Flavia Amato

Flavia Amato lascia Guardavalle Marina (CZ) e la sua amata Calabria, poco più che maggiorenne, per completare il suo percorso formativo presso l’accademia di Belle Arti di Macerata. Termina con successo gli studi con una tesi sugli “abiti scultura”. Tesi illuminante per il prosieguo della sua carriera. Infatti, di lì a poco, raddrizza il tiro formativo e sceglie di seguire un desiderio intimo e profondo che la spinge a frequentare, in breve tempo, un corso di modellista professionale ed un master in gestione d’impresa e startup. Dopo quasi otto anni torna nella sua Calabria, per cercare di dar forma ad un sogno cullato fin da bambina, quando vedeva la mamma e la nonna cucire. Crea Malìa, atelier di moda dove il concetto di stile e benessere si uniscono, laboratorio di idee e creazioni dove si realizzano abiti con tessuti organici e naturali.

flaviaamato2Com’è stata la tua vita prima di partire verso il Nord?
“Sono nata il giorno di Natale, nel 1989, ed ho vissuto la ma infanzia e la mia giovinezza a giocare al sole con i miei amici fino alla sera. Un sole che ti scaldava e ti avvolgeva con i suoi tiepidi e gradevoli raggi. Quando cresci con quel calore dentro, è difficile trovarlo in altri luoghi che non sia la tua terra. Il sole, in ogni regione, è sempre lo stesso cerchio un po’ giallo che ci guarda dall’alto ma chi è del meridione, della Calabria in particolare lo sa, il sole calabrese è un’altra cosa. Un sole che il calore te lo trasmette non solo sulla pelle, ma fino alle ossa.”

Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Quando sei lontana chilometri da casa, quella mancanza la senti come una carenza di ossigeno, e quando ti manca l’ossigeno ti dimeni e ti agiti per ritrovarlo. Così mi sentivo lontana da casa, lontana dalle mie radici e dalla mia famiglia, lontana dal mio sole. Volevo tornare nel mio Sud, nella mia terra, con un sogno nemmeno troppo nascosto nel cassetto. Volevo unirmi alla schiera di piccoli imprenditori che cercano, tra mille difficoltà di tipo ambientale, territoriale, concettuale e ahimè non solo, di fare qualcosa per il Sud. Non se ne parla più di tanto, non si trova sui giornali, non lo dicono alla televisione, ma sotto il “velo di Maya“ creato ad hoc dalle istituzioni e dalle credenze, la tanto bistrattata terra calabrese, nasconde come altre realtà del meridione, un humus fertile di piccole imprese, che stanno germogliando, fiorendo, con l’obiettivo del biologico e della sostenibilità. La regione Calabria è stata la culla dei primi insediamenti italici, un concentrato di cultura e tradizione, una terra affascinante per varietà paesaggistica, che è vittima però di sé stessa e della reticenza nazionale. L’amore per la mia terra, mi ha spinto a ritornare, a cercare di fare impresa, dove tutti dicono che è impossibile creare qualcosa di nuovo e sano, dove tutti dicono: “Ma chi te l’ha fatto fare? Dovevi restare dov’eri… Come mai questa scelta? Speriamo bene… Qui non ci riuscirai mai!” Dove tutti, per primi gli abitanti stessi, danno per morto un territorio così ricco. Io no. Sono testarda, orgogliosa e tenace quanto basta per dire che non ci si può e non ci si deve arrendere. Sono tornata per fare impresa e artigianato e per innovare attraverso il tessile naturale. Sono tornata per presentare una start up che ultimamente ha portato il nostro Paese sui giornali per il “tessile innovativo”.

La tua valigia del ritorno piena di…
Speranza e tanta volontà: desiderio di cambiamento per la nostra terra, voglia di sfidare tutto ciò che viene detto contro il Sud. La mia valigia è piena della forte spinta di quel calore, quel sole, che mi ha fatto crescere fondendosi con le mie ossa e contaminando la mia anima. Un grazie, per tutto questo, va alla mia famiglia, ai valori e ai sani principi che mi hanno inculcato fin da bambina. Una famiglia alla quale sono grata, per avermi sempre sostenuto ed aiutato nelle mie scelte, accompagnandomi nel mio cammino, aggiustando il mio percorso, senza mai ostracizzarlo. Grazie a loro, al mio compagno, al mio sole, ho trovato il coraggio e la forza, di seguire un sogno. Un sogno che mi permette di creare ciò che ho sempre desiderato. Un sogno che mi consente, la mattina, ogni volta che apro la porta del mio atelier, ogni volta che termino uno dei miei abiti, ogni volta che guardo dalla finestra, di uscire, alzare lo sguardo, e volgere il viso a quel cerchio giallo, a cui devo tutto, a cui devo il mio spirito rovente di fiera stilista calabrese.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Certamente, perché ho la sensazione di contribuire a qualcosa di grande è già molto soddisfacente.”

Quali sono state, se ce ne sono statae, le difficoltà del rientro?
Le difficoltà riguardano la riambientazione lavorativa, la logistica, la carenza di infrastrutture e altri servizi per la mia impresa che sembrano ostacolare e rallentare il tutto. Inoltre, essendo un’attività innovativa è sconosciuta alla maggioranza della popolazione e quindi spesso si creano intoppi di diversa natura. Per superarle ci vuole tenacia, passione e molta pazienza.”

Di cosa ti occupi?
Faccio la modellista, la stilista e l’artigiana. Creo abiti. Amo la moda, la natura e il connubio tra i due. Ho così aperto ideato e progettato un atelier con il bran Malìa natural couture lab. Il brand Malìa offre un guardaroba versatile e completo e tutto “green” proponendo capi per ogni occasione Questo modo di fare moda è stato definito innovativo, una svolta e smentisce chi pensava che la moda ecosostenibile fosse poco “glam”. Nell’atelier si realizzano abiti completamente naturali realizzati nel rispetto dell’ambiente e provenienti da fibre vegetali ecologiche certificate che mirano ad un risultato di alta qualità e benessere. Per esempio abiti in tessuto di Bambù, in Canapa, pura Seta, Lino e Cotone biologici ma anche in fibra derivata dal latte! Credo nel Sud e nella possibilità di innovare attraverso il ritorno dei giovani e di coloro che al Nord si precludono questa possibilità.

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Grazie per l’opportunità di raccontare la mia storia e per questo bel progetto da voi ideato.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Certamente, io stessa cercavo una cosa simile per confrontarmi appena ritornata. Così facendo possiamo rendere presente i vantaggi del tornare.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Divulgare tutte le storie di chi torna per dare forza a chi è scoraggiato”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Dopo sette anni di residenza nelle Marche, regione leader del tessile e del manufatturiero e dopo aver ricevuto riconoscimenti nell’ambito delle Start Up ho deciso di sfidare tutto e tornare al Sud per creare un’impresa giovanile femminile e innovativa. Spero di non dovermi pentire per questa scelta. Mio padre negli anni 70 dopo venti anni è tornato al Sud per fare impresa ed ha costruito molto per questa terra e spero di poter fare lo stesso.”

La cosa che più che più ti mancherà?
“Mi mancava il calore del Sud, la genuinità, i ritmi. Mentre mi mancherà l’efficienza e alcuni servizi.”

Grazie mille Flavia, per questo messaggio di speranza che servirà a molti giovani che come te hanno voglia di tornare.

Alice Amato

Giacomo Linoci

Giacomo Linoci, ventinovenne Dottore in Tecnologie e Biotecnologie degli alimenti presso l’Università degli studi di Perugia. A 26 anni, spinto dalla voglia di combinare le competenze specialistiche acquisite nel percorso di studi e la passione per la terra natia, rientra a Grottaglie in veste di imprenditore innovativo. Da diversi anni lavora nel settore agroalimentare occupandosi in particolare della valorizzazione, promozione, produzione e commercializzazione del melograno.

Vediamo cosa bolle nella pentola di Giacomo:

Giacomo1Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Per mettere in atto e realizzare i miei sogni e i miei progetti aziendali.
E perchè il Sud non ha bisogno più di gente che scappa. Il Sud non ha più bisogno di servi, non ha più bisogno di bandiere politiche che non gli appartengono. La Terra Duo Siciliana è stata unita sotto un’unica nazione per oltre 700 anni di fila prima dello stato Italiano… Dobbiamo riconoscere questa nostra identità compatta e coesa, dobbiamo essere fieri di appartenere a queste terre che hanno solo attratto il meglio delle popolazioni del mediterraneo per millenni.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Sicuramente della consapevolezza che “volere è potere”. Avere dei sogni e delle ambizioni è un ottimo punto di partenza, se poi questo è arricchito da una buona formazione universitaria e non meno da una ricca esperienza pratica allora i risultati non possono mancare.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Perchè ho fatto e sto facendo quello che volevo fare, ovvero dare energia al settore dell’agricoltura, offrendo idee, servizi e innovazioni.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà sono quelle di ritrovare un posto che non è cambiato per niente, mentre tu si.. Sei cresciuto, sei diventato più adulto e maturo, hai delle esigenze differenti, hai bisogno di risposte.
La difficoltà più grande è quella di trovarsi da solo, non hai il sostegno dalle istituzioni di nessun tipo, anzi cercano sempre di tirarti il freno perché potresti essere “quell’alito di vento in una giornata afosa”…
Bisogna armarsi di santa pazienza e lavorare, lavorare, lavorare, non abbattersi anche quei giorni in cui sembra andar tutto storto…”

Melograno LogoDi cosa ti occupi?
“Mi occupo di Agricoltura e Agroalimentare… Ho ri-lanciato la coltivazione del melograno sia in Puglia che in tutta Italia. (www.linoci.it) Produco e commercializzo melagrane in tutta Italia e presto speriamo anche all’estero. Mi occupo di consulenza, progettazione e realizzazione di Melograneti in particolare, con la formula “chiavi in mano”.
Oggi inoltre, faccio parte di un gruppo di lavoro specializzato sul melograno, selezioniamo e ricerchiamo varietà di melograno da tutto il mondo, produciamo nuove piante in vivaio, realizziamo frutteti e accompagniamo i produttori affiancandoli con la consulenza tecnica fino alla raccolta.”

Giacomo2Ci lasci un pensiero per BaS…
“Avete avuto una gran bella idea che ci consente di condividere le nostre esperienze.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Si. La domanda è già una risposta, la rete è fatta di nodi, ognuno di noi può essere quel nodo fondamentale per costruire una rete cosi grande da poter raggiungere ogni posto più sperduto nel nostro territorio. Sicuramente sarà uno stimolo per gli indecisi e i timorosi…”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe disporre di una banca dati, per le aziende interessate alla collaborazione con giovani innovatori locali.”

La cosa che più ti mancava.
“Il sole, l’aria, ma soprattutto avere a pochissimi minuti dalla città, le campagne ed avere la mia azienda ad appena 2.5 km…. La grande città o metropoli la sento come una gabbia cosi grande ma cosi stretta.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Credo, ne sono fortemente convito, che il modo migliore per far crescere il Sud Italia sia insegnare nelle scuole la vera storia del nostro territorio e la vera storia dell’Unità d’Italia… solo così potremo tornare ad essere consapevoli della nostra forza e delle nostre potenzialità, economiche, culturali e sociali.”

Grazie Giacomo, complimenti per l’impegno e la voglia di miglioramento continuo… il mix tradizione e innovazione ci piace molto!

Silvia Ligorio per BaS