Marco Abbro

Marco Abbro. Osteopata. A 19 anni lascia Cava de’ Tirreni (SA) per studiare a Pescara. Torna al Sud a 25 anni. Ora vive a Napoli.

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Per quale motivo sei tornato al Sud?
“Sono ritornato perché nella mia realtà di orgine non esistevano ancora figure professionali come la mia. Oltre che per un vantaggio determinato dal mercato, ne volevo fare una sorta di “battaglia” pionieristica per portare una figura nuova, che in realtà più articolate rappresenta comunque un elemento attivo nel tessuto sociale.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
“Esperienze, conoscenza, determinazione e curiosità.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Ho ritrovato un ambiente vivo e assetato di curiosità. Adesso che collaboro con altre realtà quali: Open Biomedical Initiative Onlus per la protesica a basso costo stampata in 3D, COME Collaboration Associazione Internazionale di ricerca in ambito osteopatico, ho creato una rete che comprende anche il mio territorio senza lasciarlo fuori da questi circuiti di progresso che sono importanti per accrescere la coscienza comune verso problematiche e tecnologie nuove.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Difficoltà in verità non ne ho trovate, grazie alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto fortemente e ai miei amici storici con i quali si sono rafforzati i rapporti non solo in ambito affettivo ma anche lavorativo.”

Di cosa ti occupi?
“Sono Osteopata e con un gruppo di amici sto creando un BioFabLab, una struttura nella quale integrare nuove tecnologie e competenze biologiche al servizio del design e della prototipazione di tecnologie vive. Collaboro attivamente con Open Biomedical per la divulgazione dei progetti umanitari che fanno capo a questa iniziativa come la protesica di arti superiori a basso costo e di incubatrici realizzate con stampanti 3D.

Inoltre, grazie alla spinta del mio amico Fabiano Pagliara, abbiamo messo su un duo comico: Marco e Fabiano. In realtà abbiamo reso pubbliche le nostre serate sul divano, portando la nostra voglia di divertirci in giro. L’ultima parodia ha avuto un successo inaspettato con oltre 600000 visualizzazioni. Grazie a lui non ho messo a riposo la vena “artistica” (premettendo che l’arte è un’altra cosa).

Ho la passione per il Crossfit, disciplina che permette di scaricare le tensioni di una giornata di lavoro, creando dipendenza per la scarica di endorfine, oltre che per il gruppo fantastico che è la “famiglia BMH” di Casoria. Quando non posso andare in palestra mi sento male.

Tra i progetti futuri, insieme al BioFabLab stiamo perfeziondo un nostro macchinario  pensato per la creazione di capsule farmaceutiche, l’intento è rendere le cure più efficaci in problematiche come il cancro o malattie infettive nei paesi in via di sviluppo. La possibilità di creare una macchina che personalizza e articola la cura in maniera digitale ha risvolti che speriamo possano aiutare dal singolo alla comunità in maniera concreta.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Accogliere testimonianze è la cosa migliore che si possa fare per far conoscere la realtà di tutti i giorni, senza filtri e senza remore.”

Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Si, ci sono molte persone che tornano animate dalla possibilità di migliorare delle realtà, una rete potrebbe accrescere queste possibilità creando link tra vari professionalità e non solo.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Aiutare a conoscersi.”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
Penso che nella vita non ci si debba porre dei limiti di conoscenza o opportunità senza prima averli contattati materialmente. Dalla scienza all’arte, dal serio al faceto, ritengo che abbassare le barriere di questi mondi possa essere una chiave di lettura per incontrare opportunità e punti di vista diversi. Guardare verso orizzonti futuri con una mano stretta al presente può permetterci di raggiungere confini sempre più ampi. Viaggiare dentro se stessi e conoscersi è direttamente proporzionale al comprendere con consapevolezza ciò che ci si para davanti nell’incontro di nuove esperienze. Viaggiare, nel vero senso della parola, ti permette di incontrare nuovi occhi e nuovi sguardi per osservare tutto con rinnovato interesse. Esperire senza paura e aprire la propria mente. Qualsiasi persona che incroci la tua strada ha una chiave che ti permetterà di aprire porte fuori e dentro di te, basta chiedere, ascoltare e riflettere. Un gesto, una parola, uno sguardo possono cambiare il corso di un destino.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La costiera.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
“Gianni Onorato – fisico delle particelle che ha vissuto due anni a Chicago, lavorando al Fermi lab.”

Grazie Marco, per averci aperto le porte del tuo bellissimo mondo!

 Marianna per BaS