Senior IT Project Manager – Programmatore Responsabile Sviluppo Software e IT / Puglia

Logo Traipler
Traipler è la prima piattaforma di Video Content Marketing e Digital Storytelling per la produzione e diffusione di contenuti video originali di qualità professionale ​con un vasto catalogo di più di 50 soluzioni video template omologati e di successo ​​per ogni categoria merceologica​,​ che il cliente può produrre ad hoc ​e a basso costo ​grazie​ a​ un network di 600 videomaker distribuiti su tutto il territorio nazionale​.

Azienda in grande crescita, giovane, ambiziosa ed innovativa che guida il cambiamento in essere nella comunicazione in cui il video è la leva fondamentale di crescita di ogni tipo di business. Con un team multi-discplinare e distribuito, in cui persone interne e un partner tecnologico in outsourcing lavorano assieme con tecnologie digitali e metodologie moderne.

RICERCA

 

Inserimento finalizzato all’assunzione:
Condizioni contrattuali e benefit saranno discusse valutando la reale esperienza e l’aderenza alla posizione. Saranno contattate soltanto le candidature ritenute idonee. L’offerta si intende estesa a entrambi i sessi (L. 903/77) e agli appartenenti alle categorie protette (L. 68/99)

Sede: Putignano (Bari)

 

Per candidarsi:

Senior IT Project Manager

Programmatore Responsabile Sviluppo Software e IT

 

Segnalato da: Agela D’Aprile

Federica Costantini

Federica Costantini, Laurea Magistrale in Psicologia, Master in Criminologia e Specializzazione in Comunicazione e Marketing. A 18 anni lascia Zollino (LE) per studiare a Roma. Gira l’Europa e vive in Irlanda, Lettonia, Malta e Messico: “Vivere, scoprire me stessa e il mondo per poterlo presentare e raccontare.” Torna, dopo 11 anni, nel suo paese natale ma è alla ricerca della sua “base salentina”.

Federica_Costantini8_Zollino

Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Per scelta: per me tornare ‘alla base’ significa prendere la rincorsa per il prossimo volo.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Una collezione infinita di esperienze, ostacoli, abbracci, sberle in faccia, sorrisi e parti di me.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Non so da quale lato pende la bilancia. Qui, al Sud, come nei tanti posti in cui ho vissuto, ho la sensazione di essere costantemente sulle montagne russe: passo dall’arrancare in salita al ribaltare tutto e scendere con facilità in discesa in un attimo. Non esiste un ‘positivo/negativo’ globale per quanto mi riguarda: esistiamo NOI in tutte le nostre forme, modi, creazioni, nature e espressioni… OVUNQUE SIAMO. Ora sono qui e mi sto lanciando in questo nuovo ‘giro di giostra’.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Ogni fase nel mio percorso di vita ha trascinato con sé avventure e difficoltà, anche il rientro. Mi sono sentita, e delle volte continuo tutt’ora a sentirmi, “straniera in patria”: quando vivi 1/3 della tua vita altrove, torni e non ti riconosci più in ciò che pensavi di essere, in ciò che facevi e in ciò che hai lasciato quando sei partita. Sai qual è la cosa divertente? Che la stessa sensazione la provi quando arrivi in un posto per la prima volta! Con questo voglio dire che ovunque vai PORTI TE STESSA, le tue potenzialità, le tue contraddizioni, i tuoi talenti, i tuoi dubbi, le tue paure, la tua natura e le tue parti irrisolte. Se non le affronti nessuno lo farà al tuo posto: puoi cambiare lavoro, nazione, relazioni, partner e, nonostante tutto, non cambierà nulla. Al mio rientro (che non è detto sia definitivo, chi lo sa!) essere ONESTA CON ME STESSA è stato necessario: cosa voglio? Che ‘prezzo’ sono disposta a pagare? Cosa non ha funzionato prima? Quali scuse mi sto raccontando? Che cosa credo essere vero per me? Cosa so fare e cosa non so fare? Cosa ho bisogno di imparare? Queste sono le domande che mi sono fatta e a cui ho fatto seguire ricerche, risposte e azioni massicce. Non ho consigli, suggerimenti o dritte da dare: ognuno “si sana da solo” (come dice Jodorowsky) e, soprattutto, CREA LA PROPRIA REALTA’ perché LIBERO. Una cosa, però, è certa: credere senza agire non porta da nessuna parte.”

Di cosa ti occupi?
“Non amo le definizioni. Faccio ciò che mi piace attraverso ciò che sono. Adoro PRESENTARE IL MONDO NEL MONDO. Ovviamente, AL FEMMINILE.(www.federicacostantini.com).”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Non vivo di nostalgie. Il viaggio mi ha insegnato a valorizzare ciò che è presente in questo momento; quindi, ora che sono al Sud, faccio scorta di persone che amo, risate, abbracci, sole e tanti tanti zuccheri (per sopperire alle voglie di tutti i tipi quando sono lontana) 🙂 “

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“La cultura, le pippe mentali, la resistenza al cambiamento condizionano e bloccano anche i migliori progetti. Restare focalizzati su ciò che sentiamo essere AUTENTICO per noi e FARE DA SOLI, ovvero prendersi la TOTALE RESPONSABILITA’ delle nostre scelte, richiede ovaie ma VALE LA PENA. Le PERSONE FANNO IL CONTESTO, non il contrario. Adoro collaborare e condividere quando competenze, visioni e obiettivi sono orientate nella stessa traiettoria, in maniera naturale e fluida. Il mio motto, non a caso, è A GANAR (vinciamo, ndr) e “il mondo -come dico sempre- è di chi se lo va a prendere”. Magari un pezzettino alla volta. Meglio se INSIEME.

Ci lasci un pensiero per BaS…
Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: AVETE RAGIONE VOI.” In qualunque parte del mondo siate, ANCHE AL SUD :)”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Certo… è fondamentale!”

Cosa può fare la rete BaS?
“Iniziative per divertirsi, condividere, collaborare e fare networking.”

Grazie Federica, per aver condiviso con noi il tuo mondo… al femminile!!

Marianna per BaS

Marianna Natale

Marianna Natale, Laurea in Scienze Politiche, a 27 anni lascia Cosenza per lavorare a Milano. Torna a 36 anni. Consulente e Formatrice in Marketing e Comunicazione, sua grande passione è la moda e tutto ciò che riguarda la bellezza…

Foto2Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Per un’offerta di lavoro e per portare la mia esperienza e le mie competenze acquisite nella città dove sono nata.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Sicuramente tante speranze, tanta voglia di fare, di creare e di portare il “nuovo” nella mia città. La Calabria è una Regione, oltre bellissima terra, ricca di risorse e potenzialità che devono essere valutate, considerate, stimolate. E queste risorse sono i giovani con le loro potenzialità. Quando ho lasciato il Sud, ero piena e carica, di motivazioni e voglia di fare. E così è stato! Ho lavorato e vissuto a Milano, città metropolitana, industrializzata e dove non ci si ferma un attimo. La vita viaggia a ritmi incessanti, ma al contempo si ha la possibilità di ammirare una città in continua evoluzione e trasformazione. Si dice che Milano o la ami o la odi. Io di certo non l’ho odiata, anzi, è iniziato tutto da quì. M sicuramente non posso amarla quanto amo la terra dove sono nata e dove ho le mie origini.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Complessivamente è stato un ritorno positivo, dato dall’offerta di lavoro che mi era stata proposta (utilizzo il passato, perchè poi tale offerta non si è concretizzata come doveva e da lì, tenace, ho trovato altro!). Positivo perchè sono tornata in questa calda ed accogliente terra di Calabria. Il buon cibo, la cordialità delle persone (non che al Nord non lo siano, ma si sà il Sud per certi versi è “un’isola felice!”).”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Come ogni trasferimento o rientro che si rispetti, ci sono state anche delle difficoltà. Abituarsi ai ritmi di vita e di lavoro di questa città, delle persone, del contesto sociale. Ma da buona calabrese e con la testa dura, ho continuato e continuo tutt’ora a mantenere i miei ritmi quotidiani, nella vita privata e nel lavoro. Le lunghe pause pranzo, di due ore, quando io non ero abituata neppure alla pausa pranzo. Ma anche quì, la faccio da “padrona” e mantengo i miei standard lavorativi ed ordinari. Rispetto quello che mi è stato insegnato professionalmente, fiduciosa che possa essere di esempio per chi mi segue e lavora con me. Il traffico cittadino è mal gestito, ma nulla ci fa, sono una persona che viaggia bene anche con i mezzi pubblici. Bisogna sempre andare avanti e mai demordere ed avere degli obiettivi nella vita, tra cui anche quello di superare gli ostacoli che si presentano senza scoraggiarsi.”

Di cosa ti occupi?
Sono una Consulente Commerciale, e per scelta ( forse anche un pò dettata dal periodo storico che stiamo vivendo) ho deciso di intraprendere la libera professione. Collaboro principalmente con un’ Agenzia di Marketing e Comunicazione, curando l’aspetto pubblicitario / sales. E proprio perchè nella vita non mi faccio mancare nulla, quando mi si è presentata l’occasione di condurre una rubrica di moda e bellezza per una emittente locale, non mi sono rifiutata e via, catapultata anche nel mondo televisivo, dove tutt’ora continuo a collaborare. Tutto ciò mi ha dato la possibilità di realizzare un sogno nel cassetto, che da anni mi ha accompagnato ( e Milano lo ha incrementato ancor più), cioè quello di aprire un Blog come Fashion Blogger: MaNa So Glamour. Ed eccomi quì, apro il mio blog, la mia creatura, mi faccio conoscere e scopro con grande piacere che sono la prima, fino ad oggi, Fashion Blogger Cosentina. Inizialmente è sempre dura farsi strada, soprattutto se si intraprende un cammino “imprenditoriale” ma oggi, con grande piacere, posso confermare che il mio blog sta portando i sui frutti, certo con tanta costanza e dedizione nel non “abbandonarlo” mai. Ho sempre amato la moda, lo stile, l’abbigliamento, il buon gusto, la bellezza. Se avessi realizzato questo sogno in un mercato come Milano, sarei stata “una fra tante”  e mi sono detta:” E’ quì che voglio emergere, è quì che voglio portare il nuovo, è quì che voglio portare la mia esperienza e farla conoscere e dare speranza a chi crede che al Sud non è possibile, che invece è possibile!” Sono una persona solare, intraprendente, amo il contatto con il pubblico, sarà anche per deformazione professionale, sono una sportiva ed una a cui piace stare in “movimento”. La staticità è qualcosa che non mi appartiene.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Contenta di avervi “incontrato” sulla mia strada e spero di incontravi ancora. Originalità e specialità sono parole che vi accompagnano.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
Si. Dando la possibilità di leggere le storie di quelle persone che ritornano ed hanno voglia di fare e riescono a fare. Essere da stimolo per chi crede e pensa che quì non si possa creare.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Farsi conoscere sempre di più, perchè è bello sapere che c’è chi pensa a te ed in grande, dandoti la possibilità di raccontarti.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
Spero che la mia storia possa essere di esempio per tanti altri. Quando si ha lo spirito giusto, la voglia di voler fare, di realizzarsi non bisogna necessariamente trasferirsi al Nord. Abbiamo la fortuna di vivere in una bella terra come la Calabria, che sicuramente se hai i suoi pro ha anche i suoi contro, ma bisogna andare avanti e non fermarsi, non scoraggiarsi, perchè al Sud si può!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Sicuramente il buon cibo calabrese, i sapori, i gusti alimentari calabresi, il mare, il caldo sole, poter vedere il verde e sicuramente gli affetti familiari.”

Grazie Marianna, è vero al Sud si può!!!

Marianna per BaS

Federica D’Amico

Federica D’Amico classe 1985. Laurea in Scienze della Comunicazione e Master in Web Marketing. Vive in provincia di Vibo Valentia fino a 18 anni, quando si sposta a Cosenza per motivi di studio e lì resta fino al 2009 con una piccola pausa francese, un Erasmus a Montpellier. Nel 2009 va a Torino, un anno di Servizio Civile. Dopo un breve rientro a Cosenza, parte alla volta di Parigi con una borsa di ricerca dottorale durata sei mesi. Conclusa l’esperienza francese, inizia quella milanese, durata 4 anni, fino a maggio 2016. Torna a 31 anni.

federica_damico_cosenzaPer quale motivo sei tornata al Sud?
Ho diversi motivi. Uno è sentimentale: mi mancava il mare, la parmigiana di mia nonna, il profumo della zagara in cortile. Mio fratello avrebbe compiuto 18 anni e io ne avevo vissuti appena i primi 5 insieme a lui. Ogni rientro a Sud per le ferie mi portava via anni di vita. In 4 anni i capelli erano diventati bianchi. I miei genitori erano diventati grandi, la famiglia e gli amici cresciuti e io avevo perso momenti importanti delle loro vite, per cosa? Per un lavoro che avrei potuto benissimo svolgere nella mia terra, rimanendo vicino a loro. La separazione dalle cose e dalle persone che ami è dolorosa, soprattutto se forzata. Non la auguro a nessuno!

Poi ci sono anche delle ragioni ideologiche. Quando sono andata via la prima volta ho fatto le valigie piena di rabbia perché dopo decine di tentativi la mia terra mi aveva ripetutamente sbattuto le porte in faccia. Ci sono stati dei piccoli tentativi di ritorno ma tutti falliti. Un dottorato lasciato a metà perché senza borsa e senza futuro, ad esempio. Forse il primo dottorato interrotto della storia! Ma era insopportabile quel clima di baronaggio e raccomandazioni. Non potevo farne parte e sono scappata.

Oggi invece sono stufa di sentir raccontare sempre la stessa storia sulla mia terra e sono tornata per dire “no” a tutto quanto c’è di sbagliato qui. La piaga di questa terra sono le persone stesse, quelle che restano esclusivamente perché complici di un sistema mafioso, basato sull’ignoranza, la pigrizia e una furbizia cattiva che toglie opportunità a chi invece lavora ogni giorno per migliorare se stesso e chi ha intorno. La cosa peggiore è che tra queste persone ci sono i miei coetanei!

E poi… non ho mai amato Milano. Anche osservandola da lontano o attraverso i racconti di chi l’aveva vissuta e amata, non ho mai colto un segno o un particolare che la rendesse vicina alla mia persona. L’avevo sempre scartata dalle mie rotte, tenendola ben lontana da ogni progetto e invece – per puro caso – ci sono finita. Sono stati anni pieni di sofferenza, in cui non riuscivo a trovare pace perché non ho mai sentito “Casa” quella città. Ho cercato luoghi e persone affini a me ma nulla, ogni giorno sempre peggio. Così il mio compagno. Finché non ci siamo detti basta. Più lui che io. Io mi ero rassegnata. Alla fine dopo tanto cercare è arrivata una possibilità a Sud, prima per lui, poi per me. Siamo stati molto fortunati!”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Esperienza, non ringrazierò mai abbastanza Milano per le opportunità che mi ha offerto. È di sicuro una delle poche città in Italia in cui oggi è possibile formarsi professionalmente. Non dovrebbe essere così, nel senso che ogni città dovrebbe offrire un certo contesto lavorativo, ma il merito di quella città è questo. E idee, tante. Idee balzane, per molti versi folli, ma sono piccoli sogni di felicità che sarebbe bello realizzare. Qui si può!

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Inizialmente negativo, oggi inizio a vederci del positivo! La verità è che non ero pronta a scontrarmi di nuovo con l’ignoranza dilagante, l’inciviltà, la mancanza di rispetto per la mia professionalità. Alcuni potenziali datori di lavoro mi hanno riso in faccia quando ho avanzato ragionevolissime richieste in termini di contratto e paga. Non c’è alcun rispetto per la professionalità altrui. Nonostante Cosenza sforni ogni anno centinaia di laureati, qui o sei un ingegnere o quel pezzo di carta puoi anche usarlo per altri scopi. Non ne faccio una questione di laurea o meno: è proprio una faccenda legata all’ignoranza di chi non ha minimamente idea di come si faccia il tuo mestiere, eppure sa perfettamente quanto NON deve essere retribuito. La scelta poi ricade sull’amica dell’amico, a cui ovviamente sarà proposto un contratto in nero. È così che si alimenta quel sistema balordo che mette in fuga i cervelli dal Sud!”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Ho fatto una fatica enorme a riabituarmi alle logiche di pensiero calabresi. L’auto parcheggiata in terza fila, i pedoni che attraversano col rosso, l’immondizia buttata lì in mezzo alla strada, il datore di lavoro che fa il regalino alla collega, l’impiegato dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) che non risponde al telefono.  Ma non me le faccio più scivolare addosso certe cose. Come reagisco? Abbasso il finestrino e urlo ai pedoni che esiste un semaforo da rispettare. Se vedo qualcuno buttar via una cartaccia per strada la raccolgo e gliela porgo, chiedendogli di gettarla nel cestino. Non lo so se queste persone cambieranno e io forse ho un pochino la Sindrome di Dio, ma se nessuno inizia a dire quali sono le cose sbagliate si finirà col creare un nuovo sistema di regole interamente basato sull’anarchia! I miei consigli sono una preghiera a chi è tornato, a chi tornerà ma soprattutto a chi non è mai andato via: non siate pecore, siate leoni! Dite sempre quel che non vi piace, protestate! In questa terra anche una visita medica deve essere conquistata ma voi conquistatevela seguendo la regola, non cercate altre scappatoie.”

Di cosa ti occupi?
Lavoro nel campo della comunicazione e del marketing, mi occupo di contenuti, ottimizzazione SEO e storytelling. Ho lavorato in tante aziende svolgendo ogni genere di attività, dall’ufficio stampa agli eventi, dal social media marketing alla redazione editoriale. Oggi lavoro per una Web Agency cosentina. Una cattedrale nel deserto! Mi piace molto poter cambiare e il mio mestiere mi consente di farlo, tuttavia il mio primo amore resta la scrittura. Nel 2011 è nato il blog VirginiaMcFriend.it, Virginia come il tabacco che fumavo al tempo, McFriend come il mio cognome se fossi nata anglofona. VMF è un contenitore semiserio in cui si parla di libri, disavventure lavorative, no profit e vita quotidiana. Ultimamente ha preso un’altra piega legata al ritorno a Sud, con la nascita della rubrica “La Calabria che r(E)siste“, in cui racconto storie di resistenza civile in Calabria. E poi fotografo un sacco, leggo e cucino. Sogno di avere un orto. Sono per la decrescita felice!”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Auguro al progetto di crescere, tanto. Di diventare un punto di riferimento per chi torna e tornerà. Soprattutto per i secondi, che siano migliaia un giorno!”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
Sì. Fare rete è fondamentale a Sud. Conoscersi, scambiarsi idee, collaborare. Chi torna porta con sé esperienza e voglia di fare, gli ingredienti fondamentali per poter costruire guardando tutti nella stessa direzione.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Organizzare incontri tra “ritornati”, portare in giro l’esperienza dei BaS. Ad esempio nelle università e nelle scuole, per raccontare i progetti, le idee e gli ideali che ci hanno fatto tornare, motivando i cervelli a non fuggire!”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
Della mia terra? Mi mancavano i colori e gli odori, la lentezza della vita, il sorriso della gente. Di Milano? Il ristornate giapponese sotto casa 🙂 No via, in generale niente, non rimpiango le cose che lascio ma me le porto dietro perché sono state fondamentali per essere qui oggi. In questo caso devo ammettere che un pezzo di cuore a Milano l’ho lasciato ed è rimasto in strada con le decine di persone senza dimora incontrate nei 4 anni vissuti lì. Ci sono stati momenti in cui l’amarezza d’essere nel posto sbagliato andava via ed erano quei giovedì sera trascorsi in strada. Mi mancano le uscite dell’unità di strada con Fondazione Progetto Arca, il gruppo, gli operatori, ma soprattutto mi mancano il dolcissimo Antonio, l’Avvocato, Michael, George, Ambrogio, Babbo Natale, Rocco e Lucia, Abdul Black & Decker, Valentino che amava leggere, le lettere d’amore di Salvatore. Loro mi mancano e sono state le persone migliori incontrate lì.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Io direi proprio il mio compagno. Di mestiere fa l’ingegnere informatico e lavora per una grossa azienda che tra l’altro sta puntando molto sul Sud e sul rientro dei cervelli: NTT Data. Da bravo ingegnere da grande voleva fare lo scrittore (e dovrebbe!). Dunque lo trovi su Facebook e in giro per la rete con lo pseudonimo da scrittore, Jack Sky.”

Grazie Federica! Grazie per ogni tua singola parola!!

Marianna per BaS

Barbara Vaglio e Luciana Zompì

Barbara Vaglio torna a Galatone (LE) da Roma e Luciana Zompì a Taviano (LE) da Bologna.

In questa intervista ci raccontano esperienze e sentimenti in cui ognuno può ritrovarsi, al rientro nel proprio paese natale. E ci parlano del loro incontro, da cui nasce un progetto che guarda al futuro. Un’ idea che vuole riempire di colore e allegria uno dei momenti più importanti nella vita di una donna: quello in cui si diventa Mamma.

Scoprite con noi il loro ritorno al Sud…

B&L Zazi

Per quale motivo siete ritornate al Sud?

Barbara: “ Non è stata una scelta, gli eventi mi hanno riportato a casa e trattenuto. Oggi sono sempre più contenta di questo ritorno e trovo nella mia terra grande ispirazione.”

Luciana: “La mia era una sfida. Rientrare a casa, con la lentezza delle giornate salentine, i suoi riti, gli affetti solidi, con il sogno di poter fare qualcosa anche in questo lembo di Sud. Son stati anni difficili, ma ho trovato il mio equilibrio e la mia dimensione in un luogo che non cambierei per nessun altro al mondo.”

La vostra valigia del ritorno è piena di…

Barbara: “Nuovi occhi, buone speranze, amicizie, incontri, stimoli e avventure. Tornare a casa, dopo Roma, mi ha permesso di guardare alla mia terra con occhi nuovi, di riscoprirla più bella e interessante, così me ne sono innamorata perdutamente. Il ritorno ha comportato grandi lotte e sfide con me stessa, portandomi però a capire che la tenacia, l’inventiva, la passione possono davvero fare la differenza, anche a Sud. E dopo tanto peregrinare lavorativo, giungo oggi a dare concretezza, con Luciana, a un progetto di ampio respiro e rivolto al mondo delle mamme, che ogni giorno mi rende più orgogliosa.”

Luciana: “Progetti, amicizie, nuove scoperte, lavori più disparati, ma anche tanto entusiasmo e voglia di non mollare.
Il rodaggio nei primi due anni ha portato sconforto, colloqui farsa, sino all’approdo alla prima occupazione reale. Ora tutti gli sforzi puntano a Zazi, un nuovo progetto a cui lavoriamo con passione e dedizione, in cui riponiamo tutte le nostre aspettative.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

Barbara: “Positivo. Sono sempre più convinta che lasciare il proprio nido per andare altrove serva molto. Tornare e vedere le cose da un punto di vista nuovo, avere la voglia di osservarle e gustarle come fosse la prima volta, adeguare a un contesto piccolo una visione grande, sono conseguenze dei ritorni.”

Luciana: “Un ritorno positivo, ma non senza difficoltà. Un ritorno voluto, Bologna era cambiata, o forse lo ero io, erano cambiati i ritmi, gli amici di sempre avevano preso ognuno la sua strada. Non sono mai stata ferma, ma sono riuscita a guardare al mio paesino, così odiato negli anni dell’adolescenza, così pieno di luoghi comuni, come un punto di partenza e rinascita. E così è stato.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

Barbara: “Per me sono state passare da una città a ritmo accelerato al ritmo lento, lentissimo, del Salento. Avere moltissimi amici importanti lontani, e avere la necessità di ricreare da zero un microcosmo di relazioni, avere il dubbio di non riuscire a trovare una corrispondenza tra me, le persone e il contesto. Erano solo paure infondate, perché col passare del tempo mi sono resa conto che ero io a dovermi ricalibrare.”

Luciana: “Senza dubbio la più grande difficoltà è stata quella di rientrare a casa, a convivere con i miei genitori. Un’involuzione, una situazione che mi metteva a disagio, era come essere tornata adolescente, nella mia stessa stanza, con addosso dieci anni di più. Da qui i litigi vari, che fomentavano la voglia di andare via di nuovo, combattendo con quella che mi aveva portata a tornare. La ricerca spasmodica di un lavoro, la scrematura degli annunci, l’invio di curriculum, i primi colloqui e le prime prese per i fondelli (mi sono, non so come, ritrovata a fare dimostrazioni come commerciale, caldeggiando la vendita di creme solari piuttosto che di lampade!!). Come ho superato tutto? Maturando. Ho pensato che la prima cosa da fare fosse quella di rilassarmi, credere che tutto, prima o poi, sarebbe andato per il meglio. E così è stato! 🙂 ”

Di cosa vi occupate?

Barbara: “Ho collaborato con diverse realtà occupandomi di comunicazione, social media, content editing e digital pr. Ad oggi sono una freelance, sempre alla ricerca di nuove sfide comunicative, adoro scrivere, andare in bicicletta, fare brainstorming con Luciana. Insieme ci divertiamo un mondo, ce lo conferma Zazi, il premaman irriverente che offre una soluzione alternativa alle mamme esaltando il loro modo di “essere”: impulsive, festaiole, artiste, modaiole o social, perchè la maternità e tutti i cambiamenti annessi possono essere affrontati con ironia. E Zazi, questa mamma elettrica e dolce, simpatica e non convenzionale, è un po’ la sintesi di noi due, mamma Luciana e zia Barbara”.

Luciana: “Lavoro come copywriter freelance presso due web agency, ma mi occupo anche di social management, parolona che ai più sembra parli di fuffa, ma che ha un senso. Da maggio scorso Zazi ha cominciato a prendere forma, sino a concretizzarsi e a divenire un’occupazione vera e propria. Tra le più grandi passioni c’è quella per il mare, l’Irlanda, dove ho vissuto prima di rientrare, la lettura e di conseguenza la scrittura, ma sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, gironzolando tra mercatini delle pulci e negozietti vintage.”

zazilogo

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

Barbara: “Andare in bicicletta, percorrere in sella la strada che mi porta al mare e vedere il paesaggio cambiare dall’odore delle erbe aromatiche a quello salmastro.”

Luciana: “La mia famiglia, senza ombra di dubbio, il mare in inverno, le marine silenziose e malinconiche, ma così belle da gustarsi in solitudine. I miei nipotini, all’epoca davvero piccoli, che non vedevo crescere. E poi la lentezza e quella sorta di “amore diffuso”, quel mix di ospitalità, tendenza all’aiutarsi anche se non ci si conosce, affetto smisurato, che accomuna i nostri paesini.”

Ci lasciate un pensiero per BaS…

Barbara – Luciana: “Grazie per averci dato modo di raccontare la nostra storia.
Speriamo che condividerla qui possa motivare qualcun altro e a convincerlo che i sogni vanno presi per mano e di petto!”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?

Barbara – Luciana: “Si. Creare nuove sinergie tra risorse che abbiano competenze diverse e che possano condividerle e valorizzarle. Sapere che tutti, più o meno, abbiamo avuto difficoltà da superare una volta rientrati qui a Sud, aiuta a non sentirsi soli in un momento così delicato e tormentato qual è il ritorno.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

Barbara – Luciana: “Creare una rete, non solo virtuale, ma anche fisica, di luoghi a Sud in cui potersi incontrare, confrontare, spalleggiarsi e magari trovarsi a mettere assieme forze e creatività, al fine di dare vita a nuovi progetti, inediti e fantasiosi.”

Ci suggerite altri nominativi di Bentornati al Sud?

Barbara – Luciana: “Luna Laboratorio Rurale 🙂 ”

Marianna per BaS

FLORIANA MARAGLINO

Floriana Maraglino, Laurea in Comunicazione, Master in Media Relations del Sole 24 Ore, School di Corporate & Life Coaching, torna a Taranto (sua città natale) dopo 4 anni a Milano per lavoro. Siamo in contatto da qualche anno, grazie a Bentornati al Sud che ha risposto al suo bisogno di confrontarsi con una comunità di giovani accomunati dalla stessa esperienza di migrazione e divisi tra la voglia di sperimentare nuovi orizzonti e il desiderio di riscattare la propria Terra forti del bagaglio arricchito a km di distanza.

Potete immaginare la scelta fatta …e qui, leggere la sua storia di ritorno al Sud:

Foto Floriana
Per quale motivo sei ritornata al Sud?
“Sentivo una spada di Damocle in testa per una situazione che temporeggiavo ad affrontare nella mia terra. La perdita di uno dei più grandi pilastri della mia vita aveva compromesso non poco degli equilibri ed io sentivo l’onere e il dovere di essere coinvolta nello scioglimento della matassa. Così, in uno stato di pseudo incoscienza frammista a quello che definisco “sonno della ragione” ho preso il cuore, l’ho tagliuzzato in mille fettucine e ho riposto tutto in valigia.

I primi giorni dal rientro sono stati durissimi. Avrei voluto riprendere l’aereo per ritornare nella città in cui avevo letteralmente riprogrammato me stessa. Adesso che son passati 3 anni sorrido compiaciuta e soddisfatta.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La valigia del ritorno pesa più di me 🙂 . Dentro c’è il diesel di una personalità che ha dovuto fare a cazzotti con una realtà completamente distante da quella di origine prima di spiccare il volo. Quando ho lasciato Taranto l’ho fatto sotto la spinta di un’urgenza emotiva che dovevo sedare quanto prima. Avevo messo in cantiere qualche difficoltà ma il quotidiano me ne ha corrisposte il doppio e con gli interessi.
Non è mai facile fare i conti con se stessi e le proprie forze all’inizio di un percorso nuovo e lontano dal “rifugio” materno. Poi i giorni avanzano e con loro le conquiste quotidiane, dai successi professionali a quelli relazionali con colleghi e nuovi amici conosciuti a metà percorso.
Il “peso formativo” della valigia è sicuramente notevole: la Business School De Il Sole 24 Ore è stata un vero e proprio bagno professionalizzante: è qui che ho conosciuto menti brillanti e altamente qualificate, sentendomi a casa nella condivisione di hobby, passioni e ambizioni di carriera.
Le competenze acquisite riempiono il corredo di skills con esperienze pratiche elaborate durante le mie avventure professionali in cui ho accumulato un know how non indifferente.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo? Ci puoi spiegare perche?
“Il mio ritorno in Puglia è stato inaspettatamente più che positivo. Non ci avrei mai scommesso ma proprio ritornando nella mia terra ho assistito all’inizio quasi come spettatrice-passiva all’espressione concreta di quello che so fare e che soprattutto oggi sento di voler fare. Mixando incontri “di fortuna”con la voglia di sperimentare sul campo idee e progetti spesso relegati a una fase embrionale ho dato forma concreta a una passione fagocitata a suon di curiosità intellettuale ed esperienza pratica: la comunicazione in ogni sua variante, la formazione e il coaching.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro? Cosa hai fatto per superarle? Cosa consiglieresti di fare per superarle?
“La prima difficoltà è stata sicuramente ritornare a vivere con i miei. Direi che è stato un passaggio di fortissima involuzione nella misura in cui perdi autonomia decisionale e torni a sentire l’onta delle attenzioni genitoriali.
Tornare a modularsi sui ritmi della famiglia, coinvolgerli costantemente in ogni tassello del tuo quotidiano, ripartire il tuo tempo che all’improvviso sembra monopolizzato dalle priorità del nucleo familiare è durissimo e si accompagna al disagio di sentirsi “adolescenti” nel corpo e soprattutto nella vita di un adulto. Cosa fare per vincere questa l’inconveniente? Ripristinare una legittima autonomia, subito! E non a caso è il mio prossimo progetto.
Altre difficoltà interessano l’organizzazione del tempo e l’iniziale perdita di stimoli e fermenti culturali spesso appannaggio di città più cosmopolite: gli stessi elementi che mi hanno obbligata a un confronto con la mia Terra e posta in una posizione controcorrente con la ferma volontà di contribuire attivamente al risveglio culturale, civile e soprattutto ambientale della mia città.”

Di cosa ti occupi? Lavoro, hobby, passioni?
“Dopo la laurea, il mio bagaglio formativo – esperienziale conta diverse tappe lavorative di cui le prime in agenzie di comunicazione e ufficio stampa, le seconde, a metà tra un’importante esperienza in una multinazionale farmaceutica e collaborazioni con altre aziende del Pharma nonchè partecipazione attiva a pubblicazioni di carattere medico-scientifico tutte nel territorio milanese.
Oggi ho suggellato le mie passioni con una Scuola di Corporate & Life Coaching di Milano che oltre al titolo di Coach mi consente di ampliare lo spettro del mio percorso professionale: oltre alla formazione aziendale in senso stretto mi occupo di percorsi olistici legati allo sviluppo del benessere emotivo e del potenziale umano cui ho dedicato gran parte della mia introspezione e dei miei studi in qualità di ricercatrice diretta con la partecipazione attiva a meeting e incontri esperienziali.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Continuate a promuovere un’immagine positiva del “rientro a casa” attraverso le esperienze dirette di chi lo ha sperimentato con successo. In questo senso potete contare sul mio supporto 🙂 “

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? In che modo?
“Mi sono avvicinata a Bentornati al Sud in un momento in cui sentivo la necessità di essere “coccolata” nel mio rientro a mezzo esperienze di altrui ritorno. Oggi posso dire che Bentornati a Sud ha ampiamente risposto al mio bisogno ed è il motivo per cui non ho mai spesso di fare rete.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Credo possa essere di grande aiuto una rete sviluppata con l’ausilio interattivo dei social. Scambiarsi esperienze attraverso la rete è diventato fondamentale oltre che fin troppo semplice.”

Grazie Floriana, siamo sicuri che il tuo entusiasmo saprà contagiare tutti i tornati ed essere un prezioso supporto per il nostro progetto!

Marianna per BaS