per il mare.”

La valigia che hai portato con te è piena di…
“Ho portato con me una valigia vuota e piano piano si è riempita di tante cose fantastiche.”

Di cosa ti occupi: lavoro, hobby, passioni?
“Dopo essermi “stra-formato”, sono diventato insegnante di spagnolo. Lavoro come professore di conversazione al Liceo Linguistico di Bitonto e il pomeriggio faccio corsi di preparazione alla certificazione di lingua spagnola in diversi licei e scuole medie. Sono anche esaminatore presso l’Ente Certificatore “Instituto Cervantes”.

La mia più grande passione è viaggiare. Ogni mese cerco di fare un piccolo viaggio per staccare della routine (anche se in questo periodo non possiamo). Poi, ascolto musica (spagnola e italiana), leggo e vedo la tv quasi sempre in spagnolo, vado a ballare, esco con i miei amici…”

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi della scelta fatta?
“Oggi posso dire che è positivo perché ho un lavoro che mi soddisfa, ho buoni amici che sono diventati la mia famiglia “barese”, e vivo in una città che sento mia. Ci sono state anche delle difficoltà, la più importante trovare un lavoro. Dopo essermi laureato in “Investigazione e tecniche di mercato”, feci un master in Marketing qui a Bari che prevedeva un tirocinio ma nel 2014 trovare un tirocinio, in piena crisi economica, era quasi impossibile. Dopo 6 mesi senza risultati, pensavo di tornare in Spagna, ma una persona speciale mi ha aiutato a indirizzare la mia carriera verso l’insegnamento della lingua spagnola. Non nego di aver provato molta paura perché non ero pronto per l’insegnamento (essere madrelingua non significa poter insegnare la propria lingua) ma iniziai a formarmi per poter insegnare lo spagnolo agli stranieri e piano piano iniziai ad avere grandi soddisfazioni finché nel 2017 vinsi il concorso a cattedra ed entrai di ruolo. A conseguire tutto questo mi ha aiutato molto il fatto che ho sempre voluto insegnare e per questo non è stato così difficile cambiare “strada”. Chi avrebbe mai detto che avrei comprato una casa a Bari e che mi sarei laureato in Lingue in Italia!!”

La cosa che più ti mancherà della tua città precedente?
“Della mia città precedente mi manca la mia famiglia e i miei amici.”

Quali sono le differenze più importanti tra la tua città precedente e quella attuale al Sud?
“Io vengo da Villalpando, nella provincia di Zamora, una città del centro nord della Spagna, quindi, una città molto fredda d’inverno e molto calda d’estate ma a parte il clima, lì funziona tutto: l’autobus arriva in orario, le strade sono pulite, i bidoni non si vedono (sono sottoterra), gli uffici pubblici funzionano. È stato molto difficile abituarmi alla burocrazia italiana, ai ritardi… potrei scrivere un intero libro di “Avventure a Bari”.”

Alla luce dell’attuale momento storico legato all’emergenza COVID come consideri la tua scelta?
“Mi manca molto la mia famiglia, anche se ogni giorno faccio una videochiamata ed è come se fossi con loro. Non mi pento della mia scelta, perché questa emergenza poteva capitarmi in una qualsiasi città spagnola comunque lontana da loro. Non vi nego che l’ansia per voler andare a trovarli più spesso e non potere è forte.”

Cosa può fare la rete BaS per chi si trasferisce al Sud?
“Aiutare alle persone che voglio tornare al Sud, soprattutto nelle pratiche burocratiche e creare un sito in altre lingue per aiutare a persone che, come me, vengono dal estero.”

Se hai dell’altro da condividere, anche un solo pensiero per BaS, questo spazio è tutto per te!
“Continuate a scoprire storie di persone che sono venute o tornate qui. Sono sempre esperienze di vita che possono aiutare altre persone che vogliono prendere questa decisione.”

Bentornati al Sud

Dalla Lettonia alla Puglia: trasformare caffè e vino in arte contemporanea senza dimenticare il Medio Evo.

Non ci ha mai spaventato raccontare il Sud con tutte le sue contraddizioni, e non ci tiriamo mai indietro quando c’è da andare oltre ai luoghi comuni del bel tempo, la vita lenta, il mare che cura tutti i problemi.

In questa storia abbiamo trovato pane per i nostri denti. Annika, una “benvenuta”, arrivata dalla capitale della Lettonia in un piccolo paesino pugliese, ci ha raccontato la sua esperienza in Puglia. Con sentimento vero, senza mezze misure, con onestà. Un sentimento che va oltre le bellezze palesi, e accetta anche i difetti.

Tutto in questa storia d’amore, perché “il Sud è Amore”, dice.

Per quale motivo hai scelto il Sud?

“Erasmus studi per 4 mesi e poi il tirocinio del progetto Leonardo Da Vinci per un anno.”

La valigia che hai portato con te è piena di…

“Era piena di colori, pennarelli, matite, carta e 3 dizionari in lingua italiana per gli stranieri.”

Di cosa ti occupi: lavoro, hobby, passioni?

“In questo momento sono la mamma di due piccoli bimbi Italo – Lettoni e sto lavorando sui miei progetti  artistici come i “Caffèrelli” e le “Di_vine” o i “Blu”: Annika Dzerve artist

Sono schizzi fatti con il caffè sulla carta nei momenti di pausa oppure con il vino rosso, in genere primitivo. Tra un paio di mesi torno a lavorare anche nel campo della rievocazione storica. Io creo gli abiti filologici, gli  accessori, le protezioni, i ricami e altro, basandomi su studi e disegni riprodotti sui manoscritti, miniature e ritrovamenti museali medievali. La mia pagina per le repliche storiche è visitabile su Facebook : “Porpora“.  Con altri due ragazzi dell’associazione Milites Friderici II abbiamo vinto il bando PIN della Regione Puglia per il nostro progetto: l’azienda artigianale “HOMA”. Nel campo artistico, nel prossimo futuro, ho tanti altri progetti da realizzare insieme con mio marito.”

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi della scelta fatta?

“Per me il Sud è il tempo atmosferico caldo, il sole e il cielo blu, il cibo fresco e molto saporito, il  vino, la gente molto amichevole, aperta ed espressiva, le tradizioni locali, la naturalezza e bellezza nella semplicità, ma soprattutto l’amore con mio marito e la nostra famiglia. Un aspetto negativo, per me, è la mancanza dell’arte e della cultura contemporanea, e a volte dell’innovazione.”

La cosa che più ti mancherà della tua città precedente?

“Di Riga mi mancano la cultura, i concerti, l’arte, il design e le associazioni culturali creative.”

Quali sono le differenze più importanti tra la tua città precedente e quella attuale al Sud?

“Riga, la mia città precedente, è la capitale dalla Lettonia. La mia città attuale, al Sud, Oria (BR) è il piccolo paesino in cui tutti conoscono tutti, tutti aiutano tutti e la gente vive in modo molto unito. Noi ci siamo trasferiti in campagna a 3km dal paese, vivendo più in sintonia con la natura. Mio marito, architetto tornato in Puglia, a casa fa il giardiniere e ha costruito il laghetto con i pesciolini. Insieme ci occupiamo dell’orto biologico, abbiamo raccolto le olive per fare il nostro olio buonissimo, abbiamo fatto i pomodori secchi, il sugo, i fichi cucchiati, la marmellata. Il mio prossimo piccolo progetto sono le arnie delle api. I nostri figli corrono scalzi sulla erbetta e dormono in amaca sotto un albero di fichi che ha piantato il loro nonno. Una favola! 😄”

Alla luce dell’attuale momento storico legato all’emergenza COVID come consideri la tua scelta?

“Vivendo qui con la famiglia abbiamo fatto la scelta migliore perché siamo molto più liberi di chi vive in città.”

Cosa può fare la rete BaS per chi si trasferisce al Sud?

“Per gli stranieri magari qualche lezione divertente della lingua locale!  😁”

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“Sud è Amore.”

Bentornati al Sud

Non confondere l’innamoramento con l’amore: l’andata e il ritorno di Silvana Dimatteo

Silvana Dimatteo

Barletta-Roma, e ritorno.

Silvana è rientrata nella sua città natale all’età di 30 anni, e da lì è iniziato un periodo di crescita e soddisfazioni personali. Dopo l’innamoramento che tutti noi Bentornati abbiamo provato, chi più chi meno, nella fase iniziale della fuga dal Sud, ha iniziato a ripensare a casa, a sentirsi fuori luogo, ed è rientrata. E qui ha imparato ad osservare e apprezzare la realtà da cui proveniva.

E così ci racconta, con un lucido sguardo su sé stessa, sui suoi conterranei e sui suoi luoghi, la propria storia.

Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Quando sono arrivata a Roma ho vissuto un periodo di vera euforia, passeggiavo per i suoi vicoli piena di uno stupore e di un entusiasmo quasi fanciulleschi. Roma mi ha donato tantissimo: stimoli culturali e sociali, tanti nuovi amici, l’indipendenza economica, cose bellissime da vedere e da fare. I primi anni a Roma ho vissuto con le classiche farfalle nello stomaco tipiche dell’innamoramento. Non a caso è una delle città più belle del mondo. Ad un certo punto quell’innamoramento è iniziato a scemare e ho cominciato a provare il classico senso di alienazione che può provocare il vivere in una grande città. Il senso crescente di profonda nostalgia e la voglia di trovare un posto in cui sentirsi a casa hanno fatto il resto.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Tanta crescita professionale e umana, tanta maturità in più. Come donna sono sicuramente una persona molto più consapevole, ho imparato a dare un valore più giusto alle cose e ad andare oltre i luoghi comuni.”

Di cosa ti occupi: lavoro, hobby, passioni?
“Appena tornata, per un paio d’anni, ho ricoperto il ruolo di Quality Assurance Engineer in un’azienda software a Bari in ambito HR (sostanzialmente mi occupavo di progettare ed eseguire casi di test per garantire la qualità del software e la rispondenza alle esigenze dei committenti). A questo proposito credo che il bagaglio di competenze acquisite negli anni romani siano stati fondamentali per approdare a questa opportunità professionale. Da circa un anno e mezzo lavoro invece in Regione Puglia, grazie allo scorrimento della graduatoria di un concorso pubblico a cui avevo partecipato diversi anni fa.

Nel tempo libero ho due grandi interessi, la lettura e la partecipazione agli eventi del mio territorio, in particolare in tema di cultura e di ambiente. Uno dei temi che più mi sta a cuore è partecipare alle iniziative di recupero del degrado urbano e di valorizzazione del territorio. Assisto alla nascita di diversi movimenti dal basso in questo senso che mi fanno ben sperare.”

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi del ritorno?
“Aspetti positivi. In Puglia ho ritrovato una vita un po’ più lenta, la possibilità di vivere con intensità i rapporti senza essere condizionati dalle distanze, c’è più silenzio e uno spazio visivo più libero. Mi sento parte integrante di una comunità in cui mi sento qualcuno (l’enorme grandezza di Roma non me lo consentiva) e, ultima ma non ultima, ho la possibilità di vivere con continuità la mia famiglia.

Aspetti negativi: all’inizio è stato tutto difficile, dal lavoro ai contatti sociali. C’era un’intera vita da riscostruire. Il senso di smarrimento e il dubbio di aver fatto una scelta sbagliata nei primi mesi mi hanno tormentata. Poi pian piano le cose sono migliorate. Oggi l’aspetto maggiormente negativo che riscontro è la mentalità un po’ chiusa, soprattutto di chi è sempre rimasto nello stesso posto. A volte vedo poca apertura mentale, passiva rassegnazione o peggio ancora arroganza nei confronti del proprio territorio. Il senso civico, l’amore e il rispetto per il nostro territorio, a mio avviso, farebbero fare al Sud un grande passo in avanti rispetto ai limiti che ancora esistono. “

La cosa che più ti mancava del Sud e/o la cosa che più ti mancherà della città in cui hai vissuto?
“Del Sud la cosa che più mi mancava era la possibilità di apprezzare la bellezza delle cose semplici e delle cose lente. Di Roma mi manca la sua grande bellezza.”

Alla luce dell’attuale momento storico legato all’emergenza COVID come consideri la tua scelta di ritorno?
“La presenza dei miei cari è stata sicuramente un fattore molto rassicurante.”

Cosa può fare la rete BaS per chi è tornato o vuole tornare?
“La condivisione di esperienze simili alla tua ti aiuta a capire che la tua scelta non è così solitaria e strampalata, ma è comune a tante persone. Leggere che anche altri hanno avuto difficoltà e ne sono usciti ti aiuta a pensare che ce la farai anche tu. A questo proposito secondo me, nei limiti del possibile, BaS dovrebbe puntare a più momenti di incontro virtuale o fisico tra gli aderenti, per conoscersi, raccontarsi esperienze, consigliarsi. Inoltre può essere luogo di condivisione di opportunità lavorative, a vantaggio di chi vuole tornare.”

Se hai dell’altro da condividere anche un solo pensiero per BaS, questo spazio è tutto per te!
“Uno dei meriti più grandi di BaS è, a mio avviso, di non raccontare il Sud con lo stereotipo del sole, mare e orecchiette! Voi raccontate il nostro territorio senza stereotiparlo o idealizzarlo ma attraverso le diverse testimonianze personali e reali di chi ha fatto l’esperienza di tornare, e ci date la possibilità di leggere e scrivere parole d’amore per il nostro Sud e di parlare di parentesi di vita lontane dalla nostra terra, che ci hanno cambiato profondamente. Spero che sempre più persone vogliano e riescano a tornare portando con sé il proprio bagaglio di esperienze maturato altrove, e quindi nuova linfa e nuove idee per proteggere e rivitalizzare la nostra amata terra.”

Bentornati al Sud

Pasquale Dedda – cibo e moda color Zafferano.

Pasquale Dedda, Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari. A 27 anni lascia Carapelle (FG)  per andare a lavorare a Cremona. Torna dopo un anno nella sua città natale.

Pasquale Dedda

Per quale motivo sei tornato al Sud?
“Perchè mi mancavano gli odori, i colori e i sapori della mia terra e sapevo che “tornare” sarebbe stato il mio futuro. Inoltre, la ricerca disperata di un lavoro aveva dato risultati infruttuosi, decisi che era ora di prendere una decisione definitiva: tornare alle origini!”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La valigia del ritorno, paradossalmente, è piena come quella della partenza. Nonostante tutto, mentre andavo via, in me, era sempre viva la voglia di ritornare e darmi una possibilità nella mia terra natia. Ero certo del diamante grezzo che stavo lasciando, la mia Puglia, e che alla fine sarei ritornato per farlo splendere.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Il ritorno è stato positivo, perchè sono riuscito a realizzarmi nel lavoro, dando vita e concretezza ai progetti per i quali avevo studiato e lavorato duramente. Nello stesso tempo non ho dovuto rinunciare agli affetti a me più cari, vivendo a pieno tutte le meraviglie e le atmosfere uniche che la vita del Sud ci riserva.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà del rientro sono rappresentate unicamente nella consapevolezza che la tornare non è semplice, a causa dei molteplici ostacoli che si devono superare e che contraddistinguono il “vivere” al Sud: mentalità schive alle innovazioni e ai cambiamenti; la non accettazione ad uscire dagli schemi (non avere quell’ambizione del posto fisso, ad esempio) ecc ecc… Cerchiamo di rompere questi muri di cartone. Io ho pensato che l’America non doveva essere cercata altrove, perchè l’America é qui. Il mio consiglio è quello di credere in quello che si fa e non aver paura di rischiare, il mondo è di chi ha voglia di prenderselo, costi quel che costi!

Di cosa ti occupi?
“Oggi sono a capo di Cuor di Zafferano, coltiviamo zafferano a Carapelle (FG), nella zona della Daunia, sui terreni che sono in possesso della mia famiglia da tre generazioni. Il nostro zafferano viene venduto in tutta Italia, inoltre è nata anche una particolare linea di biscotti e un fantastico dessert allo zafferano variegato all’amarena. La nostra è una visione di azienda a 360°, oltre al food abbiamo voluto pensare anche al fashion, così è nata, in collaborazione con il sarto Angelo Inglese di Ginosa (TA), in Puglia, la cravatta tinta naturalmente con il nostro zafferano, un capo 100% natural, dotato di codice di tracciabilità come negli alimenti.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Il SOLE! Quando sono tornato i miei occhi hanno subito un cambiamento, sono tornati a vedere il mondo a colori, prima vedevo tutto in scala di grigi. 🙂 “

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Sì. Serve per dare prova che c’è molta gente che “ce l’ha fatta”, di conseguenza è una motivazione in più per far bene nella propria terra. Potrebbe essere anche un’ottima piattaforma di unione di menti e di idee per dar vita a nuove collaborazioni.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Fare rete, raccontare storie, mettere in comunicazione i giovani e le aziende del Sud, cercando di creare delle valide opportunità, cercare di aiutare a far divenire realtà idee e progetti concreti.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Ho sentito parlare di voi in radio alle 7:00 del mattino, subito sono stato affascinato da questo fantastico progetto. Quindi ho pensato di far conoscere anche la mia storia, per testimoniare che i Sogni possono divenire realtà, basta crederci ed essere perseveranti in ciò che si fa, mai arrendersi!

Bentornati al Sud

Posizioni aperte nel settore Information Technology – Bari, Lecce e Roma

PassaLavoroITechnology

Links Management and Technology S.p.A – società di consulenza che fornisce servizi e soluzioni di Information Technology per il mondo bancario, per la Pubblica Amministrazione e le imprese, con oltre 300 professionisti che operano nelle sedi di Milano, Roma, Firenze, Sondrio, Bari e Lecce

ricerca

Programmatore JAVA da certificare su QUADIENT
Sedi: Lecce e Bari

Quadient (GMC) Inspire Software Developer
Sedi: Lecce e Bari

Programmatore web categoria protetta 69/1999
Sedi: Lecce, Bari e Roma

Mobile Developer
Sede: Lecce

Programmatore Microsoft C#/.Net
Sede: Roma

Programmatore Ext JS
Sede: Roma

Programmatore Php
Sede: Roma

PHP Software Architect / Senior Developer
Sede: Roma

Programmatore Java EE
Sede: Roma

Invio CV a: oronzo.lezzi@linksmt.it
La ricerca è rivolta a persone di entrambi i sessi (L. 903/77). Gli interessati sono pregati di inviare un dettagliato CV con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali (D. Lgs. 196/2003).

Segnalato dal nostro BaS: Oronzo Lezzi

Rosanna Petruzzi

Rosanna Petruzzi, Laurea in Economia e Commercio. A 25 anni lascia Conversano (BA) per frequentare un corso a Bolzano. Successivamente si trasferisce a Roma per lavoro.  Torna a 33 anni nella sua città natale.

foto profilo bk

Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Per realizzare il sogno di mettere a posto la casa di campagna e aprire un bed and breakfast.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Una nuova forma mentis, più aperta e orientata al risultato, che mi ha aiutato nel concretizzare gli obiettivi e che mi aiuta nella gestione attiva del mio lavoro.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Per lo stile di vita più tranquillo, per la possibilità di vivere più da vicino la famiglia e gli amici.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“La mancanza di servizi adeguati, la cattiva gestione della cosa pubblica, la mentalità più ristretta del paese. La Puglia sta crescendo tantissimo dal punto di vista turistico, ma c’è ancora tanto da fare. Dovremmo capire che la cura del territorio è importante se vogliamo continuare sulla strada dell’accoglienza e del turismo.”

Di cosa ti occupi?
“Sono riuscita nel mio progetto, vivo in campagna e gestisco un bed & breakfast nella casa in cui vivo con mio marito e il nostro piccolo Paolo: B&B Quattrolinari.

Mi piace camminare in campagna, ci vado con i mie due cani, coltivare l’orto, cucinare cibi sani in compagnia di mio figlio.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Io ho cambiato totalmente stile di vita, dai ritmi incalzanti della città e della vita da ufficio, mi occupavo di controllo di gestione in una grande azienda, sono passata alla vita in campagna a gestire una nuova attività prevalentemente stagionale, qual è quella di un B&B. All’inizio non è stato facile, ma col tempo ho capito che è stata la scelta giusta per me!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Mi mancavano i colori e gli odori della mia terra, mi mancherà un po’ il caos di Roma! 🙂 “

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Sì. Sapere che altri hanno fatto la stessa scelta di vita, cioè quella di tornare nella propria terra, può essere stimolante e rassicurante al tempo stesso.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Vivere fuori ti va vedere, al ritorno, la tua terra con occhi diversi, e magari dal confronto con chi ha vissuto questa stessa esperienza, possono nascere idee costruttive.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Credo che un’esperienza di studio o lavoro fuori casa sia necessaria per crescere e migliorare se stessi.

Bentornati al Sud

Piergiuseppe Esercizio

“Esperienza”, “vita sociale”, “progetti” e “famiglia” sono dei concetti che ritornano costantemente, se non nelle loro parole nero su bianco, sempre nelle conversazioni che abbiamo, de visu o sul web, con i ragazzi che decidono di affidarci le proprie storie.

Ogni volta si genera una magica alchimia per cui qualcuno, su invito o spontaneamente, decide di parlarci un po’ di sé, dei propri perché e dei propri come, del proprio ritorno o del proprio arrivo al Sud, e per magia riaffiorano, quando scorriamo le righe che ci hanno regalato o ascoltiamo le parole che ci consegnano, quelle parole che ci riportano sempre alla stessa incontrovertibile realtà: “nessun uomo è un’isola“, come scriveva John Donne.

Ecco un altro dei motivi per i quali spesso il Sud “vince” sul Nord, perché oltre alla sua rinascita, oltre al suo potenziamento, oltre al suo fascino, nei bilanci dei Bentornati il Sud rappresenta le radici. E le radici umane sanno crescere forti, in infanzia e giovinezza, e assorbire il nutrimento dalla terra, ed il terreno per propria natura non può traslocare. Ecco perché chi nasce al Sud, a volte, non riesce a ritrovare altrove lo stesso “nutrimento”, anche quando quell’ altrove gli ha offerto più di ciò che sperava.

La storia di oggi è quella raccontata dalle parole di Piergiuseppe Esercizio, classe 1975, da Bari a Modena e ritorno.

Piergiuseppe Esercizio

La crisi economica e del lavoro non ha scalfito gli ambienti ipertecnologici dell’informatica, anzi: si pensi alle statistiche di luglio 2017, quando la percentuale di impiego dei laureati in tale ambito si attestava al 96% dei laureati. Un boom che ha permesso a Piergiuseppe di cercare di tornare a casa, mantenendo intatto il proprio profilo professionale.

Gli chiediamo, come sempre facciamo, quali siano state le difficoltà del rientro, e ci dice: “La difficoltà principale è stata trovare un progetto in cui credere, per questo ho cercato sempre attraverso i tanti canali che internet mette a disposizione“. “Progetto”, si diceva: l’importanza di sapere che se si torna non si dovranno accantonare tutte le aspettative di crescita e coerenza che si erano coltivate da quando ci si era iscritti all’università o si era iniziata una carriera.

Piergiuseppe è andato via proprio per lavoro, a Modena, città esempio di architettura industriale che ne segna inequivocabilmente l’identità e i tratti, ed è andato via, diversamente da molti altri che al Nord si trasferiscono per studiare, quando aveva 31 anni. Per poi lasciarla all’età di 42.

Lasciate che ve lo dica una che è andata via tante volte e da tante città: questa è una storia diversa. Andar via da un posto a 18 anni, quando hai solo voglia di lasciar casa e imparare ad autogestirti ( e magari riuscirci poco), è un conto. Poi conoscere nuovi amici, nuovi luoghi, e magari rientrare a casa solo per le vacanze e guardarla con nostalgia. Ma a 30 anni il luogo in cui vivi è Casa, molto di più, molto più intensamente, quindi lasciarlo è più impegnativo ancora. Poi – parla sempre quella che ha lasciato tante città – una volta che ti sei ri-radicato in un nuovo posto, quando hai il tuo giro, il tuo pub preferito, la tua lavanderia di fiducia, riprendere tutto e andare via ancora una volta non è, semplicemente, difficile: è coraggioso, temerario.

Lo fai per un motivo valido. Dice Piergiuseppe che è tornato “per portare la (propria) esperienza nelle aziende meridionali”. “Esperienza”, l’ho scritta per prima, questa parola. Perché è così che succede: ti viene un dubbio, quando sei fuori: “Ma perché queste cose che so fare devo farle qui, e non a casa mia?”

Non è un caso che Piergiuseppe ci dica che il suo bilancio del ritorno è positivo perché ha “realizzato il sogno di lavorare per il Sud”.

È un sogno comune fra i trapiantati. Poi bisogna trovare il progetto giusto, diceva Piergiuseppe qualche riga più su, e in questo è stata fondamentale l’esistenza di Bentornati al Sud: “Mi siete stati molto d’aiuto quando credevo di non trovare un’opportunità per tornare“. Perché la rete di Bentornati al Sud (cito testualmente) è utile “per reinserirsi anche socialmente, e per fare squadra, tornare dopo un’esperienza fuori apre la mente, avere a che fare con persone che hanno avuto un’esperienza di vita/lavorativa simile aiuta a diffondere quanto di positivo c’è fuori“.

La socializzazione intesa non solo come reinserimento nella vita sociale (sic), abbattendo il muro della paura del “ma c’è ancora qualcuno di simile a me, nel posto da cui sono andato via tanti anni fa?”, ma anche come condivisione delle informazioni e delle storie, che, condivise, contribuiscono alla narrazione del Sud del Possibile.

Ma cosa è mancato, e cosa mancherà a Piergiuseppe, protagonista di questa storia un po’ diversa, che ha avuto il coraggio e la fortuna di tornare al Sud e riuscire a realizzare se stesso? La famiglia. La famiglia d’origine, di cui sentiva la mancanza quando era a Modena, che è stata uno dei propulsori della sua scelta di rientrare, e la famiglia acquisita, quella modenese, quella adottiva, che lo ha accolto nel suo periodo settentrionale, le tante persone che ha “trovato e lasciato” e che gli hanno sempre mostrato affetto e rispetto indiscutibili.

Perché “nessun uomo è un’isola”, e quindi a Piergiuseppe va il nostro “bentornato” nell’arcipelago-Sud.

Roberta Iacovelli

Senior IT Project Manager – Programmatore Responsabile Sviluppo Software e IT / Puglia

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Traipler è la prima piattaforma di Video Content Marketing e Digital Storytelling per la produzione e diffusione di contenuti video originali di qualità professionale ​con un vasto catalogo di più di 50 soluzioni video template omologati e di successo ​​per ogni categoria merceologica​,​ che il cliente può produrre ad hoc ​e a basso costo ​grazie​ a​ un network di 600 videomaker distribuiti su tutto il territorio nazionale​.

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Sede: Putignano (Bari)

 

Per candidarsi:

Senior IT Project Manager

Programmatore Responsabile Sviluppo Software e IT

 

Segnalato da: Agela D’Aprile

Maurizio Di Pinto

Maurizio Di Pinto, Laurea in Comunicazione d’impresa. Lascia Bisceglie (BAT) a 19 anni per studiare a Roma. Torna a 30 anni nella sua città natale.

MaurizioDiPinto

Per quale motivo sei tornato al Sud?
“Sono andato via dal Sud a 19 anni con tanto entusiasmo e tanta voglia di crescere. Sin da allora, però, il mio obiettivo ultimo è sempre stato quello di tornare e dare vita ad un mio progetto. Ho trascorso a Roma gli anni più importanti della mia vita, quelli della crescita culturale e personale. Ho amato la città e tutte le opportunità che mi ha dato. Roma è una città stupenda ma molto complessa e, se non riesci ad integrarti nei meccanismi, può anche essere molto molto faticosa. Se impari a viverla, però, ti permette di prendere tanto e, in pochi anni, ti crea un bagaglio che in altre città non basterebbe una vita intera. Nonostante tutto, non ho mai pensato di trascorrerci tutta la vita e ho sempre avuto la consapevolezza di tornare alla prima occasione utile. Questa occasione si è presentata a 29 anni e, anche se in quel momento la mia vita a Roma era soddisfacente, ho deciso di approfittare perchè, andando avanti con gli anni, sarebbe stato sempre più difficile cambiare città. Nel 2009, quindi, un’amica pugliese mi ha prospettato un lavoro per cui serviva una figura professionale come la mia e, in 15 giorni, mi sono dimesso dall’azienda per cui lavoravo e sono tornato nel mio paese natale, a Bisceglie.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia di ritorno è piena di tanti progetti e speranze. Sono trascorsi circa 7 anni da quando vivo stabilmente al Sud e devo dire che ho avuto la fortuna di realizzare alcuni progetti. Ne restano comunque ancora molti, motivo per essere sempre dinamici e in continuo movimento. Vivendo al Sud si apprezzano tante cose positive, tante comodità in più rispetto alle grandi città. Tuttavia la cosa che temo di più è l’appiattimento, tipico di tante realtà: l’accontentarsi di quella apparente situazione di calma e stabilità. La mia, quindi, non è stata solo una valigia da portare giù e svuotare. Ho sempre la valigia a portata di mano perchè, per quanto possibile, ho la necessità di andare fuori, riempirla e tornare a svuotarla costantemente.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Il mio ritorno non è stato semplice all’inizio, credo non lo sia mai per nessuno, ma sicuramente molto positivo. Al Sud ho avuto la possibilità di realizzare dei progetti in prima persona che, in città più grandi, difficilmente avrei potuto affrontare in maniera autonoma. Dare vita a progetti di imprenditoria individuale è molto difficile se vivi in una città metropolitana perchè hai bisogno di molte più risorse. Al Sud, da questo punto di vista, invece, ritengo ci sia una maggiore semplicità, anche se poi ci si confronta con una realtà non pronta a certe prospettive e, quindi, per sopravvivere e andare avanti non bisogna mai smettere di fare “cultura”. Oggi sono soddisfatto perchè porto avanti il mio progetto lavorativo e riesco a vivere tutti gli aspetti positivi che il Sud offre. Ritengo che, avendo la fortuna di svolgere un lavoro gratificante, la qualità della vita al Sud, sotto diversi aspetti, sia decisamente migliore rispetto a tante altre realtà più grandi.

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“La cosa più difficile, al rientro, è stata il riabituarsi alla quotidianità. Quando stai via tanti anni, anche se torni nel tuo paese e quindi “casa tua”, in realtà, stai comunque andando in un posto nuovo. Dieci anni sono tanti, il paese non è più lo stesso, gli amici non sono più quelli  lasciati quando avevi 19 anni. In dieci anni cambiano molte cose, cambiano le persone e soprattutto cambiamo noi. All’inizio mi sentivo molto diverso dalle persone che erano sempre rimaste al Sud. Ho vissuto un primo momento di profonda frustrazione. Mi sentivo uno sconosciuto in casa. Ero passato da giornate intense, piene di attività frenetiche, quelle che vivevo a Roma, a giornate in cui oltre il lavoro non avevo altro da fare. Il telefono non squillava per una partita di calcetto o per andare al cinema e quando squillava erano amici di Roma che magari non erano a conoscenza del mio trasferimento. La cosa importante, a quel punto, è stata non abbattersi e riprendere pian piano la quotidianità, ricominciare a farsi una nuova cerchia di amici, cercare nuovi interessi e situazioni in cui esprimere le proprie passioni. Il mio consiglio è di avere pazienza e ricominciare tassello su tassello a ricrearsi la vita che si desidera.”

Di cosa ti occupi?
“Da 4 anni ho aperto un’agenzia di organizzazione di eventi: Vision Management. Mi occupo principalmente di eventi aziendali e ho la fortuna di lavorare in maniera continuativa con importanti clienti del Nord. Offro tutti i servizi legati agli eventi e mi sono focalizzato proprio sul Sud. Ho creato una struttura efficiente, ben organizzata, che va dalla semplice fornitura di hostess e promoter alla completa organizzazione di un evento complesso e strutturato. Ho messo su una proposta di servizi seria, concreta e affidabile e ho trovato il mio mercato di riferimento. Sono molto spesso fuori ma, nel tempo che trascorro al Sud, ho la possibilità di dedicarmi alle mie passioni come il calcio, gli spettacoli e le iniziative culturali. Nonostante i nostri ritmi siano decisamente più calmi rispetto al Nord, ho sempre troppo poco tempo per curare i tanti progetti in cantiere. Ho sempre una grande passione per le nuove sfide, le nuove avventure lavorative e i nuovi progetti. E’ nella nascita e nella crescita dei progetti che trovo i miei stimoli.”

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La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Innanzitutto la famiglia. Per quanto dire questa cosa mi faccia sentire “terrone”, nel senso buono del termine ovviamente, non posso fare a meno di considerarla tra le cause principali del mio rientro. Quando vivevo a Roma, città in cui stavo benissimo, sono successi due episodi che hanno contribuito a far suonare un campanellino. Ho fatto un piccolo incidente e sono rimasto col braccio immobilizzato per un pò di giorni. In quel momento ho avvertito un senso di solitudine, nonostante l’affetto e la collaborazione di tanti amici che mi aiutavano persino a lavarmi. Dopo un po’, invece, hanno operato mio padre (un piccolo intervento) e, per quanto consapevole che figli e genitori debbano fare la propria vita, ho avuto il timore di perdermi qualcosa e di essere assente in alcuni momenti importanti. Roma mi resterà sempre nel cuore però. I suoi luoghi, i posti vissuti, le mille esperienze, gli amici, l’odio per il caos giornaliero e l’emozione che procura quando fai un giro di sera. Mi manca la grande offerta culturale, i tanti spettacoli e i teatri che puoi vivere giornalmente e, per un appassionato di spettacoli, vi assicuro che è una grande rinuncia. Queste sensazioni rimarranno sempre nel cuore e non sarà possibile dimenticarle. Il giorno prima di trasferirmi al Sud, ho trascorso tutta la notte girando in scooter e ripercorrendo tutti i luoghi significativi in cui ero stato nei dieci anni romani: dalla prima casa, all’Università, ai posti preferiti, alle piazze e alle periferie che ho avuto la fortuna di conoscere.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Scherzando dico sempre che, andare via di casa per dieci anni, è stata contemporaneamente la cosa migliore e la peggiore che potessi fare. Quando vivi più realtà, di fatto, ovunque sei ti mancherà qualcosa. In realtà, oggi, non andrei più via dal Sud anche perchè sto realizzando un progetto importante anche nella vita privata.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Credo creando opportunità di incontro, anche se so che si sta facendo, tra tutti i “rimpatriati” e condividere le esperienze che sicuramente si sono apprese stando fuori. In questi ultimi mesi ho scoperto tanti giovani pugliesi, in molti casi tornati a casa, con competenze di altissimo livello. Siamo sempre pochi rispetto alla totalità della popolazione ma facendo un bel lavoro di divulgazione credo si possa dare un grande contributo alla nostra terra.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Creare appuntamenti fissi, in forma di associazionismo, magari mensili, con punti da discutere ed esperienze da condividere, fino ad arrivare ad organizzare eventi regionali di grossa portata. Creando una rete di professionisti si potrebbe mettere su una struttura capace di offrire servizi, informazione e formazione nelle aree in cui si avverte una carenza.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Il mio è solo un ringraziamento per la passione e la costanza che, nonostante i mille impegni di ciascuno, riuscite a mettere in questo bellissimo progetto. Ho fatto tante esperienze e ho girato tanto l’Italia. Se il mio contributo potrà servire sono a disposizione.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Giulietta Stasi.”

Bentornati al Sud