Valentina Nesi, dopo la Laurea in lettere moderne, trova lavoro come insegnante in Toscana. Luana Casalnuovo, lascia il suo paese natale a 19 anni quando si trasferisce a Roma per frequentare l’università, corso di laurea in giurisprudenza.
A 27 anni, decidono di partire alla volta di Salamanca, in Spagna, per perfezionare la conoscenza della lingua spagnola. Al termine del periodo di studio, un’esperienza ricca e determinante per il loro futuro, sono tornate in Basilicata.
Per quale motivo siete tornate al Sud?
“Principalmente perché il motivo della nostra permanenza in Spagna si stava per esaurire. In più avevamo in cantiere la nascita del nostro giornale: Metis magazine, progetto che siamo riuscite ad ultimare negli ultimi mesi.
Nonostante amassimo molto vivere in Spagna avevamo in mente di creare un qualcosa che avesse origine laddove abbiamo le nostre radici: in Basilicata, e ci sembrava giusto perseguire quest’obiettivo.”
La vostra valigia e’ piena di…
“La nostra valigia di ritorno è stato un bagaglio di emozioni, esperienze inaspettate ma anche tanta malinconia, il dispiacere del lasciare un posto che ci è rimasto nel cuore ma anche nostalgia verso la nostra terra natale.
Di sicuro il periodo spagnolo ci ha fatto assumere una maggiore consapevolezza su chi eravamo e su cosa avremo voluto realizzare.”
Complessivamente e’ stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Le esperienze vissute, sia a livello umano che dal punto di vista culturale, sono stata più che costruttive. In Spagna ci siamo potute relazionare con un ambiente, a tratti, molto differente da quello italiano e questa cosa ci ha aiutate molto nel momento in cui abbiamo deciso di fondare Metis magazine.
La voglia di tornare era tanta, ma al contempo, lasciare una città che ci ha dato tanto, anche dal punto di vista professionale, ha reso il ritorno in Basilicata più duro. Forti di questa esperienza, in pochi mesi, abbiamo dato vita a quello che prima di allora era solo un sogno nel cassetto: creare il nostro giornale.”
Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltàà del rientro?
“Beh senz’altro la prima difficoltà è stata il dover salutare persone che erano entrate a far parte della nostra vita quotidiana, ma anche il non poter più vivere quei luoghi, le tradizioni tipiche ispaniche e sicuramente il cibo. In Spagna l’ambiente era molto conviviale, sia dal punto di vista scolastico che lavorativo, quindi, rientrate in Basilicata ci siamo dovute scontrare con una realtà per certi versi più dura.
Nel momento in cui Metis magazine stava muovendo i suoi primi passi, ci è capitato di sentire colleghi che cercavano di denigrare il nostro lavoro o ancora peggio, tendevano a banalizzarlo, probabilmente anche perché a capo del giornale ci sono due donne. Nonostante tutto, però, ci siamo lasciate scivolare di dosso le critiche e abbiamo perseguito il nostro obiettivo.
Con un pò di dispiacere abbiamo appurato che il detto: “Nemo propheta in patria sua” è vero, e i dati di Metis magazine lo dimostrano: siamo molto lette al centro-nord Italia e persino all’estero, con una punta molto alta di lettori nella città americana di Oshkosh, nel Wisconsin, dove è presente una grande comunità italiana, ma in Basilicata e soprattutto nel Metapontino ( dove viviamo), ci seguono in pochi, cosa che per certi versi ci ha un po’ rammaricato.”
Di cosa vi occupate?
“Siamo nel direttivo dell’associazione culturale “Metis factory” e dirigiamo il magazine di approfondimento, attualità, cultura e tanto altro, da noi stesse fondato. In questo periodo, siamo anche impegnate nella realizzazione di una Web TV e di una Radio.
Nel tempo libero ci occupiamo di varie attività che spaziano dalla lettura alla scrittura sino ai viaggi. Infatti, almeno un paio di volte l’anno, partiamo alla scoperta di nuovi posti.”
Ci lasciate un pensiero per BaS…
“Viaggiate, siate affamati di conoscenza e sempre pronti a prendere la valigia e partire per conoscere nuovi posti, culture e persone ma conservate sempre intatto l’amore per il vostro luogo d’origine. Quel “nostos” che non deve essere inteso solo come un ritorno in senso geografico ma simboleggia un vero e proprio attaccamento alle proprie radici e origini e che dopo tante peripezie può rappresentare l’ultimo tassello di quel puzzle che conduce alla completa conoscenza di se stessi.”
Una rete tra tornati al può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Sì certo, pensiamo che sia fondamentale soprattutto perché l’unione fa la forza e creare una rete BaS potrebbe portare anche alla nascita di nuove idee e progetti atti alla valorizzazione delle nostre regioni.”
Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“In primis dovrebbe offrire supporto e sostegno a chi decide di tornare al Sud. Ma, al tempo stesso, dovrebbe anche essere una sorta di network che porti all’ideazione e alla realizzazione di progetti innovativi per il meridione. Spesso quando si parla di “fuga di cervelli” si fa riferimento solo a chi emigra dall’Italia verso l’estero senza tenere in considerazione tutte quelle intelligenze che a causa della precarietà lavorativa sono costrette a lasciare il Sud Italia per trasferirsi al Nord.
Una rete progettuale e fattiva, quindi, potrebbe consentire loro di mettere a frutto il proprio talento creando una miriade di opportunità per sé e per gli altri.”
La cosa che più vi mancava e/o la cosa che più vi mancherà?
“Gli aperitivi nella Plaza Mayor di Salamanca, il calore della gente, i monumenti e persino la scuola. I passanti con i quali ti ritrovavi, quasi sempre, a scambiare quattro chiacchiere e l’informalità dei contesti anche più professionali.”
Grazie Valentina, grazie Luana! A noi, piace moltissimo che a capo di Metis magazine ci siano due giovani donne grintose come voi!
Marianna per BaS