Barbara Rosanò

Barbara Rosanò, lascia il suo paese natale a 18 anni, per motivi di studio, e si trasferisce a Roma. Torna al Sud a 30 anni.  Non sceglie il suo paese di origine, al centro dell’istmo di Catanzaro (il punto più stretto della penisola italiana), preferisce prendere una casa in affitto di fronte al mare.

Il suo è un ritorno deciso dal caso,  che le ha fatto capire che qui, più che altrove, poteva realizzare alcuni dei suo Sogni…

barbararosano

Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Sono tornata quasi per caso. Sono partita da Girifalco (CZ) a 18 anni compiuti 3 mesi prima, Roma avrebbe potuto divorarmi ma non lo fece.  Nel maggio del 2012 l’azienda per cui lavoravo chiuse… ed io pensai beh almeno mi godrò l’estate, a settembre risalirò e cercherò altro.

Invece, sorpresa delle sorprese, quasi per caso feci un colloquio a Catania e per gran fortuna mi presero a lavorare per un progetto europeo: 9 mesi di lavoro assicurato nel CARA ( centro accoglienza richiedenti asilo) di Isola Capo Rizzuto. Un lavoro difficile ma meraviglioso.  Io ancora non l’avevo capito, ma ero tornata a casa.

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia trasborda! per mia fortuna è piena di progetti e castelli in aria! La cosa più divertente di questa mia esperienza è che sono andata a vivere a Roma perchè amo  il cinema e speravo in un futuro in questo campo nella città che consideravo simbolo del neorealismo, ed è stato proprio lì che mi sono arresa credendo che la cosa fosse impossibile. Tornata a casa realizzo in parte questo sogno… metto su un progetto con amici e do vita ad un docufilm “Uscirai Sano” sull’ex Ospedale Psichiatrico del mio paese!  Per la serie la vita è bella. Solo ora, rispondendo a queste domande, ho realizzato che soltanto facendo ritorno ho potuto essere ciò per cui ero andata via.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Sono andata via quasi fosse una tappa obbligata della vita, sono tornata a casa senza neanche rendermene conto scoprendo che Roma era bella…anzi bellissima ma mi portava via tanto tempo tra la fermata di un bus e l’altra. Lavoravo e mi mantenevo a stento… e quando organizzavo qualcosa nel mio quartiere era bello si ma c’erano almeno altre 20 proposte diverse in città.

Qui in Calabria è tutto o quasi tutto da costruire! ed è per questo forse che   ho avuto tantissime soddisfazioni lavorando nel sociale e credendo in quello che desideravo e più mi impegno più vengo premiata in modi sempre diversi.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà ci sono sempre in ogni cosa! ma molte volte il destino vuole  metterci alla prova, certo a volte esagera. Ritornare così come Partire a volte è un pò come essere lasciati… che fai stai a casa e ti deprimi? No! esci e provi a sorridere e divertirti un pò, a distrarti, ricominci, riprovi, ti riproponi, riscopri e scopri.”

Di cosa ti occupi?
“Ho diverse passioni: immaginare è la prima! immagino tutti i giorni per qualche ora 😀 .

Anche per questo ho voluto dar vita, insieme ad alcuni amici, a KINEMA, associazione culturale  in movimento che si occupa principalmente di quella cosa bella che si chiama audiovisivo. Kinema  ha in attivo due documentari prodotti e realizzati in Calabria, spot sociali, un cortometraggio sui migranti e  in cantiere nuovi progetti che mirano a cambiare la concezione del calabrese in Italia.

Per mia grande fortuna faccio anche parte di MEET Project che si impegna attivamente tutti i giorni nella progettazione di una provincia meno ottusa e più accogliente, facciamo grandi cose per un cambiamento vero e di qualità! Meet in un solo anno di vita ha già imparato a correre.

Altra passione è la grafica!  Dopo il lavoro, la pulizia della casa, i cani, la fit box mi occupo di riciclo creativo! E da un anno che compro attrezzi… questa del fai da te è stata una scoperta fantastica del ritorno in Calabria.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Vi auguro di crescere sempre di più, la vostra è una idea valida, la vostra valigia mette allegria e il vostro bentornato sa di speranza! di terra e mare! 🙂 spero di collaborare con voi in un modo o nell’altro.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Vedo Bentornati al Sud come ad un “comitato di bentornato” che fa sentire le persone meno sole, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci aiuti a capire dove ci troviamo anche se quel posto è la nostra casa, che metta in contatto la gente che vuole fare.

Rispondere a questo questionario è un pò come capire la direzione da prendere, una mappa delle persone presenti sul territorio con i loro progetti e con la voglia di mettersi alla prova.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe rendere il Sud più forte, più consapevole e anche più mobile! io ci spero !”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Mi sembra di aver già parlato troppo.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Mi mancava il mare visto dalla montagna, l’aria, il sapore dei pomodori, alcuni odori, mia nonna, il rumore della mia famiglia, “andare ad acqua”, i “quadri” che percorriamo spostandoci in macchina. L’estate, le ciliegie raccolte dall’albero, le lucciole…

Sono una nostalgica mi mancava un pò tutto… ma comunque non posso dire che a Roma stessi male, un po’ mi manca anche lei e vado spesso a trovarla ma era un pò come l’isola che non c’è, avevo dimenticato com’era casa.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Antonio Pintimalli che è tornato mollando il suo lavoro a Roma per lavorare in un “bar” all’interno del polivalente per i giovani di Catanzaro. La sua esperienza nasce dalla consapevolezza a differenza della mia… io devo solo ringraziare il caso.”

Grazie Barbara
per la bellezza delle tue parole,
per quelle riservate al nostro progetto,
per la tua “agguerritissima” testimonianza! 🙂

Marianna per BaS

Viviana Gentile

Viviana Gentile, a 18 anni, parte da Catanzaro e va a Milano per motivi di studio. A 27 anni, torna nella sua città natale. Un ritorno temporaneo, che si è straformato in definitivo grazie ad un canto improvviso dal “sapore antico”….

 VivianaGentilePer quale motivo sei tornata al Sud?

“All’inizio ero solo di passaggio per un periodo di pausa di due mesi, dopo i quali sarei dovuta ripartire per la meta che credevo fosse il mio obiettivo, gli Stati Uniti.”

La tua valigia del ritorno è piena di…

“Piena di competenze, capacità, curiosità, amore e voglia di resistenza. Sono tornata pensando che mi sarei fermata poco. Poi ho prestato il mio orecchio al canto della sirena, al Sud, e il suo canto mi ha ammaliato, come un’antica nenia mi risuonava in testa. E’ stato come non riuscire più a farne a meno. Mi ha catturato. Io non volevo.”

 Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

“Positivo. Ho percepito, da un luogo da cui non mi aspettavo più nulla, una vita, una passione e una forza straordinaria! Una voglia di rinascita e di resistenza intensa! Nella sua complessa contraddittorietà il Sud, la Calabria, mi ha sempre attratto. Negli anni passati mi ero limitata a osservarla da lontano (per tutte e due le tesi di laurea ho fatto dei lavori di ricerca che avevano come oggetto il meridione), ma il mio sguardo era innamorato e distante allo stesso tempo.”

 Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

“Moltissime. Forse, quello che più mi pesa è la secolare vocazione al lamento. In realtà pian piano stiamo già provando a superarla impegnandoci attivamente. Con degli amici ho fondato l’associazione MEET Project con cui cerchiamo di “dare nuovi occhi a vecchie terre” promuovendo la cultura dell’integrazione, dell’accoglienza e cercando di stimolare il dibattito sui temi dell’ambiente, della cultura, dell’impresa e della cooperazione. Non è facile. Ci vuole costanza, pazienza e presenza sul territorio. Moltissimi giovani sono rientrati, dopo anni di vita in giro per il mondo, e questo mi dà molta fiducia. Quello che più manca è una nuova visione, uno sguardo acceso e libero che riesca a cogliere e diffondere la bellezza che già c’è e che si può generare. Paradossalmente, vista la congiuntura storico-economica che viviamo, il Sud ha una grande possibilità in questo momento ed è proprio la mia generazione, altamente formata e aperta al mondo, che sta facendo ritorno.”

 Di cosa ti occupi?

“Mi occupo di editoria e progettazione. Ho studiato editoria e lavoro in una casa editrice La Rondine Edizioni, curo la collana di libri per bambini. Con MEET Project mi occupo di progettazione e promozione culturale. Inoltre, come ufficio stampa, collaboro con  Trame-Festival dei libri sulle mafie.”

Ci lasci un pensiero per BaS…

“La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? 

“Si. Solo insieme e in cooperazione si possono cambiare le cose, con costanza e perseveranza.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Far conoscere le persone che lavorano attivamente e diffondono buone pratiche.”

 La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

“La mia famiglia (che in buona parte non vive più qui) e i miei amici espatriati in tutti gli angoli del mondo. Ma questa mancanza è la mia forza, non mi fa paura. So di avere molte case, una per ogni persona che mi vuole bene. Una per ogni posto dove ho vissuto.”

Grazie Viviana, la forza delle tue parole…. trasmette tanta Forza anche a noi!

Marianna per BaS

Elio Lobello

Elio Lobello, dopo cinque anni a Bologna per motivi di studio, torna a Catanzaro sua città di origine. Si occupa di progettazione sociale, in particolare di progetti finanziati dall’Unione Europea in ambito sociale, cooperazione territoriale e impresa. Con alcuni amici, ha dato vita ad un progetto che si occupa di sviluppo locale partecipato. Strettamente legato a questo progetto è il suo Sogno di ritorno, che ben si riassume in questa frase: “Fornire nuovi occhi a chi vuole reinventare vecchie terre” che accoglie chi visita il sito dell’associazione.

Scopriamo insieme la Calabria progettata da Elio….

Elio LobelloPer quale motivo sei ritornata al Sud?
“Perché trovo che il mio lavoro abbia meno senso fuori dalla Calabria.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia per il momento è sempre a portata di mano. Sono ancora pendolare per l’Italia, in particolare da Roma, dove ho lavorato negli ultimi 2 anni e dove ancora ho degli incarichi.
La mia valigia a parte un kit da pendolare sempre pronto ha un sogno che si chiama MEET Project e che vuole unire i puntini sparsi per l’Italia e per il mondo che ho tracciato negli anni. E’ piena di amici che ora sono diventati anche colleghi, con i quali stiamo provando a darci una possibilità diversa, nuova e indipendente da chi fin ora nel bene o nel male ci ha sostanzialmente sfruttati.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Mantengo ancora l’entusiasmo del rientro, anche se parziale, nonostante le mille difficoltà di rientrare in una terra in cui purtroppo i ritardi sono tantissimi, soprattutto quando vuoi avviare una nuova attività in ambito sociale. Sembra esserci un fermento, anche se ancora non molto forte ed evidente, ma si percepisce qualcosa e questo dà energia.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà sono le più varie, dalla diffidenza delle persone, alla paura della competizione, ai problemi burocratici, alla corruzione, alle clientele. Per superarli si deve essere persistenti e perseveranti. Occorre una buona dose di autodisciplina e soprattutto avere una base di valori ed obiettivi comuni sempre presente.”

Di cosa ti occupi?
“Sono progettista europeo e mi occupo anche dell’organizzazione e gestione di eventi culturali. Con MEET Project mi piacerebbe riuscire ad avere un ruolo e incidere nell’ambito dell’accoglienza ai migranti e per l’apertura a culture alternative alla nostra. Vorrei che la Calabria fosse un laboratorio a livello Europeo in questo ambito, ne ha le capacità e le professionalità, questo è il mio obiettivo di lungo periodo.”

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Ci lasci un pensiero per BaS…
“Credo che il pensiero migliore da dare a chiunque oggi sia: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo insieme.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Si. Dico si, ma non sono pienamente convinto in realtà. Ho paura che il tutto si riduca a qualche riunione piena di buoni propositi, ma che si conclude nel nulla. Bisogna sempre costruire reti e le occasioni per farlo sono sempre benvenute, ma soprattutto in Calabria penso che una rete debba nascere per un motivo altro dal semplice “fare rete”, si resta sempre troppo nella vaghezza quando si utilizza questo termine, bello ma troppo abusato. Bisogna dare alle reti una concretezza e una solidità in grado di saper resistere alla quotidianità.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Dare visibilità, offrire occasioni di formazione e informazione, promuovere progetti congiunti, fare lobbing sulle autorità locali per una maggiore chiarezza nelle varie pratiche amministrative e burocratiche , ad esempio bandi e finanziamenti.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Il mare.”

Grazie Elio…

…la rete tra tornati che suggerisci… è quella che noi vogliamo!

…la Calabria che tu sogni… è il Sud che noi sogniamo!!

Marianna per BaS