Viviana Gentile, a 18 anni, parte da Catanzaro e va a Milano per motivi di studio. A 27 anni, torna nella sua città natale. Un ritorno temporaneo, che si è straformato in definitivo grazie ad un canto improvviso dal “sapore antico”….
Per quale motivo sei tornata al Sud?
“All’inizio ero solo di passaggio per un periodo di pausa di due mesi, dopo i quali sarei dovuta ripartire per la meta che credevo fosse il mio obiettivo, gli Stati Uniti.”
La tua valigia del ritorno è piena di…
“Piena di competenze, capacità, curiosità, amore e voglia di resistenza. Sono tornata pensando che mi sarei fermata poco. Poi ho prestato il mio orecchio al canto della sirena, al Sud, e il suo canto mi ha ammaliato, come un’antica nenia mi risuonava in testa. E’ stato come non riuscire più a farne a meno. Mi ha catturato. Io non volevo.”
Complessivamente è stato un ritorno positivo o negativo?
“Positivo. Ho percepito, da un luogo da cui non mi aspettavo più nulla, una vita, una passione e una forza straordinaria! Una voglia di rinascita e di resistenza intensa! Nella sua complessa contraddittorietà il Sud, la Calabria, mi ha sempre attratto. Negli anni passati mi ero limitata a osservarla da lontano (per tutte e due le tesi di laurea ho fatto dei lavori di ricerca che avevano come oggetto il meridione), ma il mio sguardo era innamorato e distante allo stesso tempo.”
Quali sono state, se ce ne sono state, le difficoltà del rientro?
“Moltissime. Forse, quello che più mi pesa è la secolare vocazione al lamento. In realtà pian piano stiamo già provando a superarla impegnandoci attivamente. Con degli amici ho fondato l’associazione MEET Project con cui cerchiamo di “dare nuovi occhi a vecchie terre” promuovendo la cultura dell’integrazione, dell’accoglienza e cercando di stimolare il dibattito sui temi dell’ambiente, della cultura, dell’impresa e della cooperazione. Non è facile. Ci vuole costanza, pazienza e presenza sul territorio. Moltissimi giovani sono rientrati, dopo anni di vita in giro per il mondo, e questo mi dà molta fiducia. Quello che più manca è una nuova visione, uno sguardo acceso e libero che riesca a cogliere e diffondere la bellezza che già c’è e che si può generare. Paradossalmente, vista la congiuntura storico-economica che viviamo, il Sud ha una grande possibilità in questo momento ed è proprio la mia generazione, altamente formata e aperta al mondo, che sta facendo ritorno.”
Di cosa ti occupi?
“Mi occupo di editoria e progettazione. Ho studiato editoria e lavoro in una casa editrice La Rondine Edizioni, curo la collana di libri per bambini. Con MEET Project mi occupo di progettazione e promozione culturale. Inoltre, come ufficio stampa, collaboro con Trame-Festival dei libri sulle mafie.”
Ci lasci un pensiero per BaS…
“La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.”
Una rete tra tornati al Sud potrebbe essere d’aiuto e supporto a chi torna?
“Si. Solo insieme e in cooperazione si possono cambiare le cose, con costanza e perseveranza.”
Cosa dovrebbe/potrebbe fare la rete BaS?
“Far conoscere le persone che lavorano attivamente e diffondono buone pratiche.”
La cosa che più ti mancava e/o la cosa che più ti mancherà.
“La mia famiglia (che in buona parte non vive più qui) e i miei amici espatriati in tutti gli angoli del mondo. Ma questa mancanza è la mia forza, non mi fa paura. So di avere molte case, una per ogni persona che mi vuole bene. Una per ogni posto dove ho vissuto.”
Grazie Viviana, la forza delle tue parole…. trasmette tanta Forza anche a noi!
Marianna per BaS