Asuncion Yanutolo Fernandez

Asuncion Yanutolo Fernandez, Laurea in Scienze della Formazione. A 27 anni si trasferisce in Calabria, da León in Spagna, per amore.

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Perché hai scelto il Sud?
“Io in realtà non ho scelto il Sud, ho scelto mio marito! E’ stato lui a scegliere il Sud, dalle Marche, per lavoro. Poi insieme abbiamo convenuto che sarebbe stato il posto adatto per creare una famiglia.”

La “valigia” che hai portato con te è piena di…
“Piena di esperienze lavorative e di vita da Nord a Sud della Spagna. Piena di illusione per l’inizio di una nuova avventura in una terra della quale poco tempo prima non avevo sentito quasi parlare. Non sapevo niente della Calabria tranne quello che mi raccontava il mio ragazzo, e le deliziose cose che avevo già assaggiato nella sua casa di studente, come la parmigiana della nonna…”

Ad oggi, il bilancio è positivo o negativo? Ci puoi spiegar il perché?
“Positivo.
Perché ho fatto delle scelte drammatiche delle quali sono totalmente soddisfatta: andare a vivere in campagna quando avevo sempre vissuto in città, lasciare la mia vecchia professione e dedicarmi per intero al nostro progetto, che mi dà tante soddisfazioni.
Perché ho un mare, una natura e un clima da sogno.
Perché abbiamo creato una famiglia, con due figli nati in Calabria.
Perché sono cresciuta come persona mettendomi sempre in gioco e confrontandomi per apportare del mio qua, e mi sono creata una mia “vita di spagnola” in Calabria.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà?
“Le difficoltà sono tante, quelle legate ad un sistema non troppo funzionante e le difficoltà legate al fare impresa. All’inizio la difficoltà maggiore era soprattutto quella di trovare la propria dimensione, questa si è risolta man a mano che passava il tempo. Davanti alle difficoltà, consiglierei di mettersi in gioco, cercare le persone che condividono le tue passioni, girare, muoversi, conoscere gente, provare a rompere insieme barriere e preconcetti e andare oltre, per trovare il proprio posto nella nuova terra.”

Di cosa ti occupi?
“Siamo imprenditori, mio marito ha un’azienda agricola e un agriturismo, Calabrialcubo. Io sono una delle socie del birrificio artigianale ‘A Magara.

Ho tante passioni legate al nostro lavoro: il cibo, la ristorazione, le birre artigianali, l’olio extravergine, il vino, i viaggi… In più lo yoga, ho organizzato un piccolo gruppo con un insegnante nel paese dove viviamo, da ormai quattro anni.”

Quali sono le differenze che reputi più importanti, tra la tua precedente città e quella attuale nel meridione?
La vita sociale nel meridione, almeno da queste parti, è molto legata alla famiglia e a gruppi abbastanza strutturati da tempo. Si esce poco per strada e si sta più a casa in famiglia. In Spagna la vita sociale è molto più attiva e si fa di fuori, si sta di fuori, per strada, nei parchi, nelle piazze, si vive di più la strada.”

Quale sarà la cosa che più ti mancherà?
“Ci sono momenti nei quali ovviamente mi manca la mia famiglia e mi manca la Spagna in generale, il casino, la gente…. a volte mi manca la città, la scelta culturale.. ma per fortuna vivo molto vicina all’aereoporto!”

Suggeriresti ai tuoi amici la tua città al Sud?
“Non potrei, ma perché è una scelta di vita la mia, non potrei consigliare a nessuno di farla. Ma certamente sì la suggerirei per farsi delle bellissime vacanze, e di fatto lo suggerisco a tutti quanti!”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Grazie al mio lavoro, io spagnola, sono diventata un buon ospite del Sud per le persone di tutte le nazionalità e del Nord d’Italia che scelgono di trascorrere le sue vacanze nel nostro agriturismo. Aiuto loro a scoprire le meraviglie di questa terra. E porto anche la Calabria e Nocera Terinese (CZ) in giro per il mondo, durante le fiere e i viaggi di lavoro, con i nostri prodotti e con i premi che riceviamo con le nostre birre.”

Una rete tra tornati e benvenuti al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi si trasferisce?
“Sì. Moltissime delle persone con le quali mi relaziono abitualmente sono tornate o trasferite, sono un appoggio costante nella mia vita per i tanti punti in comune.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Creare un gruppo dove poter conoscere persone in condizioni simili alla propria, e scoprire che sono anche vicine fisicamente. Lanciare degli argomenti di interesse generale per tutti i tornati e benvenuti.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Mi hanno, da poco, fatto notare che se sono qua da 12 anni sarà perché ho fatto la scelta giusta, in effetti non ci penso spesso, ma è così. Ho scelto il Sud e il Sud ormai è la mia casa. Non sono più una straniera in terra lontana, ma la straniera di casa. Per vivere bene scelte di questo tipo bisogna trovare la propria dimensione, prendere tutto il positivo che il nuovo paese ci può dare, e tirare fuori il meglio di se stessi se si pensa che qualcosa potrebbe migliorare, apportando la propria esperienza.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Benvenuti al Sud?
Tamara Marques Casey. Ares Guasch. Ana Benitez. Esperanza Martin Garcia.

Bentornati al Sud

Marco Rizzitano

Marco Rizzitano, Laurea in Scienze Motorie. Lascia Catanzaro, a 23 anni, e fa varie esperienze in giro per il mondo. “Vive tante vite” in  Spagna, Australia, Honduras, Canada, Inghilterra prima di  tornare in Calabria,  a 32 anni .

MarcoRizzitano0Per quale motivo sei tornato al Sud?
Perché abbiamo tutto per vivere bene e volevo mettere in opera quello che ho imparato e vissuto fuori. Voglio lottare per creare quello che non c’è.”

La tua valigia del ritorno è piena di…
Tante vite vissute e tanti sogni avverati. Tanti sacrifici e tante soddisfazioni. Molti amici e molti addii. Treni presi e treni persi. Negli occhi la maestosità della natura e nel cuore gli abbracci delle persone incontrate. La consapevolezza sempre più forte di quanto sia ricca la mia terra.  Ci sono 10 lavori diversi con altrettante vite al seguito. C’è la voglia di ripartire per poi ritornare.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Positivo. Sono tornato con un unico obiettivo e lo sto portando avanti con tutto me stesso.  Ho fatto una scommessa con la mia città ed i suoi abitanti e, anche se sono passati solo 2 anni, è stata vinta. Poi ci sono gli amici, la famiglia, il mare e la Sila, le nonne e l’asprezza di una terra selvaggia che ti accoglie con una dolcezza disarmante. Con la consapevolezza di essere parte del cambiamento in corso.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
Poche difficoltà.  Quando credi talmente tanto in qualcosa tutto si trasforma in occasione e stimolo. Certo la burocrazia non aiuta e lo Stato nemmeno anzi, fa di tutto per farti diventare disonesto, l’invidia/presunzione del vicino o di chi vuole mantenere lo status di lamento e nullafacenza è sempre lì in agguato,  a giudicarti ma è una bella battaglia.”

Di cosa ti occupi?
Ho aperto una hamburgheria, il Rizzi’s, che utilizza solo ingredienti made in Calabria. Carne di razza podolica, birre artigianali calabresi (siamo partiti con 4 ed ora siamo a venti, tra cui una autoprodotta), verdure di stagione, patate silane, salumi e formaggi tipici. Niente freezer e niente deposito, pochissimi posti a sedere. Queste sono le caratteristiche principali. La dimostrazione che con tutto il ben di Dio che la nostra terra ci offre e che le sapienti mani dei nostri conterranei trasformano possiamo fare qualsiasi cosa,  trasformando anche il simbolo del fast food in orgoglio calabrese. Con l’aiuto dell’Istituto Agrario di Catanzaro ho trovato produttori,  allevatori e sognatori che forniscono materie prime freschissime ed eccellenti e che seguono la filosofia del km 0.  Cosi da quasi due anni il Rizzi’s è diventato il simbolo del “si può fare anche qui”: si può fare girare l’economia locale puntando sulle eccellenze gastronomiche; si può tornare ad investire, a vivere e ad amare il centro storico abbandonato di Catanzaro; si può fare rete e non la guerra con gli altri operatori del settore e organizzare eventi per amore della città e non per tornaconto personale; si può ritornare “da fuori” portando qualcosa di nuovo; si può trovare il coraggio di difendere quello in cui credi, si può fare qualcosa senza l’aiuto del politico di turno o del regalino dei “fondi perduti”, si può vivere senza essere colonia di qualcuno che sta più in su.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
Bravi bravi! Vi aspetto a Catanzaro.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
Già solo sentendo o leggendo  le esperienze altrui si possono trovare stimoli maggiori o nuove ispirazioni. Magari con un zona dedicata al confronto,  ai dubbi,  alle richieste tecniche e alla condivisione di idee.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
Continuare così…”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà?
La Sila a 30 minuti ed il mare a 10 minuti. Le bontà culinarie, la storia che ogni pietra può raccontare ma che anche i libri di storia ufficiali negano e falsificano.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Vincenzo Costantino ed Eddi Suraci con il loro Altrove Street Art Festival stanno rivoluzionando Catanzaro.”

Grazie Marco, la tua passione, la tua determinazione e la cura nello scegliere le materie prime per la tua hamburgheria ci hanno convinto… accettiamo l’invito per un evento Bentornati al Sud – Catanzaro!! 🙂 

Marianna per BaS

Flavia Amato

Flavia Amato lascia Guardavalle Marina (CZ) e la sua amata Calabria, poco più che maggiorenne, per completare il suo percorso formativo presso l’accademia di Belle Arti di Macerata. Termina con successo gli studi con una tesi sugli “abiti scultura”. Tesi illuminante per il prosieguo della sua carriera. Infatti, di lì a poco, raddrizza il tiro formativo e sceglie di seguire un desiderio intimo e profondo che la spinge a frequentare, in breve tempo, un corso di modellista professionale ed un master in gestione d’impresa e startup. Dopo quasi otto anni torna nella sua Calabria, per cercare di dar forma ad un sogno cullato fin da bambina, quando vedeva la mamma e la nonna cucire. Crea Malìa, atelier di moda dove il concetto di stile e benessere si uniscono, laboratorio di idee e creazioni dove si realizzano abiti con tessuti organici e naturali.

flaviaamato2Com’è stata la tua vita prima di partire verso il Nord?
“Sono nata il giorno di Natale, nel 1989, ed ho vissuto la ma infanzia e la mia giovinezza a giocare al sole con i miei amici fino alla sera. Un sole che ti scaldava e ti avvolgeva con i suoi tiepidi e gradevoli raggi. Quando cresci con quel calore dentro, è difficile trovarlo in altri luoghi che non sia la tua terra. Il sole, in ogni regione, è sempre lo stesso cerchio un po’ giallo che ci guarda dall’alto ma chi è del meridione, della Calabria in particolare lo sa, il sole calabrese è un’altra cosa. Un sole che il calore te lo trasmette non solo sulla pelle, ma fino alle ossa.”

Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Quando sei lontana chilometri da casa, quella mancanza la senti come una carenza di ossigeno, e quando ti manca l’ossigeno ti dimeni e ti agiti per ritrovarlo. Così mi sentivo lontana da casa, lontana dalle mie radici e dalla mia famiglia, lontana dal mio sole. Volevo tornare nel mio Sud, nella mia terra, con un sogno nemmeno troppo nascosto nel cassetto. Volevo unirmi alla schiera di piccoli imprenditori che cercano, tra mille difficoltà di tipo ambientale, territoriale, concettuale e ahimè non solo, di fare qualcosa per il Sud. Non se ne parla più di tanto, non si trova sui giornali, non lo dicono alla televisione, ma sotto il “velo di Maya“ creato ad hoc dalle istituzioni e dalle credenze, la tanto bistrattata terra calabrese, nasconde come altre realtà del meridione, un humus fertile di piccole imprese, che stanno germogliando, fiorendo, con l’obiettivo del biologico e della sostenibilità. La regione Calabria è stata la culla dei primi insediamenti italici, un concentrato di cultura e tradizione, una terra affascinante per varietà paesaggistica, che è vittima però di sé stessa e della reticenza nazionale. L’amore per la mia terra, mi ha spinto a ritornare, a cercare di fare impresa, dove tutti dicono che è impossibile creare qualcosa di nuovo e sano, dove tutti dicono: “Ma chi te l’ha fatto fare? Dovevi restare dov’eri… Come mai questa scelta? Speriamo bene… Qui non ci riuscirai mai!” Dove tutti, per primi gli abitanti stessi, danno per morto un territorio così ricco. Io no. Sono testarda, orgogliosa e tenace quanto basta per dire che non ci si può e non ci si deve arrendere. Sono tornata per fare impresa e artigianato e per innovare attraverso il tessile naturale. Sono tornata per presentare una start up che ultimamente ha portato il nostro Paese sui giornali per il “tessile innovativo”.

La tua valigia del ritorno piena di…
Speranza e tanta volontà: desiderio di cambiamento per la nostra terra, voglia di sfidare tutto ciò che viene detto contro il Sud. La mia valigia è piena della forte spinta di quel calore, quel sole, che mi ha fatto crescere fondendosi con le mie ossa e contaminando la mia anima. Un grazie, per tutto questo, va alla mia famiglia, ai valori e ai sani principi che mi hanno inculcato fin da bambina. Una famiglia alla quale sono grata, per avermi sempre sostenuto ed aiutato nelle mie scelte, accompagnandomi nel mio cammino, aggiustando il mio percorso, senza mai ostracizzarlo. Grazie a loro, al mio compagno, al mio sole, ho trovato il coraggio e la forza, di seguire un sogno. Un sogno che mi permette di creare ciò che ho sempre desiderato. Un sogno che mi consente, la mattina, ogni volta che apro la porta del mio atelier, ogni volta che termino uno dei miei abiti, ogni volta che guardo dalla finestra, di uscire, alzare lo sguardo, e volgere il viso a quel cerchio giallo, a cui devo tutto, a cui devo il mio spirito rovente di fiera stilista calabrese.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
Certamente, perché ho la sensazione di contribuire a qualcosa di grande è già molto soddisfacente.”

Quali sono state, se ce ne sono statae, le difficoltà del rientro?
Le difficoltà riguardano la riambientazione lavorativa, la logistica, la carenza di infrastrutture e altri servizi per la mia impresa che sembrano ostacolare e rallentare il tutto. Inoltre, essendo un’attività innovativa è sconosciuta alla maggioranza della popolazione e quindi spesso si creano intoppi di diversa natura. Per superarle ci vuole tenacia, passione e molta pazienza.”

Di cosa ti occupi?
Faccio la modellista, la stilista e l’artigiana. Creo abiti. Amo la moda, la natura e il connubio tra i due. Ho così aperto ideato e progettato un atelier con il bran Malìa natural couture lab. Il brand Malìa offre un guardaroba versatile e completo e tutto “green” proponendo capi per ogni occasione Questo modo di fare moda è stato definito innovativo, una svolta e smentisce chi pensava che la moda ecosostenibile fosse poco “glam”. Nell’atelier si realizzano abiti completamente naturali realizzati nel rispetto dell’ambiente e provenienti da fibre vegetali ecologiche certificate che mirano ad un risultato di alta qualità e benessere. Per esempio abiti in tessuto di Bambù, in Canapa, pura Seta, Lino e Cotone biologici ma anche in fibra derivata dal latte! Credo nel Sud e nella possibilità di innovare attraverso il ritorno dei giovani e di coloro che al Nord si precludono questa possibilità.

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Grazie per l’opportunità di raccontare la mia storia e per questo bel progetto da voi ideato.”

Una rete tra tornati al Sud può essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Certamente, io stessa cercavo una cosa simile per confrontarmi appena ritornata. Così facendo possiamo rendere presente i vantaggi del tornare.”

Cosa può fare la rete BaS?
“Divulgare tutte le storie di chi torna per dare forza a chi è scoraggiato”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Dopo sette anni di residenza nelle Marche, regione leader del tessile e del manufatturiero e dopo aver ricevuto riconoscimenti nell’ambito delle Start Up ho deciso di sfidare tutto e tornare al Sud per creare un’impresa giovanile femminile e innovativa. Spero di non dovermi pentire per questa scelta. Mio padre negli anni 70 dopo venti anni è tornato al Sud per fare impresa ed ha costruito molto per questa terra e spero di poter fare lo stesso.”

La cosa che più che più ti mancherà?
“Mi mancava il calore del Sud, la genuinità, i ritmi. Mentre mi mancherà l’efficienza e alcuni servizi.”

Grazie mille Flavia, per questo messaggio di speranza che servirà a molti giovani che come te hanno voglia di tornare.

Alice Amato

Barbara Rosanò

Barbara Rosanò, lascia il suo paese natale a 18 anni, per motivi di studio, e si trasferisce a Roma. Torna al Sud a 30 anni.  Non sceglie il suo paese di origine, al centro dell’istmo di Catanzaro (il punto più stretto della penisola italiana), preferisce prendere una casa in affitto di fronte al mare.

Il suo è un ritorno deciso dal caso,  che le ha fatto capire che qui, più che altrove, poteva realizzare alcuni dei suo Sogni…

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Per quale motivo sei ritornato al Sud?
“Sono tornata quasi per caso. Sono partita da Girifalco (CZ) a 18 anni compiuti 3 mesi prima, Roma avrebbe potuto divorarmi ma non lo fece.  Nel maggio del 2012 l’azienda per cui lavoravo chiuse… ed io pensai beh almeno mi godrò l’estate, a settembre risalirò e cercherò altro.

Invece, sorpresa delle sorprese, quasi per caso feci un colloquio a Catania e per gran fortuna mi presero a lavorare per un progetto europeo: 9 mesi di lavoro assicurato nel CARA ( centro accoglienza richiedenti asilo) di Isola Capo Rizzuto. Un lavoro difficile ma meraviglioso.  Io ancora non l’avevo capito, ma ero tornata a casa.

La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia trasborda! per mia fortuna è piena di progetti e castelli in aria! La cosa più divertente di questa mia esperienza è che sono andata a vivere a Roma perchè amo  il cinema e speravo in un futuro in questo campo nella città che consideravo simbolo del neorealismo, ed è stato proprio lì che mi sono arresa credendo che la cosa fosse impossibile. Tornata a casa realizzo in parte questo sogno… metto su un progetto con amici e do vita ad un docufilm “Uscirai Sano” sull’ex Ospedale Psichiatrico del mio paese!  Per la serie la vita è bella. Solo ora, rispondendo a queste domande, ho realizzato che soltanto facendo ritorno ho potuto essere ciò per cui ero andata via.”

Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Sono andata via quasi fosse una tappa obbligata della vita, sono tornata a casa senza neanche rendermene conto scoprendo che Roma era bella…anzi bellissima ma mi portava via tanto tempo tra la fermata di un bus e l’altra. Lavoravo e mi mantenevo a stento… e quando organizzavo qualcosa nel mio quartiere era bello si ma c’erano almeno altre 20 proposte diverse in città.

Qui in Calabria è tutto o quasi tutto da costruire! ed è per questo forse che   ho avuto tantissime soddisfazioni lavorando nel sociale e credendo in quello che desideravo e più mi impegno più vengo premiata in modi sempre diversi.”

Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Le difficoltà ci sono sempre in ogni cosa! ma molte volte il destino vuole  metterci alla prova, certo a volte esagera. Ritornare così come Partire a volte è un pò come essere lasciati… che fai stai a casa e ti deprimi? No! esci e provi a sorridere e divertirti un pò, a distrarti, ricominci, riprovi, ti riproponi, riscopri e scopri.”

Di cosa ti occupi?
“Ho diverse passioni: immaginare è la prima! immagino tutti i giorni per qualche ora 😀 .

Anche per questo ho voluto dar vita, insieme ad alcuni amici, a KINEMA, associazione culturale  in movimento che si occupa principalmente di quella cosa bella che si chiama audiovisivo. Kinema  ha in attivo due documentari prodotti e realizzati in Calabria, spot sociali, un cortometraggio sui migranti e  in cantiere nuovi progetti che mirano a cambiare la concezione del calabrese in Italia.

Per mia grande fortuna faccio anche parte di MEET Project che si impegna attivamente tutti i giorni nella progettazione di una provincia meno ottusa e più accogliente, facciamo grandi cose per un cambiamento vero e di qualità! Meet in un solo anno di vita ha già imparato a correre.

Altra passione è la grafica!  Dopo il lavoro, la pulizia della casa, i cani, la fit box mi occupo di riciclo creativo! E da un anno che compro attrezzi… questa del fai da te è stata una scoperta fantastica del ritorno in Calabria.”

Ci lasci un pensiero per BaS…
“Vi auguro di crescere sempre di più, la vostra è una idea valida, la vostra valigia mette allegria e il vostro bentornato sa di speranza! di terra e mare! 🙂 spero di collaborare con voi in un modo o nell’altro.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Vedo Bentornati al Sud come ad un “comitato di bentornato” che fa sentire le persone meno sole, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci aiuti a capire dove ci troviamo anche se quel posto è la nostra casa, che metta in contatto la gente che vuole fare.

Rispondere a questo questionario è un pò come capire la direzione da prendere, una mappa delle persone presenti sul territorio con i loro progetti e con la voglia di mettersi alla prova.

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Potrebbe rendere il Sud più forte, più consapevole e anche più mobile! io ci spero !”

Se hai dell’altro da raccontarci questo spazio è tutto per te!
“Mi sembra di aver già parlato troppo.”

La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“Mi mancava il mare visto dalla montagna, l’aria, il sapore dei pomodori, alcuni odori, mia nonna, il rumore della mia famiglia, “andare ad acqua”, i “quadri” che percorriamo spostandoci in macchina. L’estate, le ciliegie raccolte dall’albero, le lucciole…

Sono una nostalgica mi mancava un pò tutto… ma comunque non posso dire che a Roma stessi male, un po’ mi manca anche lei e vado spesso a trovarla ma era un pò come l’isola che non c’è, avevo dimenticato com’era casa.”

Ci suggeriresti altri nominativi di Bentornati al Sud?
Antonio Pintimalli che è tornato mollando il suo lavoro a Roma per lavorare in un “bar” all’interno del polivalente per i giovani di Catanzaro. La sua esperienza nasce dalla consapevolezza a differenza della mia… io devo solo ringraziare il caso.”

Grazie Barbara
per la bellezza delle tue parole,
per quelle riservate al nostro progetto,
per la tua “agguerritissima” testimonianza! 🙂

Marianna per BaS

Viviana Gentile

Viviana Gentile, a 18 anni, parte da Catanzaro e va a Milano per motivi di studio. A 27 anni, torna nella sua città natale. Un ritorno temporaneo, che si è straformato in definitivo grazie ad un canto improvviso dal “sapore antico”….

 VivianaGentilePer quale motivo sei tornata al Sud?

“All’inizio ero solo di passaggio per un periodo di pausa di due mesi, dopo i quali sarei dovuta ripartire per la meta che credevo fosse il mio obiettivo, gli Stati Uniti.”

La tua valigia del ritorno è piena di…

“Piena di competenze, capacità, curiosità, amore e voglia di resistenza. Sono tornata pensando che mi sarei fermata poco. Poi ho prestato il mio orecchio al canto della sirena, al Sud, e il suo canto mi ha ammaliato, come un’antica nenia mi risuonava in testa. E’ stato come non riuscire più a farne a meno. Mi ha catturato. Io non volevo.”

 Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?

“Positivo. Ho percepito, da un luogo da cui non mi aspettavo più nulla, una vita, una passione e una forza straordinaria! Una voglia di rinascita e di resistenza intensa! Nella sua complessa contraddittorietà il Sud, la Calabria, mi ha sempre attratto. Negli anni passati mi ero limitata a osservarla da lontano (per tutte e due le tesi di laurea ho fatto dei lavori di ricerca che avevano come oggetto il meridione), ma il mio sguardo era innamorato e distante allo stesso tempo.”

 Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?

“Moltissime. Forse, quello che più mi pesa è la secolare vocazione al lamento. In realtà pian piano stiamo già provando a superarla impegnandoci attivamente. Con degli amici ho fondato l’associazione MEET Project con cui cerchiamo di “dare nuovi occhi a vecchie terre” promuovendo la cultura dell’integrazione, dell’accoglienza e cercando di stimolare il dibattito sui temi dell’ambiente, della cultura, dell’impresa e della cooperazione. Non è facile. Ci vuole costanza, pazienza e presenza sul territorio. Moltissimi giovani sono rientrati, dopo anni di vita in giro per il mondo, e questo mi dà molta fiducia. Quello che più manca è una nuova visione, uno sguardo acceso e libero che riesca a cogliere e diffondere la bellezza che già c’è e che si può generare. Paradossalmente, vista la congiuntura storico-economica che viviamo, il Sud ha una grande possibilità in questo momento ed è proprio la mia generazione, altamente formata e aperta al mondo, che sta facendo ritorno.”

 Di cosa ti occupi?

“Mi occupo di editoria e progettazione. Ho studiato editoria e lavoro in una casa editrice La Rondine Edizioni, curo la collana di libri per bambini. Con MEET Project mi occupo di progettazione e promozione culturale. Inoltre, come ufficio stampa, collaboro con  Trame-Festival dei libri sulle mafie.”

Ci lasci un pensiero per BaS…

“La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.”

Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna? 

“Si. Solo insieme e in cooperazione si possono cambiare le cose, con costanza e perseveranza.”

Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?

“Far conoscere le persone che lavorano attivamente e diffondono buone pratiche.”

 La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.

“La mia famiglia (che in buona parte non vive più qui) e i miei amici espatriati in tutti gli angoli del mondo. Ma questa mancanza è la mia forza, non mi fa paura. So di avere molte case, una per ogni persona che mi vuole bene. Una per ogni posto dove ho vissuto.”

Grazie Viviana, la forza delle tue parole…. trasmette tanta Forza anche a noi!

Marianna per BaS