Antonella Sardelli, all’età di 25 anni lascia San Vito dei Normanni (BR) e si trasferisce a Madrid per completare il suo percorso formativo. A 32 anni torna in Puglia. A Bari.
La sua passione: la Spagna e la sua cultura. Il suo hobby, dopo la lettura, il suo lavoro: “Perché quando lo si fa con passione, non è più solo un lavoro, ma la vita stessa.” Il suo ritorno è legato non solo ad un forte desiderio di tornare a casa ma ad un’opportunità lavorativa sfumata che le farà prendere un’importante decisione…
Per quale motivo sei tornata al Sud?
“Mi sono trasferita a Madrid per completare la mia formazione. E mentre finivo di redigere i due tomi della mia tesi dottorale ho cominciato a lavorare come docente di italiano per stranieri presso il Dipartimento di Filologia Italiana della Facultad de Filología della Universidad Complutense de Madrid. Anche se il lavoro e la ricerca mi davano immensa soddisfazione, sono sempre rimasta legata alla mia terra. Ragion per cui, non appena mi si è presentata l’occasione, ho deciso di tornare. E nel mio caso, galeotto è stato un concorso per ricercatore bandito dall’Università degli Studi di Bari. Concorso che credevo di vincere, anche se poi così non è stato.”
La tua valigia del ritorno è piena di…
“La mia valigia del ritorno è piena di nostalgia per una università, la UCM, che funziona benissimo, in cui la didattica ruota intorno alla figura dello studente, ed in cui si può fare ricerca seria su un ramo della linguistica che in Italia viene ignorato dai più: la Fraseologia e la Paremiologia.
Ma la mia valigia è piena anche di tanti insegnamenti e tante conoscenze eredità della mia esperienza madrilena, insegnamenti e conoscenze che ho cercato di trasmettere ai miei studenti dell’ex Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari nel periodo in cui ho prestato servizio tra le sue mura. Certo non è stato facile adattarsi ad un sistema la cui impostazione è totalmente diversa rispetto a quella in cui mi sono formata e sono cresciuta professionalmente. Non sono quindi mancati momenti di scoramento e protesta in linea con un modo tutto spagnolo di affrontare gli ostacoli e ribellarsi contro quelle che si considerano ingiustizie. La valigia del ritorno è quindi piena di voglia di fare e di lottare per un sistema migliore.”
Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Uno dei proverbi che ho imparato a ripetermi da quando sono rientrata a Bari è QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA, SI APRE UN PORTONE. La mia esperienza universitaria a Bari non è stata delle più rosee. Sono rientrata nell’ottobre 2011 credendo di aver vinto un concorso di ricercatore e mi sono ritrovata a coprire delle vacanze con dei contratti di collaborazione, che purtroppo in ambito universitario sono una prerogativa tutta italiana, per poi essere riconvocata e scartata qualche anno dopo. La delusione è stata forte. Ma quando si chiude una porta, si apre un portone. Ed è lì che ho deciso di abbandonare quella che non era più una carriera universitaria per aprirmi un’attività in proprio e fare quello che so fare meglio: insegnare lo spagnolo. Oggi, dopo tre anni, il CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS è diventato un punto di riferimento per chi studia spagnolo su Bari e dintorni, sinonimo di professionalità e competenza. Dal 2014 poi, l’associazione DICUNT, di cui sono presidente, si occupa di promuovere e diffondere la cultura spagnola sul territorio e lo fa soprattutto attraverso due dei suoi fiori all’occhiello: 1) il CORO DICUNT, formazione giovane ed innovativa, diretta dal Maestro Leonardo Grittani, che si dedica essenzialmente allo studio e riscoperta di repertorio spagnolo dal Rinascimento ai giorni nostri; 2) BARI VALE, il primo ed unico programma radiofonico di diffusione della cultura spagnola in Italia, che si avvale del patrocinio morale del Consolato Onorario di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia. Da pochissimo abbiamo anche fondato, con la collaborazione ed il supporto del Consolato di Spagna a Bari e dell’Ambasciata di Spagna in Italia, l’associazione italo-spagnola ACIS-BARI, che si propone di continuare il lavoro di diffusione della cultura spagnola dedicandosi nello specifico alla cultura artistica spagnola.
In definitiva, non si può che parlare di un ritorno positivo, anche se ha implicato un “giro di vita” sostanziale.”
Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Sono state numerose le difficoltà del rientro.È stato difficile abituarsi ad un sistema diverso da quello spagnolo, per molti versi meglio organizzato e più funzionale. Per superare queste difficoltà, ho sempre cercato di fare il mio lavoro con passione e dedizione. Quando non è più bastato, non mi sono persa d’animo. E mi sono creata una nuova opportunità di lavoro. E devo ammettere che sono stata fortunata. Il segreto è crederci e non arrendersi mai.”
Di cosa ti occupi?
“Come accennato, da qualche anno sono la responsabile del CENTRO DE ESTUDIOS LINGÜÍSTICOS, l’unico centro dedicato esclusivamente alla didattica dello spagnolo e dell’italiano per stranieri. Dal 2014 sono anche la presidente di DICUNT, un’associazione che si occupa essenzialmente di Diffusione della cultura spagnola. Ma non solo. DICUNT è anche sede d’esame PLIDA e porta avanti e fomenta studi ricerca di Dialettologia, Fraseología e Paremiología in collaborazione con il Grupo de Investigación UCM 930235 FRASEOLOGÍA Y PAREMIOLOGÍA. Da quest’anno sono anche presidente dell’associazione italo-spagnola ACIS-BARI, che da poco ha presentato in conferenza stampa la sua I STAGIONE ARTISTICA sotto la direzione di Leonardo Grittani, che ricopre anche l’incarico di vicepresidente dell’associazione. Una stagione che si fonda sulla sinergia delle arti e in cui si spazia dalla musica al teatro, dal baile alla poesia.”
Ci lasci un pensiero per BaS…
“Grazie di questa meravigliosa possibilità!!! È importante poter lasciare questa testimonianza. È stato facile andar via e cominciare a costruirmi un futuro fuori. La cosa più difficile è tornare e rimboccarsi le maniche per offrire qualcosa di nuovo ed utile nel nostro territorio!!”
Una rete tra tornati al Sud è d’aiuto e supporto a chi torna?
“Creare rete e far conoscere chi ha vissuto esperienze simili è un gran aiuto.”
Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Sono tanti coloro che decidono di tornare ma spesso è difficile ricominciare. BaS potrebbe essere d’aiuto in questo senso, dando supporto e facendo conoscere realtà interessanti e innovative che si muovono sul territorio.”
La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La cosa che più mi mancava della mia terra è il mare. E la cosa che più mi mancherà della Spagna? …… La Spagna!”
Grazie Antonella, la tua storia sprigiona amore per la Spagna in ogni singola parola… e siamo contenti che tanta passione tu l’abbia investita nella nostra terra!
Marianna per BaS