Interviste Radio – BaS

Lunedì 27 giugno ore 10:40 – Ospiti di Antonio Ligorio nel suo programma: “Il Territorio in diretta” presso Idea Radio Nel Mondo Latiano (Brindisi).

Marianna Pozzulo, racconta Bentornati al Sud.

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Domenica 24 aprile ore 10:00 –  Ospiti di Mimmo Astore presso Radio Rama (Lecce).

Marianna Pozzulo, fondatrice di  Bentornati al Sud, e Anna Fiore, del gruppo operativo BaS, raccontano il nostro progetto e la collaborazione con Inchiostro di Puglia.

Le immagini della nostra intervista RAI

Febbraio 2016.

Intervista Rai (Speciale TG1 – “Cambio Vita”) per noi di Bentornati al Sud con Federica Balestrieri. Giornalista RaiUno. Due giornate super intense e ricche di emozioni.

Possibilità, inaspettata, di conoscere la TV dall’altra parte dello schermo, di scoprire come si sviluppa e prende vita un’idea televisiva, di vivere un’esperienza accanto a professionisti appassionati del proprio lavoro.

Preziosa occasione per raccontare nascita ed obiettivi della nostra rete tra tornati e far conoscere il nostro Sogno:
“Veder tornare al Sud, tutti coloro che lo desiderano!”

Felicità, per aver coinvolto alcuni tornati della nostra rete BaS!!!

Qui, le immagini del dietro le quinte….

Dopo la nostra intervista a Brindisi, il viaggio con la troupe di Rai 1 è proseguito…

 Melograno Made in Italy

Prima tappa presso il Melograno Made in Italy, Grottaglie (TA), intervista al nostro BaS  Giacomo Linoci:

 Mamma Zazi

Seconda tappa, Seclì (LE), per intervistare le nostre BaS Barbara Vaglio e Luciana Zompì di Mamma Zazi, che ci hanno accolto presso LUNA Laboratorio rurale:

 Salento Dog

Terza ed ultima tappa, Mesagne (BR), presso Salento Dog Educazione Cinofila, intervista a Stefano Pinto:

Ringraziamo di cuore Federica, per questa bellissima esperienza!

Antonio Forte

Antonio Forte, Laurea in Economia e Commercio, Master in Qualità-Ambiente-Sicurezza e Sistemi di Gestione Aziendali si occupa di Consulenza Direzionale. Conosco Antonio (grazie a LinkedIn) perchè lavoriamo entrambi nel settore formazione aziendale. Dai primi incontri, di scambio e confronto, è emersa la sua grande professionalità e la sua profonda passione per la Nostra Terra. Inaspettato è arrivato il suo racconto. Per questo, sono ancor più felice di condividerlo con tutti voi.

Antonio FortePer quale motivo sei ritornato al Sud?

“Dopo il master a Roma ci sono stati due motivi per i quali ho preferito non rimanere nella Capitale e ritornare in provincia di Taranto.

Il primo, lavorare NEL e PER il mio territorio. Mettere a disposizione le mie conoscenze nelle nostre aziende, dare, nel mio piccolo, un impulso allo sviluppo della terra che, nel bene o nel male, mi ha comunque allevato e mi ha dato un’istruzione.

Il secondo motivo invece, è di carattere prettamente ideale. E’ dal 1861 che le migliori energie partono dal Sud per andare ad ingrossare le economie del mondo e del Nord Italia. E’ un sistema così strutturato ed interiorizzato anche dalle popolazioni meridionali che quasi non ci facciamo più caso.

Dopo il diploma è naturale spostarsi al Nord, per studiare, con annesse risorse finanziarie che potrebbero tranquillamente rimanere nel nostro territorio e finanziare i nostri affitti, le nostre città e le nostre università! Dopo l’università è altrettanto naturale rimanere nelle città (del Centro Nord) dove si è studiato, per ovvi motivi, e così si dà continuità allo scippo di risorse nei confronti del Sud Italia. Si lavora e si produce in cambio di 1.000 euro per ingrassare ancora di più datori di lavoro e sistemi economici mentre da noi rimane il deserto.

No, ho deciso che finché ce ne sarà la possibilità, il mio lavoro sarà destinato essenzialmente al Sud.

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo? Ci puoi spiegare perché?

“Se mi guardo indietro, ad oggi, posso dire che il ritorno è stato abbastanza positivo. Ho imparato tanto, ho studiato ancora e mi sono professionalizzato. Se guardo il mio CV sembra quasi impossibile che sia riuscito a fare quello che ho fatto, però insomma, chiunque con un po’ di impegno e dedizione ci sarebbe riuscito!

Quello che manca a tanti ragazzi e giovani è la volontà e la passione. Ovvio è che dare per acclarata la sconfitta non porterà mai alcun progresso. Molti ragazzi non ci provano nemmeno a immettersi nel circuito lavorativo del nostro territorio.

Come diceva una grande persona: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle?

“Durante lo stage ho lavorato tantissimo e ho cominciato a macinare km in Puglia e in altre regioni d’Italia (centro Italia – Lombardia). Ho sostenuto anche spese, mitigate dalla borsa di studio della Regione Puglia. Ma nel dopo stage ci sono stati mesi particolari, nei quali non lavoravo perchè ovviamente terminato il contratto di stage sono stato gentilmente messo alla porta.

Avevo scommesso nella mia terra ma nonostante questo ho trascorso 6 o 7 mesi da disoccupato. Sembrava quasi che la mia terra non avesse scommesso su di me.

Ero a casa certo, il periodo era l’autunno 2009 ma non ricordo di aver avuto particolari paure. Non mi sono demoralizzato, nella primavera 2010 magicamente sono cominciate ad arrivare richieste di consulenza tramite il mio sito e ho iniziato a lavorare, anche gratis a volte, ma a lavorare con aziende delle nostre province! L’obiettivo a questo punto era iniziare a ad inserirmi in qualche modo e farmi un CV da poter prima o poi rivendere.

Non avevo obiettivi chiari sul guadagno, anzi, a dirla tutta, non mi interessava nemmeno! Ho cominciato a fare consulenza per diverse aziende fino a quando una grande multinazionale con sede operativa nel centro Italia mi contatta (sempre tramite il sito internet) e mi chiede se fossi interessato a partecipare ad una loro gara di appalto per una certificazione di un servizio chimico. Ovviamente accetto al buio, apro partita iva al buio, vado a fare un sopralluogo, partecipo alla gara e la vinco!

Da allora, diciamo che la strada è diventata un po’ più in discesa perché almeno, cominciavo ad inserire nel mio portfolio aziende di spessore. Come si dice in questi casi, nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata tanta!”

Logo Di cosa ti occupi? “Mi occupo di Qualità, Ambiente, Sicurezza. Svolgo sia consulenza che formazione, anzi, forse faccio più formazione! Ho certificato, con diversi standard, una decina di aziende in questi anni e seguo una ventina di altre aziende per ciò che concerne la formazione. Lavoro stabilmente con un ente accreditato, molto serio, e con persone veramente fantastiche.

Ero ancora a Roma, nell’ottobre 2008 quando, seguendo l’idea di un docente del Master, apro un mio sito internet (www.antonioforte.com). E devo dire che quella scelta è stata la mia chiave di volta. Senza quel sito e senza quel docente probabilmente sarei ancora disoccupato.

Quello che voglio dire ai ragazzi è comunque quello di puntare su un target di mercato medio-alto. E’ quello forse più complesso ma che darà più soddisfazione se non nell’immediato, almeno nel medio – lungo termine.

Anche nel bisogno, non ho mai accettato consulenza non etiche o legate a strane aziende o personaggi. I miei clienti sono innanzitutto degli amici di cui posso fidarmi, e così come nella vita sociale, se non posso fidarmi non possono diventare nemmeno clienti.”

Ci lasci un pensiero per BaS… “Ottima iniziativa, avanti tutta 🙂 ”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo? “Potremmo fare qualche meeting o convegno, anche in qualche posto di co-working. Ho qualche amico che ci lavora in quello di Brindisi 🙂 “

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?Promuovere il lavoro nel Meridione. C’è tanto da fare e le energie sono poche. Serve gente seria che cominci a pensare con la propria testa.”

Grazie Antonio, per aver condiviso con noi la tua esperienza…. che dimostra come, con impegno e volontà, è possibile realizzarsi lavorativamente anche (…e soprattutto!) dopo qualche momento “no”, anche (…e soprattutto!) nel nostro Sud!

Marianna per BaS

Carlo Rollo

Quando arrivo in ufficio e mi siedo davanti al pc per iniziare la giornata lavorativa, quello che vedo è un monitor e parte di una testa che si muove indaffarata. Bene, quella testa è di Carlo Rollo!

Quando dai un nome ed un volto alla testa, significa che il semplice rapporto tra colleghi viene accantonato, mutato, si diventa amici, si parla delle proprie esperienze, delle proprie prospettive e come sempre tra noi meridionali… di cosa fare per il Sud o per la propria comunità. Carlo ha talento ma soprattutto ha vitalità da vendere e amore per il proprio paese, Veglie. Da qui, il connubio con BaS.

Buona lettura!

carlorollo

Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Perché il richiamo della propria terra è troppo forte, perché ho reputato di aver maturato la giusta esperienza per provare a cambiare qualcosa.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Tante belle esperienze, tanti amici che sono diventati la mia famiglia a 700 km dalla quella di origine. Tanti ricordi e tanti buoni propositi. Abbastanza forza e coraggio per capire che nel mio paese d’origine ci sono tante belle cose ma ancora troppe cose brutte che però, possono essere cambiate. Cambiamento possibile grazie alle persone che come me, hanno avuto il coraggio di confrontarsi col mondo, di aprire la mente per capire che bisogna necessariamente collaborare per vincere, che bisogna aiutarsi per restare a galla. L’unione fa la forza, sembra una frase fatta ma racchiude il segreto per vivere meglio.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo? Ci puoi spiegare perché?
“Il ritorno è stato molto positivo, perché mi ha permesso di riabbracciare un paese che ho sempre portato nel cuore. Positivo perché sono tornato molto maturato, con l’esperienza e i mezzi quindi, per fare qualcosa di socialmente utile. Infatti, dal primo giorno in cui ho rimesso piede a “casa”, mi son dato da fare per provare a costruire quella fabbrica di coscienze che tanto ho sognato. Dopo sette anni di lavoro, con la costituzione dell’associazione Elos (www.elosassociazione.it), molti dei miei progetti stanno prendendo forma.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?
“Difficoltà molte, tutte derivanti dalla chiusura mentale di chi non ha mai messo il naso fuori dalla propria porta di casa. Difficoltà dovute alla teoria del “fotti compari”, “chi prima arriva prima alloggia” ecc.. E’ stata dura, ma pian piano, cercando persone che come me hanno imparato cosa vuol dire lavorare per obiettivi comuni, sono riuscito a diffondere la cultura della collaborazione… ora il gruppo cresce e io mi sento orgoglioso del mio contributo.”

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Raccontaci la tua attività.
“L’idea della fabbrica di coscienze è forse cablata nel mio DNA. Per metterla in pratica, ho dovuto fare i conti con diversi fallimenti, perché non è facile portare una cultura che contrasta con quella radicata nei secoli. Poi, il tempo è sempre il miglior giudice, ha fatto si che io conoscessi, quasi per caso a dire il vero, professionisti seri, affermati e affamati di cambiamento, quel cambiamento che ho sempre cercato, un cambiamento che migliorasse i rapporti logorati in un paese alla deriva. Così nasce l’associazione Elos, con il suo sito internet, la sua app, la sua webradio e una miriade di iniziative che mirano a coinvolgere tutti. Ci stiamo riuscendo… e questo ci rende felici.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Raccontare le difficoltà attraverso le esperienze è, allo stesso tempo, un modo per aiutare a superarle.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Organizzare dei seminari con i “Ritornati” che hanno avuto il coraggio di provare e la fortuna di riuscire.”

Forza Carlo e forza Elos, siamo sicuri che entrerete di diritto nel museo della memoria di Veglie insieme a tutte le attività che state realizzando.

Giuseppe Rusciano per BaS

Sabrina Barbante

“…mi sono ritrovata su un treno diretto a Sud. Il giorno che sono scesa dal treno avevo solo l’essenziale, in un solo bagaglio.”

Il titolo del libro: “Diversamente a Sud” e queste righe, hanno reso “imprescindibile” il nostro legame con Sabrina Barbante. Per questo l’abbiamo inseguita, per mesi, e invitata a presentare il suo terzo romanzo durante “La Notte di #InchiostrodiPuglia”, a Brindisi, presso Camera a Sud, trasformato in “Fortino Letterario”, il 24 aprile 2015.

La sua intervista…. 

Sabrina

Per quale motivo sei ritornata al Sud?

“Perché dopo essere stata  praticamente ovunque, la mia città sembrava il posto più lontano. E lontano volevo di nuovo andare.”

La tua valigia del ritorno è piena di…

“Rimmel, scarpe, fotografie, appunti di viaggio, pazienza.”

Complessivamente è stato un ritorno  positivo o negativo?

“Positivo.”

Ci puoi spiegare perché?

“Perché sono la migliore me stessa mai esistita. E perché si fa un passo indietro solo per prendere la rincorsa. E perché se non fossi felice me ne sarei già andata di nuovo.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?

“Sia per la prima che per la seconda domanda, leggere ‘Diversamente a Sud’ :)”

Scrittrice. Blogger. Traduttrice. Consulente Social Media Marketing. Raccontaci la tua attività qui al Sud.

“Ho aperto la partita IVA come traduttrice e lavoro quindi soprattutto per l’estero (mi piace vincere facile). Ero giornalista e pian piano sono diventata blogger. Ed è molto divertente.”

Ci lasci un pensiero per BaS…

“Ci sono diverse sfumature di Sud che ci portiamo dentro. A seconda di quella egemone, si può essere ovunque incredibilmente felici. E ovunque stupidamente infelici. Anche a Sud.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

“Una rete è sempre utile. Può esserlo con consigli su come avviare o trovare un lavoro ad esempio.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Tra le tante cose, vedi risposta precedente.”

“…perché il Sud è anche una questione di fiducia nelle persone giuste…”

Grazie per la fiducia, Sabrina!

Marianna per BaS

…ed il suo racconto per BaS

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“Sono tornata a Sud dopo cinque anni ed un tempo indeterminato a Milano, dove avevo colleghi bellissimi e un ambiente lavorativo umano e familiare.

Ergo, non fu scelta dettata dal grigio delle persone, dalla freddezza, solitudine e bla, bla, bla.

Come non dalla pizzica e dal solemarevento era spinto il mio animo a tornare a Sud.

Il punto è questo. Non era questione di anima ma solo di corpo. Il corpo mi ha tolto il sonno, e poi l’appetito e la salute.

Come quando ci si innamora.

Perché mi fa ridere,

Perché è bello,

Perché  mi fa sentirà casa….

Cazzate. Amenità. Banalità.

Scuse patetiche con cui si cerca la ragione dove non ragione non c’è.

La verità potrebbe risiedere in alcune sotto cartelle del nostro inconscio, di quelle che proprio non conosciamo e non decodifichiamo. Il motivo (e non la ragione) per cui ci si innamora (e per cui si torna a Sud) è lì in qualche spazio nascosto e compresso dell’immaginario nato e cresciuto con noi da quando abbiamo iniziato a piangere.

Da adulti si riassume in chimica e ci pota lì, da colui o colei per il quale saremmo disposto a tutto. Persino a morire.

Persino costringerci, una volta per tutte, a vivere.

Ed a fare tutta una serie di cose per le quali la giustificazione ‘mi fa ridere’ o ‘mi mette di buon umore’, davvero proprio non regge.

Il mio rientro a Sud e stato così.

Non mi faceva ridere, non mi metteva allegria più di Milano. Non è una questione di qualità della vita.

È stato corpo e chimica, generata da quelle sotto cartelle dell’inconscio cui non si può ordinare ‘salva con nome’ per rintracciarle.

E’ stato come Amore.

E i motivi, come nel caso dell’amore, sono stati futili, ma imprescindibili.”

Sabrina Barbante per BaS

Lorenza Dadduzio

Lorenza Dadduzio l’ho incontrata circa 2 anni fa sul palco di Next, La Repubblica delle Idee a Bari.
Insieme alla sua socia, Flavia Giordano, erano tra gli startupper dell’evento e presentavano in un minuto il loro progetto Cucina Mancina. Dire che la loro presentazione mi aveva colpito per contenuti, originalità e semplicità è poco…
E non era solo un’pressione visto che un anno dopo sono state premiate ben tre volte come miglior startup di food in Italia (Next La Repubblica delle Idee, Re-Food di 3040 e StartupItalia!)

Ho voluto intervistarla per Bas.

10390901_10152578690000563_7905583671495161276_nPer quale motivo sei ritornata al sud?

Volevo costruire nella mia terra il mio futuro.
Non mi andava di regalare le mie energie alle multinazionali. 

Ciascuno sceglie la sua scala di valori. Io ho messo in cima la profondità del cielo, l’intensità degli sguardi e gli abbracci di chi amo.  

Un altro motivo credo sia stata anche l’incoscienza…

La tua valigia del ritorno è piena di…

Esperienze, sguardi oltre l’orizzonte ed energia positiva. Ispirazioni che ho importato e fatto mie. Vivere altrove ti apre la mente e non posso negare che si sente differenza rispetto a chi non si è mai mosso. Tornando hai l’esigenza di circondarti di persone che hanno avuto la tua stessa esperienza.

Complessivamente è stato un ritorno  positivo o negativo? Sai dirmi perché?

Positivo. Solo allontanandoti dal posto in cui sei nato riesci a guardare per intero la bellezza dei frammenti di cui è composto il mosaico. Ogni giorno qui c’è qualcosa da inventare. Senza aspettare che sia qualcuno a cercarti e proporti il “da fare”. E poi se hai una famiglia accanto, tutto diventa più facile.

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?

La mia vita qui non è facile così come sembra dall’esterno, ci sono alti e bassi, bollette da pagare, clienti che non pagano, ma il valore umano ripaga tutto. Bisogna crearsi il lavoro giorno per giorno, non arrendersi. Ma saper fare rete con altre persone positive e propositive, generose e trasparenti, ti aiuta a sentirti meno solo, meno alieno nella tua terra.

Parlaci delle tue attività, oltre a cucinaMancina, di cosa ti occupi?

cucinaMancina è l’ultimo e più saporito progetto della mia vita lavorativa, una startup fondata nel 2013 insieme alla mia socia Flavia Giordano, grazie alla quale offriamo a chi mangia differente per scelta o necessità un luogo digitale dove cercare e condividere ricette, informazioni, eventi, ristoranti, negozi e presto anche prodotti dedicati ai “diversamente onnivori”: vegetariani, vegani, allergici, curiosi alimentari e persone mangiano con pochi zuccheri, grassi o sodio. In questi giorni abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela per realizzare il “mercato mancino”.

Ma nelle mie giornate multicomposte si stratificano anche altri pezzi professionali della mia vita:
dal 2007 sono titolare e direttore creativo di Metròfili, uno studio di comunicazione che racconta di cibo e territorio. Da 6 anni mi occupo anche di processi di valorizzazione integrata e partecipata del territorio e dei beni culturali per enti pubblici e privati.

Nel 2011, grazie al bando Principi Attivi, ho potuto realizzare Rivisitazioni, una mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura per la promozione del turismo indigeno, un format che punta a far ri-innamorare i cittadini delle proprie città attraverso le “visioni inconsuete della consuetudine” di fotografi e scrittori appartenenti alla città stessa. Ad oggi abbiamo realizzato in Puglia 10 tappe. 

Da un paio d’anni sono anche direttore artistico e curatore di Sentinelle d’Innovazione, uno storytelling partecipato dell’innovazione nel lavoro in Puglia che ha prodotto le polaroid georeferenziate dell’innovazione, un album e una mostra-evento e aggregato ad oggi 50 fotografi pugliesi e 70 storie d’innovazione. Abbiamo appena riaperto la chiamata alle arti per fotografi, scrittori, videomaker e illustratori che abbiano storie di innovazione nel lavoro da raccontare.

Ci lasci un pensiero per BaS?

Ci vuole coraggio (e incoscienza!) per tornare, ma ancora più coraggio per restare.

Una rete tra tornati al sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

Una rete aiuta a tornare, allevia il ritorno. Fa bene partire, andare via tutte le volte che si vuole e si può, ma non bisogna mai stancarsi di tornare.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

Sarebbe interessante leggere delle lettere di chi è fuori, in modo da intrecciare la visione tra chi è ritornato e chi ancora non è riuscito a farlo.

Grazie Lorenza per la tua disponibilità e tienici aggiornati su i tuoi prossimi successi.
In bocca al lupo!

 

Paola Muti per BaS