VENTO DI CAMBIAMENTO, VENTO DI POLITICA RI-GENERATIVA

Il gruppo Bentornati al Sud ha avuto il piacere di essere invitato, da due tornati al Sud, a ben due presentazioni del libro scritto da Guglielmo Minervini e pubblicato da Carocci Editore, dal titolo “La Politica Generativa. Pratiche di comunità nel laboratorio Puglia”.

Naturalmente, per noi è un onore essere coinvolti in tutti gli eventi che raccontano il cambiamento del Sud, un Sud che si propone e ripropone come innovatore, partecipe delle nuove tendenze sociali, propulsore di un motore del mutamento silenzioso ma costante, al quale assistiamo in Italia, e in altre zone d’Europa che, storicamente, hanno vissuto gli alti e bassi della fama, del successo e della fortuna.

Gli avvenimenti più recenti in Italia e in altre aree d’Europa ci insegnano che la moltitudine è stanca di osservare come il potere decisionale e di trend setting sia nelle mani di pochi, e privilegiati, individui, e che prende coscienza e consapevolezza della propria forma e del proprio colore, iniziando quindi a muoversi per la creazione di movimenti, eventi, azioni, pensieri che nascono dal basso (perifrasi che sta diventando, per ovvie ragioni, fil rouge delle riflessioni contenute in questo blog) e, attraverso l’aggregazione, si sviluppano e arrivano a farsi sentire, si scusi il gioco di parole, “in alto” e “tutt’intorno”, diremmo.

La politica generativa di cui racconta Minervini è un processo di restituzione, per cui le poche mani che hanno tenuto il potere e hanno guidato il corso economico, imprenditoriale, sociale, e tutto sommato politico, delle masse, rimettono inconsapevolmente tale potere nelle mani della moltitudine in aggregazione, che riunisce forze, competenze, esperienze passate, energie, si rigenera, e genera una nuova concezione e una nuova struttura per il Paese del futuro. La limitatezza delle risorse economiche e lavorative, in questo scenario, non abbatte le aspettative dei cittadini, o lo fa solo momentaneamente, diremmo, ma piuttosto li stimola alla ricerca di nuovi modi dell’esistere e del fare cittadinanza. E così la politica generativa agisce all’interno della società in un’ottica di comunanza di intenti e risorse, che attraverso lo scambio (metaforico o effettivo) riscrive il presente e programma una nuova idea di futuro.

La Puglia è un esempio eccellente di queste forme di gestione delle risorse, con i suoi bandi  (come Bollenti Spiriti, per citare la stessa esperienza contenuta all’interno del libro di Minervini), i suoi movimenti più e meno noti, una generazione di ritornati che sta mettendo a frutto le proprie competenze acquisite, al contempo mettendole al servizio di una serie di realtà socio-politiche che sono state per lungo tempo lasciate a se stesse, e ad iniziative di co-working, di solidarietà e di associazione che muovono passi notevoli verso la gestione e la promozione del territorio, della sua popolazione, e del potenziale di entrambi.

La fiducia nei cittadini, nelle loro opinioni, nelle loro maestranze, nel loro potenziale, nel contributo che possono dare nei luoghi delle decisioni e delle azioni, dev’essere il motore di tutte le politiche che la Politica ha intenzione di attuare, oggi e domani.

Un cambiamento radicale, di cui è necessario prendere coscienza in quanto già in atto, un cambiamento che nasce (sic!) dal basso, e si muove verso l’alto, e dall’alto deve essere apprezzato, riconosciuto, alimentato. L’esperienza di Bentornati al Sud di partecipazione, in ben due occasioni, alla presentazione del libro ai lettori, è stata di forte partecipazione, comunanza di intenti, calore energico, condivisione di una necessità di affermazione di questo cambiamento, all’aperto e al chiuso, con gli odori e i sapori del Sud, e nelle parole dei partecipanti.

Il focus è stato sulle esperienze locali, che avevamo in alcuni casi già raccontato sul nostro blog, e che manifestano una recuperata consapevolezza del valore delle radici meridionali, di un’area che offre e soffre, e attende di essere recuperata geograficamente e politicamente (intendendo politica come azione sul territorio), con le sue lingue, le tradizioni, le risorse naturali, che offrono un ventaglio di opzioni al servizio delle idee di chi resta, torna e arriva.

Il sottofondo di questi incontri è stato il rumore del vento, che ci ha fatto riflettere: un vento che, in Puglia, dove hanno avuto luogo i due incontri di presentazione del libro di Minervini, porta i rumori della sabbia delle spiagge, della terra delle campagne, gli odori del polline, delle vigne e degli uliveti, la freschezza del bagno fra due mari. Un vento forte come quello del cambiamento, che muove cose e pensieri, e che potrà, prima o poi, con la determinazione e l’impegno di chi dal vento viene accarezzato, travolgere e ridisegnare tutte le dune delle politiche attuali.

Roberta Iacovelli

Sabato 11 giugno, Borgagne (Lecce), presentazione organizzata da Antonella Corciulo del B&B La Torre nel Borgo – Salento e moderata da Alessandro Cannavale. Patrocinio del Comune di Melendugno. Parola chiave: #Fiducia

Giovedì, 16 giugno, Maruggio (Taranto), presentazione organizzata da Aldo Summa di PLAY YOUR PLACE – Il luogo in gioco e moderata da Danilo Chiego. Patrocinio del Comune di Maruggio. Parola chiave: #Condivisione

Il ricavato del libro, per volere dell’autore, è interamente devoluto all’ AIL – Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma Onlus

 

 

Marilisa Duggento

Marilisa, dopo la laurea in Lingue, vola in Inghilterra. Successivamente, si trasferisce a Reggio Emilia e a Varese. Torna, nel 2009, a Martina Franca e in seguito, a Maruggio suo paese di origine. Tante le soddisfazioni professionali ma nostalgia e passione per la sua Puglia, la spingono a tornare al Sud. Qui, riesce ad unire le competenze acquisite all’amore per il vino. Oggi, infatti, si occupa anche di enoturismo. Impegnata nel sociale, che definisce un “privilegio” con cui fare la differenza, ci fornisce altri interessanti spunti di riflessione.

Leggiamo insieme la sua storia di ritorno:

Marilisa DuggentoPer quale motivo sei tornata al Sud?

“Perché non mi sentivo “completa”, perché la qualità della vita al Sud non ha paragoni, perché il Sud è come una tela che aspetta di essere dipinta e si può fare la differenza… differenza che si vede! Perché sentivo la responsabilità della crescita del territorio e non solo della mia crescita professionale.”

La tua valigia del ritorno è piena di…

“La mia valigia del ritorno è piena di insicurezza e timore di non aver fatto la cosa giusta e di aver sacrificato troppo di me, ma allo stesso tempo di euforia per quanto di mio posso dare per contribuire al cambiamento in meglio della terra da dove sono partita un giorno. E’ anche piena di bonari “rimproveri” verso tutti quelli che ancora non hanno fatto, e che molto probabilmente non faranno, la mia stessa scelta.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

“Positivo. Nonostante le “sberle” (meritate e non) che la difficile realtà dei fatti mi ha, ahimè, dato. Mi sento più completa e sento di aver intrapreso un percorso che mi sta permettendo di fare, nel mio piccolo, la differenza e di ottenere buoni risultati col tempo.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

“La principale difficoltà, se così la vogliamo chiamare, è stata quella di realizzare che, una volta terminata la giornata di lavoro, c’è il “lavoro” che ti aspetta fuori. Tutto quello che con gli altri, soprattutto in aggregazione, ogni responsabile cittadino dovrebbe fare per contribuire alla crescita del territorio a livello economico e sociale. Per superarlo ho solo dovuto cambiare il modo di vederlo, non un lavoro ma un “privilegio” attraverso cui poter fare la differenza.”

Di cosa ti occupi?

“Lavoro nel settore turistico-ricettivo. Ho un piccolo B&B Luvì (www.luviaffittacamere.it) che gestisco insieme alla mia famiglia. Ed un impiego full time, come Responsabile Marketing e Commerciale, presso una delle strutture ricettive più grandi della zona dove vivo:  Masseria Le Fabriche (www.lefabriche.it). Mi occupo anche della commercializzazione dei vini aziendali e di enoturismo. Il vino è da sempre una passione, è il settore merceologico che mi ha permesso di ritornare in Puglia. Mi piace leggere, faccio yoga e gestisco una piccola webradio di un’associazione locale.”

luvi logo

logoLeFabriche150

Ci lasci un pensiero per BaS…

“Bravi, bravi bravi 🙂 “

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

“Si. Mettendo in contatto tutti coloro che, aderendo alla rete, hanno voglia di condividere le loro idee e considerazioni dalle quali potrebbero nascere progetti interessanti e collaborazioni proficue anche in ambito lavorativo.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Una rete di professionisti che vive al Sud, ma che possa anche coinvolgere chi sta pensando di tornare ma non ha ancora preso una decisione. Quindi, provare a creare opportunità per incentivare il rientro!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

“La cosa che mi mancava di più erano sicuramente i modi di fare della gente… il clima piacevole tutto l’anno (o almeno 9 mesi su 12) e il mare!!!!”

Grazie Marilisa… e voi, dopo aver letto queste parole, siete sempre indecisi se tornare o meno!!!???

Marianna per BaS

Laura Lomartire

Laura, Laurea in  Lingue e Letterature Straniere (Inglese – Spagnolo), si trasferisce in Piemonte per lavoro e dopo quattro anni torna a Maruggio (TA) suo paese natale.

Insegna presso la scuola pubblica e collabora come docente presso enti di  formazione. Il sogno qui al Sud: insegnare anche la lingua italiana agli stranieri.

Laura Lomartire2Per quale motivo sei ritornata al Sud?
“Perché lavorativamente parlando la situazione si era complicata. Le supplenze che mi offrivano erano sempre più rade e discontinue. Inoltre alcuni miei cari amici che lì rappresentavano la mia famiglia andavano via o erano in procinto di andare via e questo era per me motivo di grande tristezza. Infine, il fatto di aver nel frattempo intrecciato una relazione “a Sud” ha avuto il suo peso.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Esperienza, amici nuovi che resteranno sempre nel mio cuore, orgoglio per avercela fatta da sola. In pratica ho imparato un lavoro, a vivere lontano da tutti i miei affetti, a gestire sola gioie e dolori. Credo di poter dire che ero una ragazza indipendente da tutti i punti di vista. Nella valigia c’è anche un senso di “solitudine” che non avevo mai provato prima.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Sinceramente ci sono pro e contro. Ma credo che bisogna vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Tornare vuol dire poter sentirsi di nuovo parte di un tutto che ti appartiene.

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Sicuramente tornare da dove si è stati completamente soli e indipendenti comporta un certo squilibrio. Come mi disse una volta una mia collega siciliana, “qui non ho nulla in realtà, ma è il mio nulla”. Penso che spieghi benissimo quello che intendo. Bisogna ri-ambientarsi in un tessuto sociale diverso. Inoltre, al mio rientro, non avevo un lavoro e questo ha indubbiamente pesato molto. Il mio unico consiglio (se è possibile) è di non fare paragoni perché non aiuta, ma di creare qualcosa a cui dedicarsi di alternativo a un lavoro.”

Di cosa ti occupi?
“Insegno lingua inglese anche se saltuariamente. Nel futuro vorrei insegnare italiano agli stranieri.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Le cose che più mi mancavano in piemonte erano sicuramente il sole e il ritmo di vita “rilassato e confidenziale”, da un certo punto in poi il mio fidanzato. Mi mancava l’essere parte di un tutto (cultura, modi di vivere) che ti appartiene e a cui appartieni.

La cosa che più mi mancherà è quella sensazione del “mio nulla” che si può avere solo dove si è riusciti a raggiungere qualcosa partendo da zero.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“In bocca al lupo per il vostro lavoro e complimenti per il vostro impegno.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Si. Condividere le esperienze è sempre positivo e può dare stimoli nuovi.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Più che altro veicolare informazioni: annunci, eventi che possano aiutare chi è stato via per un po’ e non sa da dove ripartire.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
Consiglio a tutti di fare un’esperienza lavorativa, da adulti, in un posto lontano dove bisogna far leva solo su se stessi. Ci si mette di fronte ai propri limiti. Il finale è aperto per ognuno di noi. Tornare o restare è una scelta del tutto personale.

Marianna per BaS