Venerdì 2 settembre la città di Taranto ha ospitato il celebre Sergio Rubini con un evento organizzato da BCC San Marzano allo Yachting Club di San Vito per i 60 anni di attività sul territorio. Non è la prima volta che l’attore, regista e sceneggiatore di Grumo Appula fa tappa nella nostra meravigliosa terra ma stavolta, il suo passaggio tocca il cuore più di ogni altra occasione perché protagonista del recital che ha conquistato più di 1000 spettatori è il nostro amato SUD.
Un successo strepitoso per uno spettacolo che racconta il fascino, lo spirito e la cultura meridionali attraverso l’ appassionata lettura ed interpretazione di testi firmati da nomi importanti: da Eschilo a Matteo Salvatore, da Edoardo De Filippo a Giacomo d’Angelo.
Ad accompagnare le letture e intervallare i momenti dialogici a quelli recitati, le musiche originali eseguite dal vivo dal maestro Michele Fazio al pianoforte.
Proseguendo la strada della riscoperta del passato, intrapresa già con i precedenti lavori, Rubini va oltre il recital “La guerra dei cafoni” prodotto nell’estate 2013 per realizzarne uno più ricco, con poesie e racconti commoventi sul Mezzogiorno d’Italia.
“Noi siamo in un momento storico – ha spiegato Sergio Rubini – in cui bisogna tornare ad osservare gli anni ’70, quando ancora non avevamo incontrato i rovinosi anni ’80. Erano anni di passioni, erano anni in cui si dava molta importanza ai giovani e dalla gioventù che ci si aspettava i cambiamenti. Questi pensieri si sono guastati negli anni ‘80, facendo nascere le delusioni, nelle quali si radica la crisi che stiamo vivendo in questi giorni. Quindi ricominciamo dagli anni ’70 e questo spettacolo è una maniera per ricordarli”.
Suddiviso in tre parti, il recital racconta le vicende di Matteo, un ragazzo che oggi avrebbe l’età di un “nonno di tutti noi”, narra la storia di Eduardo, immerso in un Sud che nonostante tutto riesce a tirarsi su fondando su miseria e fatica il quid portante della della sua dignità e della sua poetica culturale, continua fonte di ispirazione nonché oggetto di divulgazione e riprende infine, stralci del libro di De Amicis.
“Troppo in fretta abbiamo dimenticato le nostre origini, quelle da cui veniamo. Però, secondo me, se non ci ricordiamo bene da dove veniamo, non sappiamo neanche dove dobbiamo andare”.
Grazie Sergio. Grazie di prestar voce ad ognuno di noi.
Floriana Maraglino