Maurizio Di Pinto

Maurizio Di Pinto, Laurea in Comunicazione d’impresa. Lascia Bisceglie (BAT) a 19 anni per studiare a Roma. Torna a 30 anni nella sua città natale.

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Per quale motivo sei tornato al Sud?
“Sono andato via dal Sud a 19 anni con tanto entusiasmo e tanta voglia di crescere. Sin da allora, però, il mio obiettivo ultimo è sempre stato quello di tornare e dare vita ad un mio progetto. Ho trascorso a Roma gli anni più importanti della mia vita, quelli della crescita culturale e personale. Ho amato la città e tutte le opportunità che mi ha dato. Roma è una città stupenda ma molto complessa e, se non riesci ad integrarti nei meccanismi, può anche essere molto molto faticosa. Se impari a viverla, però, ti permette di prendere tanto e, in pochi anni, ti crea un bagaglio che in altre città non basterebbe una vita intera. Nonostante tutto, non ho mai pensato di trascorrerci tutta la vita e ho sempre avuto la consapevolezza di tornare alla prima occasione utile. Questa occasione si è presentata a 29 anni e, anche se in quel momento la mia vita a Roma era soddisfacente, ho deciso di approfittare perchè, andando avanti con gli anni, sarebbe stato sempre più difficile cambiare città. Nel 2009, quindi, un’amica pugliese mi ha prospettato un lavoro per cui serviva una figura professionale come la mia e, in 15 giorni, mi sono dimesso dall’azienda per cui lavoravo e sono tornato nel mio paese natale, a Bisceglie.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia di ritorno è piena di tanti progetti e speranze. Sono trascorsi circa 7 anni da quando vivo stabilmente al Sud e devo dire che ho avuto la fortuna di realizzare alcuni progetti. Ne restano comunque ancora molti, motivo per essere sempre dinamici e in continuo movimento. Vivendo al Sud si apprezzano tante cose positive, tante comodità in più rispetto alle grandi città. Tuttavia la cosa che temo di più è l’appiattimento, tipico di tante realtà: l’accontentarsi di quella apparente situazione di calma e stabilità. La mia, quindi, non è stata solo una valigia da portare giù e svuotare. Ho sempre la valigia a portata di mano perchè, per quanto possibile, ho la necessità di andare fuori, riempirla e tornare a svuotarla costantemente.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Il mio ritorno non è stato semplice all’inizio, credo non lo sia mai per nessuno, ma sicuramente molto positivo. Al Sud ho avuto la possibilità di realizzare dei progetti in prima persona che, in città più grandi, difficilmente avrei potuto affrontare in maniera autonoma. Dare vita a progetti di imprenditoria individuale è molto difficile se vivi in una città metropolitana perchè hai bisogno di molte più risorse. Al Sud, da questo punto di vista, invece, ritengo ci sia una maggiore semplicità, anche se poi ci si confronta con una realtà non pronta a certe prospettive e, quindi, per sopravvivere e andare avanti non bisogna mai smettere di fare “cultura”. Oggi sono soddisfatto perchè porto avanti il mio progetto lavorativo e riesco a vivere tutti gli aspetti positivi che il Sud offre. Ritengo che, avendo la fortuna di svolgere un lavoro gratificante, la qualità della vita al Sud, sotto diversi aspetti, sia decisamente migliore rispetto a tante altre realtà più grandi.

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“La cosa più difficile, al rientro, è stata il riabituarsi alla quotidianità. Quando stai via tanti anni, anche se torni nel tuo paese e quindi “casa tua”, in realtà, stai comunque andando in un posto nuovo. Dieci anni sono tanti, il paese non è più lo stesso, gli amici non sono più quelli  lasciati quando avevi 19 anni. In dieci anni cambiano molte cose, cambiano le persone e soprattutto cambiamo noi. All’inizio mi sentivo molto diverso dalle persone che erano sempre rimaste al Sud. Ho vissuto un primo momento di profonda frustrazione. Mi sentivo uno sconosciuto in casa. Ero passato da giornate intense, piene di attività frenetiche, quelle che vivevo a Roma, a giornate in cui oltre il lavoro non avevo altro da fare. Il telefono non squillava per una partita di calcetto o per andare al cinema e quando squillava erano amici di Roma che magari non erano a conoscenza del mio trasferimento. La cosa importante, a quel punto, è stata non abbattersi e riprendere pian piano la quotidianità, ricominciare a farsi una nuova cerchia di amici, cercare nuovi interessi e situazioni in cui esprimere le proprie passioni. Il mio consiglio è di avere pazienza e ricominciare tassello su tassello a ricrearsi la vita che si desidera.”

Di cosa ti occupi?
“Da 4 anni ho aperto un’agenzia di organizzazione di eventi: Vision Management. Mi occupo principalmente di eventi aziendali e ho la fortuna di lavorare in maniera continuativa con importanti clienti del Nord. Offro tutti i servizi legati agli eventi e mi sono focalizzato proprio sul Sud. Ho creato una struttura efficiente, ben organizzata, che va dalla semplice fornitura di hostess e promoter alla completa organizzazione di un evento complesso e strutturato. Ho messo su una proposta di servizi seria, concreta e affidabile e ho trovato il mio mercato di riferimento. Sono molto spesso fuori ma, nel tempo che trascorro al Sud, ho la possibilità di dedicarmi alle mie passioni come il calcio, gli spettacoli e le iniziative culturali. Nonostante i nostri ritmi siano decisamente più calmi rispetto al Nord, ho sempre troppo poco tempo per curare i tanti progetti in cantiere. Ho sempre una grande passione per le nuove sfide, le nuove avventure lavorative e i nuovi progetti. E’ nella nascita e nella crescita dei progetti che trovo i miei stimoli.”

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La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Innanzitutto la famiglia. Per quanto dire questa cosa mi faccia sentire “terrone”, nel senso buono del termine ovviamente, non posso fare a meno di considerarla tra le cause principali del mio rientro. Quando vivevo a Roma, città in cui stavo benissimo, sono successi due episodi che hanno contribuito a far suonare un campanellino. Ho fatto un piccolo incidente e sono rimasto col braccio immobilizzato per un pò di giorni. In quel momento ho avvertito un senso di solitudine, nonostante l’affetto e la collaborazione di tanti amici che mi aiutavano persino a lavarmi. Dopo un po’, invece, hanno operato mio padre (un piccolo intervento) e, per quanto consapevole che figli e genitori debbano fare la propria vita, ho avuto il timore di perdermi qualcosa e di essere assente in alcuni momenti importanti. Roma mi resterà sempre nel cuore però. I suoi luoghi, i posti vissuti, le mille esperienze, gli amici, l’odio per il caos giornaliero e l’emozione che procura quando fai un giro di sera. Mi manca la grande offerta culturale, i tanti spettacoli e i teatri che puoi vivere giornalmente e, per un appassionato di spettacoli, vi assicuro che è una grande rinuncia. Queste sensazioni rimarranno sempre nel cuore e non sarà possibile dimenticarle. Il giorno prima di trasferirmi al Sud, ho trascorso tutta la notte girando in scooter e ripercorrendo tutti i luoghi significativi in cui ero stato nei dieci anni romani: dalla prima casa, all’Università, ai posti preferiti, alle piazze e alle periferie che ho avuto la fortuna di conoscere.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Scherzando dico sempre che, andare via di casa per dieci anni, è stata contemporaneamente la cosa migliore e la peggiore che potessi fare. Quando vivi più realtà, di fatto, ovunque sei ti mancherà qualcosa. In realtà, oggi, non andrei più via dal Sud anche perchè sto realizzando un progetto importante anche nella vita privata.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Credo creando opportunità di incontro, anche se so che si sta facendo, tra tutti i “rimpatriati” e condividere le esperienze che sicuramente si sono apprese stando fuori. In questi ultimi mesi ho scoperto tanti giovani pugliesi, in molti casi tornati a casa, con competenze di altissimo livello. Siamo sempre pochi rispetto alla totalità della popolazione ma facendo un bel lavoro di divulgazione credo si possa dare un grande contributo alla nostra terra.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Creare appuntamenti fissi, in forma di associazionismo, magari mensili, con punti da discutere ed esperienze da condividere, fino ad arrivare ad organizzare eventi regionali di grossa portata. Creando una rete di professionisti si potrebbe mettere su una struttura capace di offrire servizi, informazione e formazione nelle aree in cui si avverte una carenza.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Il mio è solo un ringraziamento per la passione e la costanza che, nonostante i mille impegni di ciascuno, riuscite a mettere in questo bellissimo progetto. Ho fatto tante esperienze e ho girato tanto l’Italia. Se il mio contributo potrà servire sono a disposizione.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Giulietta Stasi.”

Bentornati al Sud

Federica Costantini

Federica Costantini, Laurea Magistrale in Psicologia, Master in Criminologia e Specializzazione in Comunicazione e Marketing. A 18 anni lascia Zollino (LE) per studiare a Roma. Gira l’Europa e vive in Irlanda, Lettonia, Malta e Messico: “Vivere, scoprire me stessa e il mondo per poterlo presentare e raccontare.” Torna, dopo 11 anni, nel suo paese natale ma è alla ricerca della sua “base salentina”.

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Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Per scelta: per me tornare ‘alla base’ significa prendere la rincorsa per il prossimo volo.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Una collezione infinita di esperienze, ostacoli, abbracci, sberle in faccia, sorrisi e parti di me.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Non so da quale lato pende la bilancia. Qui, al Sud, come nei tanti posti in cui ho vissuto, ho la sensazione di essere costantemente sulle montagne russe: passo dall’arrancare in salita al ribaltare tutto e scendere con facilità in discesa in un attimo. Non esiste un ‘positivo/negativo’ globale per quanto mi riguarda: esistiamo NOI in tutte le nostre forme, modi, creazioni, nature e espressioni… OVUNQUE SIAMO. Ora sono qui e mi sto lanciando in questo nuovo ‘giro di giostra’.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Ogni fase nel mio percorso di vita ha trascinato con sé avventure e difficoltà, anche il rientro. Mi sono sentita, e delle volte continuo tutt’ora a sentirmi, “straniera in patria”: quando vivi 1/3 della tua vita altrove, torni e non ti riconosci più in ciò che pensavi di essere, in ciò che facevi e in ciò che hai lasciato quando sei partita. Sai qual è la cosa divertente? Che la stessa sensazione la provi quando arrivi in un posto per la prima volta! Con questo voglio dire che ovunque vai PORTI TE STESSA, le tue potenzialità, le tue contraddizioni, i tuoi talenti, i tuoi dubbi, le tue paure, la tua natura e le tue parti irrisolte. Se non le affronti nessuno lo farà al tuo posto: puoi cambiare lavoro, nazione, relazioni, partner e, nonostante tutto, non cambierà nulla. Al mio rientro (che non è detto sia definitivo, chi lo sa!) essere ONESTA CON ME STESSA è stato necessario: cosa voglio? Che ‘prezzo’ sono disposta a pagare? Cosa non ha funzionato prima? Quali scuse mi sto raccontando? Che cosa credo essere vero per me? Cosa so fare e cosa non so fare? Cosa ho bisogno di imparare? Queste sono le domande che mi sono fatta e a cui ho fatto seguire ricerche, risposte e azioni massicce. Non ho consigli, suggerimenti o dritte da dare: ognuno “si sana da solo” (come dice Jodorowsky) e, soprattutto, CREA LA PROPRIA REALTA’ perché LIBERO. Una cosa, però, è certa: credere senza agire non porta da nessuna parte.”

Di cosa ti occupi?
“Non amo le definizioni. Faccio ciò che mi piace attraverso ciò che sono. Adoro PRESENTARE IL MONDO NEL MONDO. Ovviamente, AL FEMMINILE.(www.federicacostantini.com).”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Non vivo di nostalgie. Il viaggio mi ha insegnato a valorizzare ciò che è presente in questo momento; quindi, ora che sono al Sud, faccio scorta di persone che amo, risate, abbracci, sole e tanti tanti zuccheri (per sopperire alle voglie di tutti i tipi quando sono lontana) 🙂 “

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“La cultura, le pippe mentali, la resistenza al cambiamento condizionano e bloccano anche i migliori progetti. Restare focalizzati su ciò che sentiamo essere AUTENTICO per noi e FARE DA SOLI, ovvero prendersi la TOTALE RESPONSABILITA’ delle nostre scelte, richiede ovaie ma VALE LA PENA. Le PERSONE FANNO IL CONTESTO, non il contrario. Adoro collaborare e condividere quando competenze, visioni e obiettivi sono orientate nella stessa traiettoria, in maniera naturale e fluida. Il mio motto, non a caso, è A GANAR (vinciamo, ndr) e “il mondo -come dico sempre- è di chi se lo va a prendere”. Magari un pezzettino alla volta. Meglio se INSIEME.

Ci lasci un pensiero per BaS…
Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: AVETE RAGIONE VOI.” In qualunque parte del mondo siate, ANCHE AL SUD :)”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Certo… è fondamentale!”

Cosa può fare la rete BaS?
“Iniziative per divertirsi, condividere, collaborare e fare networking.”

Grazie Federica, per aver condiviso con noi il tuo mondo… al femminile!!

Marianna per BaS

Marianna Natale

Marianna Natale, Laurea in Scienze Politiche, a 27 anni lascia Cosenza per lavorare a Milano. Torna a 36 anni. Consulente e Formatrice in Marketing e Comunicazione, sua grande passione è la moda e tutto ciò che riguarda la bellezza…

Foto2Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Per un’offerta di lavoro e per portare la mia esperienza e le mie competenze acquisite nella città dove sono nata.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Sicuramente tante speranze, tanta voglia di fare, di creare e di portare il “nuovo” nella mia città. La Calabria è una Regione, oltre bellissima terra, ricca di risorse e potenzialità che devono essere valutate, considerate, stimolate. E queste risorse sono i giovani con le loro potenzialità. Quando ho lasciato il Sud, ero piena e carica, di motivazioni e voglia di fare. E così è stato! Ho lavorato e vissuto a Milano, città metropolitana, industrializzata e dove non ci si ferma un attimo. La vita viaggia a ritmi incessanti, ma al contempo si ha la possibilità di ammirare una città in continua evoluzione e trasformazione. Si dice che Milano o la ami o la odi. Io di certo non l’ho odiata, anzi, è iniziato tutto da quì. M sicuramente non posso amarla quanto amo la terra dove sono nata e dove ho le mie origini.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Complessivamente è stato un ritorno positivo, dato dall’offerta di lavoro che mi era stata proposta (utilizzo il passato, perchè poi tale offerta non si è concretizzata come doveva e da lì, tenace, ho trovato altro!). Positivo perchè sono tornata in questa calda ed accogliente terra di Calabria. Il buon cibo, la cordialità delle persone (non che al Nord non lo siano, ma si sà il Sud per certi versi è “un’isola felice!”).”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Come ogni trasferimento o rientro che si rispetti, ci sono state anche delle difficoltà. Abituarsi ai ritmi di vita e di lavoro di questa città, delle persone, del contesto sociale. Ma da buona calabrese e con la testa dura, ho continuato e continuo tutt’ora a mantenere i miei ritmi quotidiani, nella vita privata e nel lavoro. Le lunghe pause pranzo, di due ore, quando io non ero abituata neppure alla pausa pranzo. Ma anche quì, la faccio da “padrona” e mantengo i miei standard lavorativi ed ordinari. Rispetto quello che mi è stato insegnato professionalmente, fiduciosa che possa essere di esempio per chi mi segue e lavora con me. Il traffico cittadino è mal gestito, ma nulla ci fa, sono una persona che viaggia bene anche con i mezzi pubblici. Bisogna sempre andare avanti e mai demordere ed avere degli obiettivi nella vita, tra cui anche quello di superare gli ostacoli che si presentano senza scoraggiarsi.”

Di cosa ti occupi?
Sono una Consulente Commerciale, e per scelta ( forse anche un pò dettata dal periodo storico che stiamo vivendo) ho deciso di intraprendere la libera professione. Collaboro principalmente con un’ Agenzia di Marketing e Comunicazione, curando l’aspetto pubblicitario / sales. E proprio perchè nella vita non mi faccio mancare nulla, quando mi si è presentata l’occasione di condurre una rubrica di moda e bellezza per una emittente locale, non mi sono rifiutata e via, catapultata anche nel mondo televisivo, dove tutt’ora continuo a collaborare. Tutto ciò mi ha dato la possibilità di realizzare un sogno nel cassetto, che da anni mi ha accompagnato ( e Milano lo ha incrementato ancor più), cioè quello di aprire un Blog come Fashion Blogger: MaNa So Glamour. Ed eccomi quì, apro il mio blog, la mia creatura, mi faccio conoscere e scopro con grande piacere che sono la prima, fino ad oggi, Fashion Blogger Cosentina. Inizialmente è sempre dura farsi strada, soprattutto se si intraprende un cammino “imprenditoriale” ma oggi, con grande piacere, posso confermare che il mio blog sta portando i sui frutti, certo con tanta costanza e dedizione nel non “abbandonarlo” mai. Ho sempre amato la moda, lo stile, l’abbigliamento, il buon gusto, la bellezza. Se avessi realizzato questo sogno in un mercato come Milano, sarei stata “una fra tante”  e mi sono detta:” E’ quì che voglio emergere, è quì che voglio portare il nuovo, è quì che voglio portare la mia esperienza e farla conoscere e dare speranza a chi crede che al Sud non è possibile, che invece è possibile!” Sono una persona solare, intraprendente, amo il contatto con il pubblico, sarà anche per deformazione professionale, sono una sportiva ed una a cui piace stare in “movimento”. La staticità è qualcosa che non mi appartiene.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Contenta di avervi “incontrato” sulla mia strada e spero di incontravi ancora. Originalità e specialità sono parole che vi accompagnano.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
Si. Dando la possibilità di leggere le storie di quelle persone che ritornano ed hanno voglia di fare e riescono a fare. Essere da stimolo per chi crede e pensa che quì non si possa creare.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Farsi conoscere sempre di più, perchè è bello sapere che c’è chi pensa a te ed in grande, dandoti la possibilità di raccontarti.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
Spero che la mia storia possa essere di esempio per tanti altri. Quando si ha lo spirito giusto, la voglia di voler fare, di realizzarsi non bisogna necessariamente trasferirsi al Nord. Abbiamo la fortuna di vivere in una bella terra come la Calabria, che sicuramente se hai i suoi pro ha anche i suoi contro, ma bisogna andare avanti e non fermarsi, non scoraggiarsi, perchè al Sud si può!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Sicuramente il buon cibo calabrese, i sapori, i gusti alimentari calabresi, il mare, il caldo sole, poter vedere il verde e sicuramente gli affetti familiari.”

Grazie Marianna, è vero al Sud si può!!!

Marianna per BaS

Federica D’Amico

Federica D’Amico classe 1985. Laurea in Scienze della Comunicazione e Master in Web Marketing. Vive in provincia di Vibo Valentia fino a 18 anni, quando si sposta a Cosenza per motivi di studio e lì resta fino al 2009 con una piccola pausa francese, un Erasmus a Montpellier. Nel 2009 va a Torino, un anno di Servizio Civile. Dopo un breve rientro a Cosenza, parte alla volta di Parigi con una borsa di ricerca dottorale durata sei mesi. Conclusa l’esperienza francese, inizia quella milanese, durata 4 anni, fino a maggio 2016. Torna a 31 anni.

federica_damico_cosenzaPer quale motivo sei tornata al Sud?
Ho diversi motivi. Uno è sentimentale: mi mancava il mare, la parmigiana di mia nonna, il profumo della zagara in cortile. Mio fratello avrebbe compiuto 18 anni e io ne avevo vissuti appena i primi 5 insieme a lui. Ogni rientro a Sud per le ferie mi portava via anni di vita. In 4 anni i capelli erano diventati bianchi. I miei genitori erano diventati grandi, la famiglia e gli amici cresciuti e io avevo perso momenti importanti delle loro vite, per cosa? Per un lavoro che avrei potuto benissimo svolgere nella mia terra, rimanendo vicino a loro. La separazione dalle cose e dalle persone che ami è dolorosa, soprattutto se forzata. Non la auguro a nessuno!

Poi ci sono anche delle ragioni ideologiche. Quando sono andata via la prima volta ho fatto le valigie piena di rabbia perché dopo decine di tentativi la mia terra mi aveva ripetutamente sbattuto le porte in faccia. Ci sono stati dei piccoli tentativi di ritorno ma tutti falliti. Un dottorato lasciato a metà perché senza borsa e senza futuro, ad esempio. Forse il primo dottorato interrotto della storia! Ma era insopportabile quel clima di baronaggio e raccomandazioni. Non potevo farne parte e sono scappata.

Oggi invece sono stufa di sentir raccontare sempre la stessa storia sulla mia terra e sono tornata per dire “no” a tutto quanto c’è di sbagliato qui. La piaga di questa terra sono le persone stesse, quelle che restano esclusivamente perché complici di un sistema mafioso, basato sull’ignoranza, la pigrizia e una furbizia cattiva che toglie opportunità a chi invece lavora ogni giorno per migliorare se stesso e chi ha intorno. La cosa peggiore è che tra queste persone ci sono i miei coetanei!

E poi… non ho mai amato Milano. Anche osservandola da lontano o attraverso i racconti di chi l’aveva vissuta e amata, non ho mai colto un segno o un particolare che la rendesse vicina alla mia persona. L’avevo sempre scartata dalle mie rotte, tenendola ben lontana da ogni progetto e invece – per puro caso – ci sono finita. Sono stati anni pieni di sofferenza, in cui non riuscivo a trovare pace perché non ho mai sentito “Casa” quella città. Ho cercato luoghi e persone affini a me ma nulla, ogni giorno sempre peggio. Così il mio compagno. Finché non ci siamo detti basta. Più lui che io. Io mi ero rassegnata. Alla fine dopo tanto cercare è arrivata una possibilità a Sud, prima per lui, poi per me. Siamo stati molto fortunati!”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Esperienza, non ringrazierò mai abbastanza Milano per le opportunità che mi ha offerto. È di sicuro una delle poche città in Italia in cui oggi è possibile formarsi professionalmente. Non dovrebbe essere così, nel senso che ogni città dovrebbe offrire un certo contesto lavorativo, ma il merito di quella città è questo. E idee, tante. Idee balzane, per molti versi folli, ma sono piccoli sogni di felicità che sarebbe bello realizzare. Qui si può!

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Inizialmente negativo, oggi inizio a vederci del positivo! La verità è che non ero pronta a scontrarmi di nuovo con l’ignoranza dilagante, l’inciviltà, la mancanza di rispetto per la mia professionalità. Alcuni potenziali datori di lavoro mi hanno riso in faccia quando ho avanzato ragionevolissime richieste in termini di contratto e paga. Non c’è alcun rispetto per la professionalità altrui. Nonostante Cosenza sforni ogni anno centinaia di laureati, qui o sei un ingegnere o quel pezzo di carta puoi anche usarlo per altri scopi. Non ne faccio una questione di laurea o meno: è proprio una faccenda legata all’ignoranza di chi non ha minimamente idea di come si faccia il tuo mestiere, eppure sa perfettamente quanto NON deve essere retribuito. La scelta poi ricade sull’amica dell’amico, a cui ovviamente sarà proposto un contratto in nero. È così che si alimenta quel sistema balordo che mette in fuga i cervelli dal Sud!”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Ho fatto una fatica enorme a riabituarmi alle logiche di pensiero calabresi. L’auto parcheggiata in terza fila, i pedoni che attraversano col rosso, l’immondizia buttata lì in mezzo alla strada, il datore di lavoro che fa il regalino alla collega, l’impiegato dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) che non risponde al telefono.  Ma non me le faccio più scivolare addosso certe cose. Come reagisco? Abbasso il finestrino e urlo ai pedoni che esiste un semaforo da rispettare. Se vedo qualcuno buttar via una cartaccia per strada la raccolgo e gliela porgo, chiedendogli di gettarla nel cestino. Non lo so se queste persone cambieranno e io forse ho un pochino la Sindrome di Dio, ma se nessuno inizia a dire quali sono le cose sbagliate si finirà col creare un nuovo sistema di regole interamente basato sull’anarchia! I miei consigli sono una preghiera a chi è tornato, a chi tornerà ma soprattutto a chi non è mai andato via: non siate pecore, siate leoni! Dite sempre quel che non vi piace, protestate! In questa terra anche una visita medica deve essere conquistata ma voi conquistatevela seguendo la regola, non cercate altre scappatoie.”

Di cosa ti occupi?
Lavoro nel campo della comunicazione e del marketing, mi occupo di contenuti, ottimizzazione SEO e storytelling. Ho lavorato in tante aziende svolgendo ogni genere di attività, dall’ufficio stampa agli eventi, dal social media marketing alla redazione editoriale. Oggi lavoro per una Web Agency cosentina. Una cattedrale nel deserto! Mi piace molto poter cambiare e il mio mestiere mi consente di farlo, tuttavia il mio primo amore resta la scrittura. Nel 2011 è nato il blog VirginiaMcFriend.it, Virginia come il tabacco che fumavo al tempo, McFriend come il mio cognome se fossi nata anglofona. VMF è un contenitore semiserio in cui si parla di libri, disavventure lavorative, no profit e vita quotidiana. Ultimamente ha preso un’altra piega legata al ritorno a Sud, con la nascita della rubrica “La Calabria che r(E)siste“, in cui racconto storie di resistenza civile in Calabria. E poi fotografo un sacco, leggo e cucino. Sogno di avere un orto. Sono per la decrescita felice!”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Auguro al progetto di crescere, tanto. Di diventare un punto di riferimento per chi torna e tornerà. Soprattutto per i secondi, che siano migliaia un giorno!”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
Sì. Fare rete è fondamentale a Sud. Conoscersi, scambiarsi idee, collaborare. Chi torna porta con sé esperienza e voglia di fare, gli ingredienti fondamentali per poter costruire guardando tutti nella stessa direzione.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Organizzare incontri tra “ritornati”, portare in giro l’esperienza dei BaS. Ad esempio nelle università e nelle scuole, per raccontare i progetti, le idee e gli ideali che ci hanno fatto tornare, motivando i cervelli a non fuggire!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Della mia terra? Mi mancavano i colori e gli odori, la lentezza della vita, il sorriso della gente. Di Milano? Il ristornate giapponese sotto casa 🙂 No via, in generale niente, non rimpiango le cose che lascio ma me le porto dietro perché sono state fondamentali per essere qui oggi. In questo caso devo ammettere che un pezzo di cuore a Milano l’ho lasciato ed è rimasto in strada con le decine di persone senza dimora incontrate nei 4 anni vissuti lì. Ci sono stati momenti in cui l’amarezza d’essere nel posto sbagliato andava via ed erano quei giovedì sera trascorsi in strada. Mi mancano le uscite dell’unità di strada con Fondazione Progetto Arca, il gruppo, gli operatori, ma soprattutto mi mancano il dolcissimo Antonio, l’Avvocato, Michael, George, Ambrogio, Babbo Natale, Rocco e Lucia, Abdul Black & Decker, Valentino che amava leggere, le lettere d’amore di Salvatore. Loro mi mancano e sono state le persone migliori incontrate lì.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Io direi proprio il mio compagno. Di mestiere fa l’ingegnere informatico e lavora per una grossa azienda che tra l’altro sta puntando molto sul Sud e sul rientro dei cervelli: NTT Data. Da bravo ingegnere da grande voleva fare lo scrittore (e dovrebbe!). Dunque lo trovi su Facebook e in giro per la rete con lo pseudonimo da scrittore, Jack Sky.”

Grazie Federica! Grazie per ogni tua singola parola!!

Marianna per BaS

Marilisa Duggento

Marilisa, dopo la laurea in Lingue, vola in Inghilterra. Successivamente, si trasferisce a Reggio Emilia e a Varese. Torna, nel 2009, a Martina Franca e in seguito, a Maruggio suo paese di origine. Tante le soddisfazioni professionali ma nostalgia e passione per la sua Puglia, la spingono a tornare al Sud. Qui, riesce ad unire le competenze acquisite all’amore per il vino. Oggi, infatti, si occupa anche di enoturismo. Impegnata nel sociale, che definisce un “privilegio” con cui fare la differenza, ci fornisce altri interessanti spunti di riflessione.

Leggiamo insieme la sua storia di ritorno:

Marilisa DuggentoPer quale motivo sei tornata al Sud?

“Perché non mi sentivo “completa”, perché la qualità della vita al Sud non ha paragoni, perché il Sud è come una tela che aspetta di essere dipinta e si può fare la differenza… differenza che si vede! Perché sentivo la responsabilità della crescita del territorio e non solo della mia crescita professionale.”

La tua valigia del ritorno è piena di…

“La mia valigia del ritorno è piena di insicurezza e timore di non aver fatto la cosa giusta e di aver sacrificato troppo di me, ma allo stesso tempo di euforia per quanto di mio posso dare per contribuire al cambiamento in meglio della terra da dove sono partita un giorno. E’ anche piena di bonari “rimproveri” verso tutti quelli che ancora non hanno fatto, e che molto probabilmente non faranno, la mia stessa scelta.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

“Positivo. Nonostante le “sberle” (meritate e non) che la difficile realtà dei fatti mi ha, ahimè, dato. Mi sento più completa e sento di aver intrapreso un percorso che mi sta permettendo di fare, nel mio piccolo, la differenza e di ottenere buoni risultati col tempo.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

“La principale difficoltà, se così la vogliamo chiamare, è stata quella di realizzare che, una volta terminata la giornata di lavoro, c’è il “lavoro” che ti aspetta fuori. Tutto quello che con gli altri, soprattutto in aggregazione, ogni responsabile cittadino dovrebbe fare per contribuire alla crescita del territorio a livello economico e sociale. Per superarlo ho solo dovuto cambiare il modo di vederlo, non un lavoro ma un “privilegio” attraverso cui poter fare la differenza.”

Di cosa ti occupi?

“Lavoro nel settore turistico-ricettivo. Ho un piccolo B&B Luvì (www.luviaffittacamere.it) che gestisco insieme alla mia famiglia. Ed un impiego full time, come Responsabile Marketing e Commerciale, presso una delle strutture ricettive più grandi della zona dove vivo:  Masseria Le Fabriche (www.lefabriche.it). Mi occupo anche della commercializzazione dei vini aziendali e di enoturismo. Il vino è da sempre una passione, è il settore merceologico che mi ha permesso di ritornare in Puglia. Mi piace leggere, faccio yoga e gestisco una piccola webradio di un’associazione locale.”

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Ci lasci un pensiero per BaS…

“Bravi, bravi bravi 🙂 “

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

“Si. Mettendo in contatto tutti coloro che, aderendo alla rete, hanno voglia di condividere le loro idee e considerazioni dalle quali potrebbero nascere progetti interessanti e collaborazioni proficue anche in ambito lavorativo.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Una rete di professionisti che vive al Sud, ma che possa anche coinvolgere chi sta pensando di tornare ma non ha ancora preso una decisione. Quindi, provare a creare opportunità per incentivare il rientro!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

“La cosa che mi mancava di più erano sicuramente i modi di fare della gente… il clima piacevole tutto l’anno (o almeno 9 mesi su 12) e il mare!!!!”

Grazie Marilisa… e voi, dopo aver letto queste parole, siete sempre indecisi se tornare o meno!!!???

Marianna per BaS

Ines Pesce

Londra, Parigi, Roma… diversi ritorni, fino al definitivo ritorno al Sud.

Imprevisto. Inaspettato.

Ines, Avvocato, Master in Marketing, Business Communication and Event Management, dopo quasi dieci anni, torna nella sua città natale: Lucera (FG). Un ritorno, all’insegna dell’ amore: per un uomo che diventa suo marito, per gli amici pelosi a 4 zampe e per il wedding e il fashion… grandissima passione che trasforma in professione.

Qui, ci racconta come il ritorno è diventato finalmente “Casa”:

BN3A8776Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Pensavo di ritornare per un periodo transitorio, in attesa di trovare un’occupazione definitiva ma, come succede a molti, proprio in quel periodo ho incontrato l’amore della mia vita (il mio attuale marito) ed ho deciso di investire nella terra in cui sono nata con la prospettiva ottimistica di trovare la mia felicità lavorativa e sentimentale.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Il mio ultimo ritorno (ne ho avuto diversi) fu drammatico. Il giorno che preparai l’ennesimo trasloco per ritornare a Lucera, città dove sono nata e cresciuta, mi convinsi che esistono persone, ed io ero tra queste, che pur volendo scappare con tutte le proprie forze dalla propria terra d’origine, sono in verità riattratte da essa inspiegabilmente. Come la forza di gravità riporta a terra gli oggetti ogni volta che vengono lanciati in aria. Una volta presa coscienza che ormai ero di nuovo “al Sud” non potevo certo star lì a guardare oziosa le mie giornate passarmi davanti senza un minimo di brio. Così misi in moto il mio cervello trepidante e cominciai a scrivere il mio futuro da “Bentornata al Sud”.

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Il mio ritorno ha significato l’incontro con quello che adesso è mio marito e amore della mia vita. Con lui ho cominciato ad inventare il mio futuro ed a prospettarlo, sentimentalmente e professionalmente, brillante. Ogni giorno, in cui incastro un tassello delle mie prospettive, vengo ripagata positivamente e questo mi motiva e mi appaga al punto da non chiedermi: “Ma cosa ci faccio qui…al Sud?”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“La difficoltà più grande, riguarda il modo di agire delle persone! Le loro convinzioni (grette), le loro realtà (grette), la loro professionalità (gretta se non inesistente). Per fortuna, però, non solo la sola che ha fatto ritorno al Sud e quando la mia vita, incontra accidentalmente la vita di questi altri “ritornati al Sud” e lì che scoppia la scintilla. In quel momento, i miei progetti trovano motivazione e sostegno! Con queste altre persone, e per fortuna non sono poche, le mie giornate presenti e future diventano brillanti al pensiero di una condivisione di mentalità ed uno spiraglio di miglioramento della realtà nella quale viviamo.”

Di cosa ti occupi?
“Dopo aver provato a dare un senso ad una parte del mio percorso accademico, la laurea in giurisprudenza, inseguendo la carriera forense, ho valutato concretamente l’altro mio percorso di studi. Ora mi occupo dell’aspetto iniziale e positivo del matrimonio, non più di quello  finale: il divorzio! Sono Event Designer & Style Consultant per Daruma, azienda di marketing, comunicazione ed eventi. Mi occupo principalmente di progettare l’immagine dei matrimoni e sono Consulente di Stile: Ines Pesce Love for Beautiful Places (Instagram Inespesce)

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Ci lasci un pensiero per BaS…
“Siete una grande iniziativa! L’unione fa la forza.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Un network di menti aperte che dal Sud sono andate al Nord per poi ritornare al Sud, con forza e coraggio, non può che essere positivo per sostenere il miglioramento generale.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Dare quanta più visibilità possibile ai profili professionali meritevoli e supportarli nella loro causa (lavorativa e non).”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Della mia terra mi mancava la mia famiglia alla quale ora sono felicemente ricongiunta.”

Marianna per BaS