Dall’estero alla Capitanata per pronunciare il fatidico “Sì”

Ines Pesce, una delle poche esperte dei canali di accesso al destination wedding in Italia, è una tornata al Sud. In Puglia. Vi abbiamo raccontato il suo ritorno lo scorso anno: qui  la sua intervista.

Oggi, con l”entusiasmo e l’energia che la caratterizzano, ci parla di un progetto che presenterà a Foggia, durante una conferenza stampa organizzata da Daruma ADV, lunedì 6 marzo alle ore 10.30 presso Palazzo Dogana Sala della Ruota.

Rendere la provincia di Foggia un territorio attraente per le coppie di tutto il mondo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare il territorio di Capitanata e renderlo attivo affinchè possa aprirsi verso tutti quegli stranieri alla ricerca di una destinazione di nozze diversa dal proprio paese d’origine. Come è ormai noto, la Puglia rappresenta l’ultimissimo trend tra le destinazioni turistiche, in generale, e le destinazioni per i matrimoni di stranieri che, sempre con maggiore frequenza, la scelgono come teatro delle proprie nozze.

Questo nuovo mercato prende il nome di destination wedding.

Mentre il Sud della Puglia ha recepito questo trend sviluppando già da tempo esperienze con matrimoni di stranieri, il Nord della Puglia rimane un filo indietro. La colpa è data senz’altro dalle infrastrutture ma nelle more delle amministrazioni locali e dei giusti provvedimenti a supporto del turismo, gli imprenditori della zona non possono aspettare a braccia conserte. Sicuramente lo sforzo per ottenere dei riscontri sarà maggiore per gli operatori del matrimonio di Capitanata, ma con una buona strategia commerciale e di comunicazione si possono raggiungere dei risultati soddisfacenti a beneficio del proprio business.”

Il progetto è nato affinchè i fornitori del matrimonio possano ricevere le giuste informazioni al riguardo. Organizzato da Daruma ADV, per conto di Buy Wedding in Italy, l’evento è un workshop presso Tenuta Monacelle (Selva di Fasano  – Brindisi), data 9 marzo, ove interverrano i migliori esponenti regionali e nazionali, esperti di destination wedding, che illustreranno dati, opportunità e strategie di accesso in questo mercato in forte crescita.

A rappresentare la Capitanata e a relazionare sull’internazionalizzazione e sul destination wedding ci saranno Peppe Zullo e Rosario di Donna, noti chef locali e ambasciatori del gusto pugliese nel mondo, Maddalena Colamussi tour operator ed esperta di percorsi esperienziali di valorizzazione del territorio locale, la stessa  Ines Pesce di Daruma ADV e Maria Luisa Durso esperte di destination wedding marketing, Marita Campanella destination wedding planner.

Interverranno anche i titolari di Feudo della Selva, già specializzati nell’organizzazione di matrimoni con sposi ed ospiti stranieri, i quali dopo aver partecipato al B2B di Buy Wedding in Italy, lo scorso ottobre a Bologna sono stati oggetto di attenzione di una buyer moldava che ha voluto visitare la struttura per un rapporto di partnership.

Bianca Trusiani, consulente aziendale, responsabile del comitato tecnico di BWI, una delle massime esperte del Destination Wedding in Italia sostiene  che “proprio nei territori ancora non esplorati si trovano le migliori opportunità per potersi organizzare per poter entrare nella Destination Wedding Industry. La mia missione, intrapresa anni fa, è proprio di sensibilizzare i territori, le istituzioni, gli enti locali ed ovviamente tutti gli operatori rappresentanti la filiera corta sulle interessanti opportunità che il settore turistico del Destination Wedding può offrire e della necessità reale di costruire un’offerta strutturata per poter “sfondare” nei mercati internazionali”.

Conculde Ines: “L’auspicio è quello di avere, in ogni caso, dalle amministrazioni locali le dovute attenzioni e i giusti provvedimenti a supporto del turismo e del settore accoglienza turistica-culturale evitando che gli imprenditori della zona aspettino inutilmente il turista che non arriva perchè nessuno gli ha parlato di questo fantastico territorio pugliese.”

Bentornati al Sud

 

Ines Pesce

Londra, Parigi, Roma… diversi ritorni, fino al definitivo ritorno al Sud.

Imprevisto. Inaspettato.

Ines, Avvocato, Master in Marketing, Business Communication and Event Management, dopo quasi dieci anni, torna nella sua città natale: Lucera (FG). Un ritorno, all’insegna dell’ amore: per un uomo che diventa suo marito, per gli amici pelosi a 4 zampe e per il wedding e il fashion… grandissima passione che trasforma in professione.

Qui, ci racconta come il ritorno è diventato finalmente “Casa”:

BN3A8776Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Pensavo di ritornare per un periodo transitorio, in attesa di trovare un’occupazione definitiva ma, come succede a molti, proprio in quel periodo ho incontrato l’amore della mia vita (il mio attuale marito) ed ho deciso di investire nella terra in cui sono nata con la prospettiva ottimistica di trovare la mia felicità lavorativa e sentimentale.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Il mio ultimo ritorno (ne ho avuto diversi) fu drammatico. Il giorno che preparai l’ennesimo trasloco per ritornare a Lucera, città dove sono nata e cresciuta, mi convinsi che esistono persone, ed io ero tra queste, che pur volendo scappare con tutte le proprie forze dalla propria terra d’origine, sono in verità riattratte da essa inspiegabilmente. Come la forza di gravità riporta a terra gli oggetti ogni volta che vengono lanciati in aria. Una volta presa coscienza che ormai ero di nuovo “al Sud” non potevo certo star lì a guardare oziosa le mie giornate passarmi davanti senza un minimo di brio. Così misi in moto il mio cervello trepidante e cominciai a scrivere il mio futuro da “Bentornata al Sud”.

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Il mio ritorno ha significato l’incontro con quello che adesso è mio marito e amore della mia vita. Con lui ho cominciato ad inventare il mio futuro ed a prospettarlo, sentimentalmente e professionalmente, brillante. Ogni giorno, in cui incastro un tassello delle mie prospettive, vengo ripagata positivamente e questo mi motiva e mi appaga al punto da non chiedermi: “Ma cosa ci faccio qui…al Sud?”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“La difficoltà più grande, riguarda il modo di agire delle persone! Le loro convinzioni (grette), le loro realtà (grette), la loro professionalità (gretta se non inesistente). Per fortuna, però, non solo la sola che ha fatto ritorno al Sud e quando la mia vita, incontra accidentalmente la vita di questi altri “ritornati al Sud” e lì che scoppia la scintilla. In quel momento, i miei progetti trovano motivazione e sostegno! Con queste altre persone, e per fortuna non sono poche, le mie giornate presenti e future diventano brillanti al pensiero di una condivisione di mentalità ed uno spiraglio di miglioramento della realtà nella quale viviamo.”

Di cosa ti occupi?
“Dopo aver provato a dare un senso ad una parte del mio percorso accademico, la laurea in giurisprudenza, inseguendo la carriera forense, ho valutato concretamente l’altro mio percorso di studi. Ora mi occupo dell’aspetto iniziale e positivo del matrimonio, non più di quello  finale: il divorzio! Sono Event Designer & Style Consultant per Daruma, azienda di marketing, comunicazione ed eventi. Mi occupo principalmente di progettare l’immagine dei matrimoni e sono Consulente di Stile: Ines Pesce Love for Beautiful Places (Instagram Inespesce)

LogoInes

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Siete una grande iniziativa! L’unione fa la forza.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Un network di menti aperte che dal Sud sono andate al Nord per poi ritornare al Sud, con forza e coraggio, non può che essere positivo per sostenere il miglioramento generale.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Dare quanta più visibilità possibile ai profili professionali meritevoli e supportarli nella loro causa (lavorativa e non).”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Della mia terra mi mancava la mia famiglia alla quale ora sono felicemente ricongiunta.”

Marianna per BaS

Carmelo “Milo” Dimartino

Ho conosciuto Milo nel 1999, un cowboy metropolitano, frequentavamo la stessa Università a Milano e lo stesso corso di Laurea in Design. Vivevamo nella stessa casa dello studente, luogo che cita nell’intervista, perchè quando si parla di esperienze non puoi dimenticarti che forse, negli anni che hai trascorso fuori, è quella che umanamente ti ha segnato di più.
Milo mi ha sempre colpito perchè, a differenza di altri ed anche di me, il suo stare a Milano non era la soluzione definitiva per il futuro, un’occasione per stare lontano da casa e divertirsi. Il suo stare a Milano era più simile alla trasferta obbligata di un uomo che è costretto, per lavoro, a stare lontano dal suo amore, che fa tutti gli straordinari possibili in modo da accorciare l’agonia del distacco, sempre concentrato a terminare il suo percorso per… tornare a casa.

Milo DimartinoPer quale motivo sei ritornato al Sud?

“Sono ritornato al Sud perché il mio partire per Milano era un partire con la testa e non col cuore. Lui, il cuore, rimaneva lì ogni volta e per quanto facessi di tutto per metterlo in valigia non ci entrava mai. Ritornare giù, al Sud, è stata una scommessa.

Lavorativamente parlando il mio percorso di studi aveva il suo naturale sbocco professionale in un ambiente dove la mia figura di Photo & Visual Designer era “riconosciuta e cercata”, la scommessa è stata esportarla in un paesino di 15.000 abitanti.”

La tua valigia del ritorno è piena di..

“La mia valigia di ritorno l’ho riempita di esperienze e ricordi, di sbagli e vittorie. Ci ho messo dentro passione, sogni, aspettative e tutte le facce di quella che per me, abitando in uno studentato, era diventata una famiglia.
Ci ho messo dentro le capacità acquisite, le esperienze di crescita utili fatti in 5 anni, dal cucinare un piatto di pasta a sviluppare un progetto di immagine e comunicazione pubblicitaria. Era piena e pesante la mia valigia… di vita vera.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo? Perché?

“Si, perché ritornando sono riuscito ad investire unicamente su me stesso e nonostante le difficoltà iniziali, dopo quasi 14 anni, sono riuscito a crearmi un piccola ma efficiente realtà lavorativa, sentendomi apprezzato dalla comunità a cui appartengo. Ho messo su famiglia e sono felice di poter far crescere i miei figli nella mia terra d’origine con la sua cultura, la sua cucina e i suoi paesaggi.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?

“La maggior difficoltà è stata far capire alla comunità in che cosa consistesse il mio lavoro. Photo & Visual Designer non era 14 anni fa una parola molto “masticata”. Il compromesso è stato quello di presentarmi come fotografo. Introdurmi gradualmente come fotografo “alternativo” non è stato per niente facile in una terra dove la tradizione del matrimonio è molto radicata. Ma le mie difficoltà le ho superate solo con la costanza e la continua ricerca. Non mi sono scoraggiato, ho seguito la mia strada e il mio modo di fare fotografia. Mi sono buttato in qualsiasi cosa pur di esserci come Logo come identità artistica e aziendale. Insistere è la parola d’ordine! Se riesci a fare una breccia anche piccolissima è comunque un successo.”

Raccontaci la tua attività ei tuoi hobby.

Milo Fotografia“Ho avviato uno Studio fotografico (Milo Fotografia) specializzato in matrimoni, utilizzando esperienza e conoscenze nuove con modalità di racconto più reportagistiche, cinematografiche e concettuali. Un racconto che fosse tale, privo da cliché convenzionali e stucchevoli.
Non mi concedo moltissimi hobby perché la famiglia ha le sue esigenze ma quando posso mi concedo un giro in moto e sulla mia fantastica citroen charleston dell’86.
Vivo in campagna e curo un piccolo orticello ricco di verdura di stagione, insegnando, “per quello che posso”, ai miei figli il valore della terra e dei suoi frutti.”

Progetti futuri?

“Non ho ancora disfatto completamente la valigia che mi sono portato da Milano.

Dentro ci ho lasciato il progetto di creare una piccola scuola di fotografia per bimbi, diversamente abili e non, ed intitolarla a mio padre Emanuele che non c’è più; non perché mio padre fosse un luminare o un eroe, ma perché con coraggio ha provato ad affrontare una sua disabilità che lo ha vinto.
Mi ha insegnato che provare a vincere è già di per se una vittoria.”

Ci lasci un pensiero per BaS…

“Ottima iniziativa, ottimo diario di bordo per quanti sono ritornati al Sud.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?  In che modo?

“Si, beh aiuta nel creare contatti e nello scambio di idee, progetti esperienze.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Dovrebbe creare la possibilità di profilo e amicizie stile Facebook.”

Ti dispiace se pubblico qualche tua foto?

Paola per BaS