Luna Laboratorio Rurale: ‘Casa’ di innovazione agricola, sociale e culturale

Ci sono luoghi come case. La caffettiera sbuffa sul fuoco, la crostata di marmellata è fatta in casa, un paio di guanti in più sono nella stanza di là, “che numero hai di piede? C’è un paio di stivali anche per te! ”

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Ogni sabato mattina alle 9.30 se è inverno e alle 17 se è estate, Luna laboratorio rurale (Galatone-Seclì) si popola dei suoi volontari, accorrono tutti per aiutare nei lavori della terra: pomodori d’inverno, zafferano,  patate zuccherine, canapa. La terra non è sola: è coltivata, curata, irrigata.

Luna laboratorio rurale è una struttura composta di una casa e circondata da tre ettari di terra che, dopo 10 anni di abbandono, ha trovato nuova vita grazie all’associazione Itaca. Sono cinque donne ad aver imbracciato quest’avventura di ritorno a Sud, di scommessa sul territorio, di attivazione di una comunità rurale (qui un bell’articolo sull’avvio del progetto). La troupe di volontari è così numerosa e attiva che Fabiana, Rossella, Arianna, Federica e Barbara non sono più in cinque.

Contrada Luna  e la vicina chiesetta rurale, di fronte, assistono allegre alle tante iniziative promosse dal laboratorio rurale, un avvicendarsi di eventi e persone: la semina del grano saraceno, la raccolta dello zafferano e della canapa, il cantiere di costruzione dei mobili per Luna, la giornata di progettazione partecipata del 3 aprile (‘E la Luna bussò!’), Golconda Art Festival e, prossimamente, la residenza artistica per bambini e ragazzi ‘Casa Luna’ (qui l’anteprima ‘Presentando Casa Luna’).

Non c’è età in questa casa immersa nella campagna, c’è posto per adulti e piccini, per idee e progetti di innovazione agricola e sociale che valorizzino la ruralità e le risorse locali.

Luna si fa ‘Casa’ e residenza estiva per l’arte, accoglierà bambini e ragazzi nel suo interno, esterno e intorno! ‘Casa Luna’ è un progetto dell’artista e designer Adalgisa Romano ispirato al metodo ‘Munari’: tra gioco e arte, fare e imparare il confine è sottile, quasi impercettibile. Dal 20 giugno al 1 luglio, tutte le mattine dal lunedì al venerdì,  i bambini sprigioneranno la loro fantasia nel verde di Luna lasciandosi ispirare dalla natura e i suoi ampi spazi, scopriranno la contrada e le sue persone (residenti, contadini, vicini di campo), ascolteranno le storie sulla vicina chiesetta rurale intitolata alla Madonna di Costantinopoli. I laboratori di musica corporea, di contaminazione tattile ed emozionale, di fotografia sperimentale con polaroid e i ‘pasticciamenti’ in cucina completano un quadro già ricco.

 

Gli scatti di Elisabetta Patera e le opere dei bimbi racconteranno quanto accaduto nei giorni di residenza artistica e comporranno la mostra finale: domenica 3 luglio, alle 18.30, si chiuderà in bellezza!

Un’esperienza così piena puoi chiamarla ‘plenilunio’, tanto siamo a Luna.

Barbara Vaglio e Luciana Zompì

Barbara Vaglio torna a Galatone (LE) da Roma e Luciana Zompì a Taviano (LE) da Bologna.

In questa intervista ci raccontano esperienze e sentimenti in cui ognuno può ritrovarsi, al rientro nel proprio paese natale. E ci parlano del loro incontro, da cui nasce un progetto che guarda al futuro. Un’ idea che vuole riempire di colore e allegria uno dei momenti più importanti nella vita di una donna: quello in cui si diventa Mamma.

Scoprite con noi il loro ritorno al Sud…

B&L Zazi

Per quale motivo siete ritornate al Sud?

Barbara: “ Non è stata una scelta, gli eventi mi hanno riportato a casa e trattenuto. Oggi sono sempre più contenta di questo ritorno e trovo nella mia terra grande ispirazione.”

Luciana: “La mia era una sfida. Rientrare a casa, con la lentezza delle giornate salentine, i suoi riti, gli affetti solidi, con il sogno di poter fare qualcosa anche in questo lembo di Sud. Son stati anni difficili, ma ho trovato il mio equilibrio e la mia dimensione in un luogo che non cambierei per nessun altro al mondo.”

La vostra valigia del ritorno è piena di…

Barbara: “Nuovi occhi, buone speranze, amicizie, incontri, stimoli e avventure. Tornare a casa, dopo Roma, mi ha permesso di guardare alla mia terra con occhi nuovi, di riscoprirla più bella e interessante, così me ne sono innamorata perdutamente. Il ritorno ha comportato grandi lotte e sfide con me stessa, portandomi però a capire che la tenacia, l’inventiva, la passione possono davvero fare la differenza, anche a Sud. E dopo tanto peregrinare lavorativo, giungo oggi a dare concretezza, con Luciana, a un progetto di ampio respiro e rivolto al mondo delle mamme, che ogni giorno mi rende più orgogliosa.”

Luciana: “Progetti, amicizie, nuove scoperte, lavori più disparati, ma anche tanto entusiasmo e voglia di non mollare.
Il rodaggio nei primi due anni ha portato sconforto, colloqui farsa, sino all’approdo alla prima occupazione reale. Ora tutti gli sforzi puntano a Zazi, un nuovo progetto a cui lavoriamo con passione e dedizione, in cui riponiamo tutte le nostre aspettative.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

Barbara: “Positivo. Sono sempre più convinta che lasciare il proprio nido per andare altrove serva molto. Tornare e vedere le cose da un punto di vista nuovo, avere la voglia di osservarle e gustarle come fosse la prima volta, adeguare a un contesto piccolo una visione grande, sono conseguenze dei ritorni.”

Luciana: “Un ritorno positivo, ma non senza difficoltà. Un ritorno voluto, Bologna era cambiata, o forse lo ero io, erano cambiati i ritmi, gli amici di sempre avevano preso ognuno la sua strada. Non sono mai stata ferma, ma sono riuscita a guardare al mio paesino, così odiato negli anni dell’adolescenza, così pieno di luoghi comuni, come un punto di partenza e rinascita. E così è stato.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

Barbara: “Per me sono state passare da una città a ritmo accelerato al ritmo lento, lentissimo, del Salento. Avere moltissimi amici importanti lontani, e avere la necessità di ricreare da zero un microcosmo di relazioni, avere il dubbio di non riuscire a trovare una corrispondenza tra me, le persone e il contesto. Erano solo paure infondate, perché col passare del tempo mi sono resa conto che ero io a dovermi ricalibrare.”

Luciana: “Senza dubbio la più grande difficoltà è stata quella di rientrare a casa, a convivere con i miei genitori. Un’involuzione, una situazione che mi metteva a disagio, era come essere tornata adolescente, nella mia stessa stanza, con addosso dieci anni di più. Da qui i litigi vari, che fomentavano la voglia di andare via di nuovo, combattendo con quella che mi aveva portata a tornare. La ricerca spasmodica di un lavoro, la scrematura degli annunci, l’invio di curriculum, i primi colloqui e le prime prese per i fondelli (mi sono, non so come, ritrovata a fare dimostrazioni come commerciale, caldeggiando la vendita di creme solari piuttosto che di lampade!!). Come ho superato tutto? Maturando. Ho pensato che la prima cosa da fare fosse quella di rilassarmi, credere che tutto, prima o poi, sarebbe andato per il meglio. E così è stato! 🙂 ”

Di cosa vi occupate?

Barbara: “Ho collaborato con diverse realtà occupandomi di comunicazione, social media, content editing e digital pr. Ad oggi sono una freelance, sempre alla ricerca di nuove sfide comunicative, adoro scrivere, andare in bicicletta, fare brainstorming con Luciana. Insieme ci divertiamo un mondo, ce lo conferma Zazi, il premaman irriverente che offre una soluzione alternativa alle mamme esaltando il loro modo di “essere”: impulsive, festaiole, artiste, modaiole o social, perchè la maternità e tutti i cambiamenti annessi possono essere affrontati con ironia. E Zazi, questa mamma elettrica e dolce, simpatica e non convenzionale, è un po’ la sintesi di noi due, mamma Luciana e zia Barbara”.

Luciana: “Lavoro come copywriter freelance presso due web agency, ma mi occupo anche di social management, parolona che ai più sembra parli di fuffa, ma che ha un senso. Da maggio scorso Zazi ha cominciato a prendere forma, sino a concretizzarsi e a divenire un’occupazione vera e propria. Tra le più grandi passioni c’è quella per il mare, l’Irlanda, dove ho vissuto prima di rientrare, la lettura e di conseguenza la scrittura, ma sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, gironzolando tra mercatini delle pulci e negozietti vintage.”

zazilogo

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

Barbara: “Andare in bicicletta, percorrere in sella la strada che mi porta al mare e vedere il paesaggio cambiare dall’odore delle erbe aromatiche a quello salmastro.”

Luciana: “La mia famiglia, senza ombra di dubbio, il mare in inverno, le marine silenziose e malinconiche, ma così belle da gustarsi in solitudine. I miei nipotini, all’epoca davvero piccoli, che non vedevo crescere. E poi la lentezza e quella sorta di “amore diffuso”, quel mix di ospitalità, tendenza all’aiutarsi anche se non ci si conosce, affetto smisurato, che accomuna i nostri paesini.”

Ci lasciate un pensiero per BaS…

Barbara – Luciana: “Grazie per averci dato modo di raccontare la nostra storia.
Speriamo che condividerla qui possa motivare qualcun altro e a convincerlo che i sogni vanno presi per mano e di petto!”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

Barbara – Luciana: “Si. Creare nuove sinergie tra risorse che abbiano competenze diverse e che possano condividerle e valorizzarle. Sapere che tutti, più o meno, abbiamo avuto difficoltà da superare una volta rientrati qui a Sud, aiuta a non sentirsi soli in un momento così delicato e tormentato qual è il ritorno.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

Barbara – Luciana: “Creare una rete, non solo virtuale, ma anche fisica, di luoghi a Sud in cui potersi incontrare, confrontare, spalleggiarsi e magari trovarsi a mettere assieme forze e creatività, al fine di dare vita a nuovi progetti, inediti e fantasiosi.”

Ci suggerite altri nominativi di Bentornati al Sud?

Barbara – Luciana: “Luna Laboratorio Rurale 🙂 ”

Marianna per BaS